Capitolo 6

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Ciao!
Scusate la lunga attesa, ma questo capitolo non è stato facile da scrivere, in più ho avuto vari impegni e ci sono anche dei cambiamenti in corso nella mia vita, per cui non sempre ho il tempo o la voglia di scrivere (purtroppo)
Spero che questo capitolo vi piaccia e che sia piacevole nonostante i temi non proprio leggeri
A presto

ATTENZIONE: in questo capitolo sono trattate, seppur in modo lieve e senza particolari descrizioni, tematiche delicate e argomenti che potrebbero essere difficili per alcuni, per cui ho voluto aggiungere il tag #triggerwarning su Wattpad e dei nuovi tag su Ao3. Sentitevi liberi di dirmi se secondo voi ho fatto bene, se ho sbagliato o se devo aggiungere o modificare altro.
I trigger warnings sono per queste tematiche:
- autolesionismo
- depressione (implicita)
- violenze fisiche inflitte da un parente molto stretto



I giorni passavano lentamente, le notti erano tormentate dallo stesso incubo ricorrente, e Merlin aveva aumentato esponenzialmente il suo consumo di sigarette; inoltre le occhiaie sotto i suoi occhi erano più marcate del solito e Arthur avrebbe giurato che avesse perso almeno un chilo nelle ultime due settimane.
Il vigile del fuoco cercava di passare più tempo possibile con lui, di distrarlo e di tranquillizzarlo, e una volta ottenuta una serata libera organizzò un’uscita tra amici.
All'Excalibur c’era molta gente, ma tutto sommato la confusione non era eccessiva e trovarono un tavolo senza troppi problemi (anche grazie alla solita cameriera invaghita di Gwaine).
Morgana e Leon sedevano vicini, e nonostante il loro rapporto risentisse ancora della tensione che si era creata dopo il tradimento di Leon, sembravano più legati che mai; anche Gwaine e Percival si erano avvicinati di più e si tenevano la mano sotto il tavolo, nella falsa speranza che nessuno lo notasse (ovviamente tutti lo avevano notato); Freya aveva sorpreso tutti presentandosi con George e annunciando che, quando sarebbe ripartita due giorni dopo, lui sarebbe andato con lei, ufficialmente per visitare Londra; Gwen e Lancelot tubavano felici mentre Elyan fingeva di esserne infastidito; infine c’era Merlin con accanto Arthur che cercava di distrarlo da qualunque pensiero negativo gli passasse per la testa, riuscendoci anche abbastanza bene.
La serata era trascorsa tranquillamente, si erano tutti divertiti e rilassati, e quando uscirono dal locale gli unici rimasti sobri furono Merlin, Arthur, Morgana e Lancillotto, come in una sorta di déjà-vu della prima uscita del gruppo.

<< Bene, io porto Gwen e Elyan con me, ma ho ancora spazio in macchina. Volete che prenda pure qualcun altro? >> chiese Lancillotto mentre faceva entrare in macchina la fidanzata e il cognato.
<< No tranquillo, io stavolta sono venuta con la macchina e porto Leon, Freya e George, mentre Merlin porterà Arthur, Gwaine e Percival. >> rispose Morgana.

Così Merlin e Arthur si ritrovarono in macchina insieme con Gwaine e Percival che ridacchiavano e canticchiavano “All you need is love” mentre si tenevano per mano.
Il tragitto in macchina, a differenza della loro prima serata assieme, fu piacevolmente accompagnato da chiacchiere e battute tra Merlin e Arthur, la sorella di Percival sbuffò vedendo il fratello ubriaco che chiedeva quasi in lacrime di non essere diviso da Gwaine, al punto che alla fine dovettero accettare la sua richiesta.
Poi Arthur e Merlin continuarono a parlare del più e del meno prima di arrivare davanti casa Pendragon, e si fermarono lì.
<< Ti ricordi quando, dopo la nostra prima uscita assieme, mi hai mandato a quel paese in questo esatto punto? >> chiese Arthur sorridendo.
<< Non ti ho mandato a quel paese! O almeno, non verbalmente! >>
<< Ma mentalmente sì! >>
<< Mentalmente sì. >>
<< Però ora siamo qui, nonostante questo. >>
<< Già. Quella sera ero davvero irritato da te, ma poi a mente fredda ho capito che in fondo volevi solo essere d’aiuto. Credo che sia una tua deformazione professionale voler salvare gli altri. >>
<< Probabilmente. Oppure dato che anch’io sono stato male ed è stato grazie all’aiuto di Morgana e di una psicologa che sono andato avanti, so quanto può servire la presenza di qualcuno accanto, e cerco di essere quel qualcuno. >>
Dopo qualche minuto passato in un silenzio stranamente confortante, Merlin parlò di nuovo.
<< Anch’io ho fatto psicoterapia dopo la morte di Will. Già la settimana dopo avevo uno psicologo che mi seguiva, senza la mia autorizzazione però. >>
<< In che senso? >> 
<< Mio zio Kilgharrah è uno psicologo. È il fratello di mio padre, ma non si parlano da anni. Il giorno dopo il funerale mi ha chiesto se poteva restare a casa mia per qualche giorno, dicendo che doveva fare delle commissioni a Londra. Dopo tre giorni l’ho sentito parlare con Freya, e ho capito che in realtà non aveva nessuna commissione da fare, mi stavano solo tenendo d’occhio, Freya di giorno e lui di notte. Non solo: cercava di farmi parlare e di farmi accettare il dolore, adattando su di me i suoi metodi di lavoro. >>
<< Dev’essere stato tremendo! >> rispose sarcastico Arthur.
<< Per me in quel momento lo fu! Io non volevo avere nessuno attorno, volevo stare da solo, e loro invece mi stavano continuamente attorno. Non lo sopportavo. Dopo due settimane esplosi di rabbia, e mio zio accettò di andarsene, ma dovetti promettergli che avrei cercato qualcuno per fare psicoterapia. E così andai da uno psicologo, finché non mi sentì meglio e decisi di venire qui. >>
<< Quindi in realtà la mia impressione che tu non parlassi dei tuoi problemi non era esattamente corretta. >>
<< In parte sì, invece. Parlavo poco con lo psicologo, e solo perché dovevo; inoltre non sono mai stato sincero fino alla fine, anche se ho il presentimento che lui mi riuscisse a leggere comunque. Non parlo mai di mia spontanea volontà dei miei problemi, neanche con gli amici. E da quando è morto, non ho più parlato di Will. O almeno, non ne parlavo più. Due mesi prima di trasferirmi ho iniziato a parlarne con Freya, ogni tanto ne parlo con Morgana, e poi ci sei tu. Sei quello a cui dico più cose, che variano da come sto a com’era Will. Ti ho già raccontato le sue passioni, i suoi pregi e i suoi difetti, il nostro rapporto e il perché siamo andati via da casa dei nostri genitori, e non mi pesa avertelo detto. >>
<< Eppure ci sono ancora cose che non mi dici, vero? >>
Merlin guardò fuori dal finestrino e strinse maggiormente le mani sul volante.
“Adesso mi caccia e se ne va via, come la prima volta.” pensò Arthur.

Invece Merlin lo stupì.
<< Ti riferisci alle cicatrici, vero? Freya mi ha detto che le hai viste. Se può consolarti, non ho mai provato a uccidermi, perché Will non lo avrebbe voluto. Spesso si pensa che l’autolesionismo sia legato alla voglia di morire, eppure non sempre è così; io ad esempio non ho mai desiderato farla finita, ma dopo aver sofferto così tanto per cose che non potevo controllare, volevo poter decidere cosa poteva ferirmi, e alle mie condizioni. Tre mesi prima che io venissi qui ho deciso di smettere, quando ho visto Freya piangere disperatamente per me. Ho smesso perché non volevo farla soffrire, so cosa si prova quando qualcuno a cui vuoi bene si fa volontariamente del male, e non volevo farle provare lo stesso dolore. Non era giusto che lei soffrisse per le mie colpe. >>
<< Non hai colpe, Merlin. >>
<< Sapevo quanto Will fosse fragile, ma ho lasciato che la mia rabbia prendesse il sopravvento e invece di restargli accanto me ne sono andato, dopo aver litigato pesantemente per giunta. >>
<< Perché avevate litigato? >>
Merlin non rispose subito, tanto che Arthur pensò che non avrebbe mai risposto. Invece lui prese dei profondi respiri e gli raccontò tutto.
<< Voleva che parlassi con nostro padre, addirittura che facessimo pace. “Fallo per la mamma, Merlin.” mi diceva. “Dagli un’opportunità di rimediare”. Per lei avrebbe fatto di tutto, anche quando era chiaro che lei non avrebbe mai fatto lo stesso per noi. Anche se lei era rimasta ferma a guardare mentre suo marito lo picchiava per aver provato a difendermi. Non ho mai capito come facesse, ma pur di capirlo accettai di ascoltarlo e provare a parlare con i nostri genitori, stavo per chiamare Will per dirglielo, ed è arrivata la chiamata che mi informava della sua morte. >>
Arthur abbracciò Merlin senza pensarci due volte.
Parlarono ancora dopo, di argomenti più leggeri, e si misero d’accordo per vedersi il giorno dopo.
Poi si salutarono e tornarono alle rispettive case.

Ma il cielo se ne frega di noiUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum