𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 5.

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The art of eye contact

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The art of eye contact.




«Cambio di programma. Amelia vuole che la raggiungiamo in un locale.» ci comunica Sarah, dopo aver chiuso la chiamata con la sua amica.

Non dico niente perché non mi interessa particolarmente dove andiamo, mi basta svagarmi per qualche ora.
Domani mattina dobbiamo alzarci presto per andare a scuola, e forse uscire a quest'ora non è quella che si può definire esattamente una buona idea... Ma, onestamente, al momento non mi interessa.
Stasera voglio divertirmi, spegnere il cervello per qualche ora e svagarmi in compagnia della mia migliore amica e di altre persone.

Sarah indica al suo ragazzo il luogo dove si trova il locale e lui annuisce, prima di far partire nuovamente il motore.

«Allora, Amabel...» inizia Dave, e so già cosa vuole dirmi.

«Se vuoi parlarmi di Rhys, ti fermo subito.»

«Ci tiene molto a te e sta soffrendo per quello che ha fatto.»

«Non le interessa saperlo, Dave.» lo riprende Sarah.

Il suo ragazzo sospira. «Okay, non dico niente, ma dovevo almeno provarci.»

«Se io ti tradissi, tu mi perdoneresti?» gli chiede la rossa, prima di allungare una mano verso la radio e abbassare il volume della musica. «Comunque, questa canzone fa schifo. D'ora in poi la scelgo io la musica.»

«No, non penso lo farei.» risponde il suo ragazzo con sincerità. «Perché, mi tradiresti?» sembra preoccupato.

La mia amica fa una risatina. «Ma no, idiota! Ma come tu non perdoneresti me, Amabel non ha intenzione di perdonare quello stronzo di Rhys, quindi smettila di assillarla e pensa a guidare.»

«Okay, okay... ricevuto: non sono affari miei.»

Una decina di minuti dopo siamo arrivati al locale. Un posto abbastanza spazioso e accogliente, decorato da tavoli in mogano neri e divanetti del medesimo colore.
Scendiamo dalla macchina e raggiungiamo l'entrata, dove ad aspettarci ci sono Amelia e altre persone che non conosco.

La mora saluta Sarah con un bacio sulla guancia e le sussurra qualcosa all'orecchio che la fa ridere, poi fa lo stesso con me e Dave.

«Amabel, non fai niente per quella ricrescita?» mi chiede Amelia, prendendo tra le dita un ciuffo dei miei capelli. «Vieni da mia madre, lo sai che fa la parrucchiera, no?»

Ma chi ti ha chiesto qualcosa...

«Ah» mi fingo interessata al suo parere non richiesto. «E tu vai da lei quando devi farli sistemare?» uso un tono pacato.

«Certo.» sorride con aria sicura.

«Penso proprio che mi terrò la mia ricrescita, allora.»

Lei sembra colpita e infastidita dalle mie parole. «Cosa stai...»

Black as my soulWhere stories live. Discover now