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«Voglio 38 milioni di unità e altre 3 milioni da trattenere finché l'arma non torna nella sua custodia, nella mia Collezione. Ha due mesi di tempo per avvisarmi dell'esito della sua missione, dopodiché manderò ogni mio uomo a cercarla, e mi creda, sono tutti molto più bravi di mia figlia» mentre, finito di aggiustare la navicella, cammino verso la parte della Tana nella quale avevo lasciato Loki e mio padre, quest'ultimo pronuncia queste parole con estrema stanchezza. Taneeler Tivan, famoso Celestiale, uno dei sei Antichi, è stato persuaso da Loki, che ha perforato la sicurezza della Tana con una facilità immensa. Fatico a crederci, dato che molti prima di questo asgardiano sono venuti qua dalle galassie più remote per avere lo stesso oggetto ma non sono riusciti nel loro intento, per quanto avessero provato ad assecondare mio padre e anche me. Come se avessi potere su delle cose che non sono mie! Ricordo ancora quando, alla giovanissima età di 28 anni, un alieno di una qualche galassia minore si propose come mio sposo, come se mio padre non volesse altro, in cambio dell'arma. E la cosa che ricordo più vivamente, e che riesce sempre a mettermi di buon umore, è la risata che mio padre gli fece in faccia, catartica e lunghissima. Come ci rimase male quel povero illuso...

Ma non c'è spazio per questi aneddoti divertenti quando i miei passi iniziano a farsi sentire dalle orecchie di Loki e di mio padre: Taneleer si gira leggermente verso di me e tira gli estremi delle sue labbra cercando di sorridere, consapevole del compromesso a cui è costretto a raggiungere. I suoi occhi sono quasi vitrei mentre si immagina di doversi allontanare da Fleyra, l'unica cosa di Matani che gli è rimasta oltre al ciondolo che porta al collo. «Inoltre, voglio un garante, un testimone che mi possa aggiornare con periodicità sulle condizioni della spada e sulla sua integrità» Loki sorride con trionfo, come se avesse già avuto successo nella battaglia alla quale vuole partecipare, giù a Midgard. Mi guarda per una frazione di secondo, contento di rivedermi tra loro e soddisfatto di essere arrivato alla fine dell'accordo. «Perfetto! Signorina Tivan, aveva detto che le sarebbe piaciuto viaggiare: mi vuole accompagnare?» non so se devo rispondere sinceramente, se devo mentire o se devo semplicemente stare zitta. Da una parte vorrei accettare, per cambiare aria e scoprire appieno gli ambienti di Midgard, oltre che le mie vere attitudini. Da un'altra parte vorrei rifiutare, prendere a coltellate Loki e allontanarlo il più possibile da qui, dato che tutte queste chiacchiere mi hanno stufata. Da un'ultima parte, infine, vorrei non essere così tanto sotto i suoi riflettori, dato che sono soltanto una ragazzina che ama impicciarsi negli affari degli adulti. Alla fine aggrotto le sopracciglia, decidendomi di non assecondare questo folle dio che ha distrutto mio padre solo con l'uso della dialettica. «Non se ne parla proprio. Lena mi serve qui, deve imparare a lavorare al mio fianco, deve impegnarsi a studiare con costanza, e soprattutto è una priorità che stia lontana dai guai. Ho dei contatti specializzati in questo tipo di compito, estremamente fedeli e discreti» Loki mi guarda come per dirmi di decidere in fretta per me stessa, poi aggiunge, per incitarmi: «A me non piacciono le persone arrendevoli, docili. Personalmente, trovo affascinante la ribellione, la forza d'animo, anche la tenacia. Se devo trascorrere un periodo con una persona, non voglio una guardia fredda e distaccata, voglio un compagno provvisorio che mi sappia aiutare a usare Fleyra come lei desidera» mio padre mi guarda con la coda dell'occhio, tentando di capire i miei pensieri, anche se adesso non li sto capendo neppure io. «Più che tenacia, con lei troverà testardaggine, irresponsabilità, irrequietezza. In più, è la mia unica figlia, sangue del mio sangue, e non voglio metterla così tanto in pericolo per un capriccio» quando Loki alza le spalle e si inumidisce le labbra per continuare a parlare, io interrompo il battibecco che si è appena creato e mormoro: «Dovete trattare di Fleyra o di me? Padre, se cerchi un testimone, l'hai appena trovato. Non ti puoi che fidare di me, e lo sai bene» Taneleer si gira completamente e di scatto, sovrastandomi nonostante la differenza d'altezza che favorisce me. «Ti ho sempre lasciato il libero arbitrio, l'ultima parola, sempre. Per una volta puoi ubbidire a ciò che ti chiedo di fare, oppure devi metter bocca dappertutto?» sibila; quando gli sfioro il braccio, nonostante la mia alta tolleranza alle temperature, sento gelarmi le mani. «Tengo a Fleyra tanto quanto tengo a te, tanto quanto tu tieni a lei. Non mi fido dei tuoi scagnozzi, sono fedeli ma incerti. Non dirmi che lascerai andare Carina, perché è un'imbecille senza cervello. Saprai già se mi capiterà qualcosa ancor prima che si presenti la minaccia» il suo volto è confuso, quasi addolorato, e anche io lo sono, ma non voglio che Fleyra rischi di