Capitolo 31. Avere voglia di volare.

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La tristezza come arriva se ne va mi ripetevi e io tentavo disperata di cacciarla via mentre inseguivo la felicità.
Negli anni è sempre venuta a trovarmi di soppiatto, all'improvviso, facendo crollare tutto quello che avevo in mano costruito.
Anno dopo anno ero lì, seduta da sola ad aspettarla tremante e pensavo:
se lei non volesse più andare via?
Se lei ormai si fosse affezionata così tanto a me dal voler venire a trovarmi periodicamente? Quasi come quei parenti lontani che l'estate si trasferiscono nella casa di famiglia, a cento metri da te.
Con l'unica differenza che tristezza vive dentro me ventiquattro ore su ventiquattro.

Mi chiedo se tu la chiameresti ancora tristezza.

Mio nonno diceva :
i proverbi non si sbagliano mai, la vita tante salite quante discese.
Nelle sue parole trovo l'unica saggezza che possa saziare le mie paure.
La mia vita un'altalena.
E io non ho più paura di viverla.
Ne di cadere o di farmi male.
Ho paura di deludere i sacrifici che ho fatto per arrivare dove sono.
E sarà che il mio cervello fa un full-time sotto pagato e qualche volta finisce per andare in paranoia e li mi fa toccare terra per qualche secondo, mostrandomi i ricordi di tanti anni fa.
Ricordi nei quali elemosinavo amore.
Ricordi che si presentano così forti dal sembrare ancora presenti:

ricordo di quella mia festa di compleanno dove a presentarsi furono due persone.
Ricordo le uscite mancate il sabato sera.
Ricordo il gruppo delle divine, del quale io non facevo parte perché forse di divino avevo solo la panza.
Ricordo, ricordo e ricordo altre mille cose che hanno fatto nascere tristezza.
E sarà per ogni ricordo indelebile che ho, che non riesco a vivere nel presente.

Che fine fa la malinconia quando scompare? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora