Quanto Tempo È Passato

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"Uff.. Non ce la faccio più! Joshua che ora sono?"
"Le dieci e venti e qualcosa."
"Mmh.. Preciso il mio fratellino!"
"Fratellone, ti correggo. Sono più grande di te di.."
".. Quattro anni. Lo so."
"E poi è la seconda volta che dici 'preciso'. Lo sai che non lo sono."
"Già.."

Mentre la nostra 'fantastica' discussione sta andando avanti, vedo Sam entrare nel locale. Il cuore comincia a battermi fortissimo di nuovo, sorrido e lo saluto con la mano. Anche lui ricambia, sia il sorriso che il saluto, sedendosi vicino a Joshua.

"Tu sei Sam, giusto?"
"Si, sono io. Suppongo tu sia il fratello di Samantha."
"Esattamente, ragazzo."
Joshua gli tende la mano aspettando una stretta e Sam ricambia subito.
"Woh, che stretta potente che hai. Vai in palestra o fai pugilato?"
"Eh.. Ne' l'uno ne' l'antro. Facevo palestra, ma..caccio. Mi alleno con mio fratello."

Non resto ad ascoltare la discussione perchè il capo, Buff, mi urla dietro. Oddio, quanto lo detesto!

"SAMANTHA! VIENI NELLE CUCINE, SUBITO!"
"A-arrivo!"

E mi precipito nelle cucine, pensando a cosa avessi mai fatto. Joshua mi guarda con la sua tipica espressione da 'Se ti fa qualcosa, chiamami' , pur sapendo che mi so difendere.
Mentre i due continuano a parlare, ho come la sensazione di non dover andare a vedere perchè mi ha chiamata, ma vado lo stesso.
Entrata, vedo Buff, uomo sulla sessantina d'anni, grasso e unto, intriso dell'odore di fritto, con una mannaia in mano intento a fare a fette il pollo disossato. Ammetto che mi fa schifo la scena, ma mi avvicino comunque.

"Allora Sammie, dolcezza, te la sei proprio meritata la paga questa sera! I soldi stanno la' sopra. Prendili prima che qualcun'altro lo faccia, ad esempio io."
"Va bene, boss Buff. Grazie."

Dopo aver preso i soldi mi dirigo all'uscita che da' sul bar quando sento che qualcosa mi prende da dietro, per i fianchi.

"Ma pensavi davvero che non mi avresti pagato quei ritardi della settimana scorsa, zuccherino?"
"Lasciami andare! O giuro che.."
"..Che..?"
"Che.. Questo!"

Mentre mi dimeno, gli tiro una gomitata sul naso e subito mi lascia andare. Appena sono scesa, corro fuori e mi slaccio il grembiule, lanciandolo per terra. Appena Sam e Joshua mi vedono, allarmati, mi chiedono se sto bene.

"Tutto bene, sorellina?"
"Si, Joshua. Ci ha provato di nuovo, ma almeno questa volta mi ha dato la mancia. È per terra, agonizzante per la gomitata che gli ho tirato sul naso mentre mi dimenavo."
"Forse è meglio andare. Sam, sei con noi?"
"Si. Andiamo, è meglio.."

Dopo che siamo usciti da quell'inferno in terra, tiro un respiro di sollievo.. 'La prossima volta gli tiro un pugno nell'occhio e un altro nello stomaco!' è l'unica cosa cui riesco a pensare in questo momento.

"Beh, io vi lascio soli. Sammie, non fare stupidaggini, mi raccomando."
"Si, Joshuino!"
"E non chiamarmi così. Lo detesto, e tu lo sai!"
"Vai a casa, va'!"

E ci lascia soli. FINALMENTE! Era ora che stessimo da soli.

"Scusami, Sam. Avremmo dovuto prendere una birra qui dentro, ma è finita così. Tuttavia, c'è un altro bar, non poco lontano da qui, se vuoi!"
"Certo, fammi strada."

Ci incamminiamo verso il bar Da 'Bob. Il tragitto è così silenzioso.. Così calmo.. Forse un po' troppo visto che sto per addormentarmi..