perdersi a Midgard per non so quanto. Mio padre mi ha sempre detto che sarebbe diventata la mia arma, la mia compagna, perciò mi sono affezionata a quella lama tanto quanto mi sono affezionata a mio padre e a Hilde. Per quanto detesti Loki per aver ridotto il Collezionista a un padre disperato che sta per separarsi dall'ultimo ricordo di sua moglie e da sua figlia, non posso rimanere qui sapendo di non poter fare nulla per tenere al sicuro Fleyra. «Ma il mio intervento arriverà in ritardo. Midgard è troppo lontana, il compito è troppo arduo e la tua incolumità va al di sopra dello stato di Fleyra» nei suoi occhi leggo tristezza ma anche rassegnazione. Sa già che, se continuo a tirare la corda, lui mollerà la presa, come accade sempre in questi casi, e sa benissimo che non può sfuggire al nostro destino. Prima o poi dovevo separarmi da lui, da Ovunque, e anche se in questo caso è solo per un breve periodo, so che voleva che ciò accadesse il più tardi possibile. «Mi rimanete soltanto te e lei. Melena, riflettici bene... Ci separeremo per mesi, e tutto per lui» mi giro verso Loki, il quale ricambia il mio sguardo preoccupato. Per la prima volta nella mia vita, sto cercando di unirmi al nemico, e so che è una cosa per me imperdonabile; Midgard, la guerra che lui vuole affrontare, la missione che potrei avere e la vita che ho tanto desiderato vivere sono tentazioni troppo grandi, tentazioni che mi fanno andare contro perfino a mio padre, a uno dei sei Antichi dell'Universo, a una delle due persone a cui tengo di più. «Devo ancora rifinire dei dettagli e analizzare a fondo la missione, prima di metterla in atto, ma le prometto che cercherò di completare il tutto con velocità e precisione in due mesi al massimo. Inoltre, la signorina Tivan è un'ottima combattente, e oltre a saper badare a se stessa, sa usare alla perfezione Fleyra, molto di più di quanto potremmo usarla io o uno dei suoi contatti» io sono quella che due ore fa ha combattuto contro un esercito di Chitauri, eppure sembro la più riposata in questo luogo. Loki è teso, nervoso per l'esito di questo contratto anche se è ormai terminato con le condizioni che ha stipulato per la maggior parte lui. Mio padre, stremato, si siede con un tonfo sordo su una sedia vicino alla teca nella quale è riposto l'oggetto della contesa, rimesso a nuovo. Si stira il viso con le mani per poi alzare lo sguardo verso Loki, o verso le sue infinite teche, rifiutandosi di guardarmi per una ragione a me sconosciuta.

«Voglio un aggiornamento ogni 50 ore solari, altrimenti vengo a cercarvi personalmente, e non avrò pietà per nessuno dei due» annuisco con vigore, come se il mio gesto potesse far girare mio padre, il quale però si alza di nuovo e sistema la sedia sotto al tavolo dell'officina, come se non sapesse che altro fare per sistemare il guaio che Loki ha cominciato ma che io ho terminato. «Allora è deciso. Consegna le unità e avrai me e l'arma» Loki mi guarda con finta indifferenza, come se non sapesse in che modo si dovrebbe comportare per non rovinare l'affare tanto agognato. «Signor Tivan, le luciderò Fleyra con cura prima di portarla di nuovo da lei, e a sua figlia non verrà torto un capello. Lo giuro su Asgard» mio padre sembra improvvisamente invecchiato di dieci anni quando risponde a Loki dicendo: «Le sue promesse sono futili, in questo preciso istante, e le sue consolazioni magre. Però le accetto. Terminiamo le condizioni del contratto, firmiamolo e separiamoci» tirato fuori il tablet che contiene tutto il database della Collezione, Taneleer scrive con fretta ma precisione un contratto di noleggio, inserendo ogni minimo dettaglio mentre cammina lontano da me e Loki, stanco della nostra presenza. Io sono incredula dalla volontà di Loki di avermi al suo fianco ma soprattutto dall'intenzione, esplicitata dall'ultima frase pronunciata, di voler rassicurare mio padre; sono anche confusa dal suo piano, misterioso e sconosciuto, ma profondamente emozionata nel partire ed esplorare nuovi territori e poterlo fare con Fleyra. Loki, invece, sembra studiare ogni mio minimo particolare, dai vestiti sporchi di sangue, al viso polveroso e i capelli gonfissimi, mentre scorre gli occhi dalla Tana al mio corpo. «Non avrà di che preoccuparsi con me, signorina Tivan» alzo leggermente il mento, cercando di incatenare il suo sguardo nel mio e sorprendendomi sempre di più dalla luce che attraversa le sue pupille chiare. «Dov'è finito il darsi del tu, e Mel? Vuoi sembrare un vero dio?» unisce le mani e rilassa le spalle, facendo muovere leggermente qualche ciocca corvina mentre dice: «Voglio solo cominciare a parlare come un vero re, dato che presto prenderò quel ruolo» il modo in cui lo dice mi fa intendere, anche se non ho la benché minima idea di come sia gestita la politica di Midgard, che diventerà re non per diritto, ma per forza. Spero solo sia una cosa positiva, una rivoluzione che porti alla prosperità, perché voglio fare tante cose nella mia vita, ma la complice di un dittatore non è tra quelle.


Mio padre non mi rivolge parola né tantomeno sguardo, Loki se ne è andato a spasso per Ovunque con la scusa di aver ricevuto un messaggio da un suo superiore - come se ne avesse uno! - e io sono tutta sola, incapace di muovere le mie gambe verso l'ufficio di mio padre, di fianco alla centralina principale della Tana. Voglio capire perché non mi parla, non si sfoga con me, ma al tempo stesso non voglio sentire la risposta che penso mi darebbe. Perciò mi rifugio in casa e, tra le quattro pareti di camera mia, prendo un borsone e lo riempio con le cose che penso mi torneranno utili, anche se questo viaggio non so quanto durerà e non so neanche cosa mi potrà servire: apro il libro di astronomia che mi aveva regalato Hilde per il mio 36esimo compleanno, cercando qualche informazione su Midgard, ma le parole che leggo sono tutte già state memorizzate dal mio cervello, di conseguenza non scopro nulla di nuovo su questo posto così sconosciuto e, apparentemente, insignificante. Forse Loki vuole dargli una nuova reputazione, uno splendore mai avuto, o forse mi sbaglio sulle sue possibili buone intenzioni, e vuole soltanto distruggerlo. Spero solo di agire dalla parte giusta e, se così non fosse, spero di riuscire a svignarmela prima di finire in una cella con lui. Mentre raccolgo la spazzola per i capelli, decido di guardarmi per un secondo allo specchio, e capisco perché mio padre mi guardasse con tale disgusto: ho sangue di Chitauro, sangue mio e sporcizia su ogni centimetro del mio viso e dei miei capelli, e i miei occhi giallastri, solitamente tendenti al castano chiaro, adesso sembrano chiarissimi, a contrasto con la terra e il sangue incrostato. Prendo subito un asciugamano e mi rinchiudo in bagno, strofinando con vigore ogni centimetro del mio corpo e sperando che perfino la sensazione del sangue di Chitauro, dalla consistenza viscida e gelatinosa, venga risucchiata dallo scolo della doccia. Dopodiché, mi asciugo come meglio posso i capelli, che adesso hanno riacquistato il loro solito odore di agrumi, dovuto al sapone che uso di solito, e mi metto dei vestiti puliti, per poi sistemare il bagno e racimolare le cose che ci ho lasciato e che potrebbero servirmi durante il viaggio. Vorrei tanto chiamare Hilde, parlarle, chiederle che ne pensa di questa decisione improvvisa e irresponsabile, ma so che non mi risponderebbe o che mi picchierebbe a sangue, non lasciandomi neanche l'opportunità di guarire. So che sto facendo ciò che non avrei mai dovuto fare, dato che non ho nessun tipo di competenza per questa missione, dato che mi sto affidando a uno sconosciuto abile nel mentire e nel persuadere le persone, ma ora che ci penso, come durante il colloquio tra Loki e Taneleer, sento qualcosa smuovermi nel profondo del cuore, dell'anima, e quel movimento mi spinge a interrompere qualsiasi mio ragionamento e di proseguire per la strada che ho deciso di imboccare. Il mio istinto è sempre stato molto accurato, e anche se mi ha spesso cacciata nei guai, alla fine mi ha sempre insegnato qualcosa e, più volte di quanto ci si aspetterebbe, mi ha ricompensata.

Ghiaccio che scotta [𝘓𝘰𝘬𝘪]Where stories live. Discover now