"Samantha, per prima, non dovevi scusarti. Piuttosto, da quanto tempo va avanti questa storia con il capo?"
Mi fermo e lo guardo. Alla luce del lampione è ancora più bello.
"Beh, a dire il vero da qualche mese. Succede specialmente quando beve un po' troppo quando stiamo per chiudere. Ormai ci ho fatto l'abitudine."
"Ma non dici niente a nessuno?"
"No! Puó sembrare stupido, ma è una questione di orgoglio. Se chiedessi aiuto a qualcuno, cosa penserebbero i miei genitori? Che sono una che si fa intimorire da uno che ha bevuto un po' troppo? Oppure che sono una che si lascia fare tutto? Mi dispiace, ma preferisco vedermela da sola, a questo punto."
Il mio discorso l'ha zittito a tal punto che mi vergogno di quello che ho appena detto.
'Che stupida che sei Samantha! Ecco fatto.. E l'ultimo possibile candidato come fidanzato si sta già allontanando..'
"Non è affatto stupido. È vero che bisogna imparare a cavarsela da soli, ma è anche giusto farsi aiutare dagl'altri, orgoglio o meno. E credimi che ti dico che i tuoi genitori non penserebbero mai male per un'azione di questo genere."
Lo guardo di nuovo e cerco di trattenermi dall'abbracciarlo di gioia per le sue parole.
"Dici, Sam?"
"Si."
Sorrido e tutta la vergogna va via.
"Dai, andiamo! Ti offro una bella birra, una di quelle che ti tirano su' il morale!"

Arrivati al bar, vedo che al bancone c'è un mio vecchio amico, Adam, un ragazzo di ventiquattro anni, magrolino ma esperto di cocktails.

"Adam! Fai il turno di notte, adesso?"
"Ah, Samantha! Eh, già! Vedo che sei in compagnia. Chi è il tuo amico?"
"Si chiama Sam, un compagno del liceo che non vedo da tanto tempo."
"Capisco. Cosa volete da bere?"
"Due birre, offro io."

E così ci sediamo su un tavolo. Mentre aspettiamo le birre, Sam inizia a guardarmi con un sorrisetto in viso che mi fa arrossire.

"Non ti ricordavo affatto così. Avevi i capelli castani quando ci conoscemmo, giusto?"
"Ti ricordi bene, Sam. Ma sei tu quello che è cambiato di più. Ti sei alzato, i capelli sono più lunghi.. Solo una cosa non è cambiata.."
"Vale a dire?"
"Il tuo sorriso. Quello è rimasto uguale negl'anni. Peró vedo qualcosa nei tuoi occhi, come se ne avessi passate di tutti i colori. Cosa ti è successo, Sam?"
Cambia espressione. Ora è serio.. quasi cupo.
"Tante cose. Troppe. Partendo dall'inizio, è morta la mia ragazza, Jessica."
"Oh mio dio, Sam mi dispiace tantissimo!"
"È stato dieci anni fa, questo. A seguire, mio padre. Dean ha rischiato di morire più volte durante la..caccia.. Per non parlare di tutte quelle volte che ho rischiato io di morire. Poi..."

E mentre parlava io lo ascoltavo.. Sentivo la sua voce stanca e triste, riuscendo quasi a capire come si sentisse. Allo stesso tempo, nessuno dei due aveva ancora toccato la birra che Adam ci aveva portato.
Quando Sam ha finito di parlare, mi sento triste e un brivido corre sulla mia schiena.

"Samantha..? Tutto bene?"
"...eh?..oh.. Si si, sto bene. Un po' di freddo, tutto qua. Ma..mi passerà in un attimo, vedrai."
Cerco di sorridergli, anche se con sforzo.
"Anche tu sembri una che è passata in mezzo a chissà cosa. Vuoi raccontarmi? Proprio come abbiamo fatto tanti anni fa."
"Beh, non dico di essere passata in quello che sei passato tu, peró anche mio padre ci ha lasciati quasi nove anni fa, anche mio fratello Joshua ha rischiato di morire nelle battute di caccia e pure io, visto che mi sono trovata davanti un orso alto quasi tre metri.. Pero', è niente in confronto a quello che mi hai raccontato."
"Samantha.. Mi dispiace che anche tuo padre sia morto."
"Già.. Peró è a causa sua se ho lasciato l'università."

E in quel momento.. Silenzio. Sorseggiamo la birra, guardandoci a tratti.

"Beh, non credevo proprio di incontrarti di nuovo! È stata.. Una sorpresa per me!"
E ricompare il sorriso ad entrambi.
"Lo stesso vale per me. Chissà perchè proprio qui a Lawrence, poi."
"Mmh? Non capisco."
"Lascia perdere. Non è importante adesso. Perchè non mi racconti quello che fai ora, eccetto la cameriera?"

E abbiamo continuato a parlare fino all'una della notte passata. Quando ce ne siamo accorti, io ho pagato subito Adam, mezzo addormentato pure lui, e sono uscita dal locale con Sam. Un'aria gelida ci ha colti all'improvviso. Io, ancora in maniche corte, sento il calore di una giacca: Sam si era tolto la sua, poggiandola sulle mie spalle.

'Che cavaliere...'

Sammie WinchesterWhere stories live. Discover now