Capitolo 16. Resta.

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Pianti isterici comprendevano la paura che provavo tutte le volte in cui mi sentivo abbandonata.
Amavo così tanto l'idea di condividere la mia vita con qualcuno.
Mi aggrappavo a tutte le attenzioni.
Elemosinavo amore pur di averlo.

La vita ci mette davanti a delle scelte che somigliano a strade parallele, destinate a non incontrarsi mai.
La vita è equilibrio tra il nero e il bianco.
Eppure io sceglievo un estremo o l'altro, senza considerare la via di mezzo.
La vita si pensa sia frutto del destino ma mi oppongo. Lei non è casualità ma un insieme di strade che consciamente scegliamo di prendere.
Il futuro non è fortuna ma sacrificio.
Quanti sacrifici siamo disposti a compiere per arrivare alla fine della strada che scegliamo di percorrere?
Ogni scelta che ho fatto nella vita mi ha trasformata e mi ha portata qui, di fronte al tramonto più bello che abbia mai visto. E guardandolo sento il tormento che provo diventare sempre più piccolo.
Qualche metro più avanti c'è lui. È li che contempla il cielo pensando a chissà che cosa. E io più lo guardò più capisco perché lo amo.

La nostra vita è stata pura lotta.
Il nostro amore è stato tutto tranne che una strada in discesa.
Entrambi ne siamo consapevoli.
Abbiamo unito le lacrime versate l'uno per l'altra per formare un fiume. E abbiamo amato ogni istante che abbiamo passato uniti prima di separaci.
La vita ci ha fatto incontrare per poi dividerci.
Abbiamo scelto consapevolmente strade diverse.
Migliaia di chilometri separavano lui da me.

Era un caldo giorno di agosto, l'ultimo nel quale l'avrei visto.
Ero consapevole del futuro che aveva scelto, futuro nel quale non ci sarei più stata anche io.
Entro nello spazio che l'ha visto crescere, sento l'intimità che conserva, attraverso le foto di lui da piccolo appese lungo il corridoio.
La gola si stringe.
Lo vedo indicarmi la strada che porta alla sua stanza, fa cenno all'ultima porta che separa la cucina dal salone.
Entra, lo seguo.
Le uniche parole che volevo dirgli scompaiono tra le lacrime che cerco di trattenere con ogni parte di me, invano.
"Resta o ti seguo."
"Non posso, devo partire, ho già tutto pronto"
"E noi?"
"Ti avevo detto che sarei partito, non dovevamo affezionarci."
"È successo, non potevo controllarlo, allora per te è stato soltanto sesso?"
"No ma..."
"No ma cosa? Ti odio, non voglio sentirti mai più. Ero disposta a seguirti in una città nella quale non ho nulla solo per non perderci."
"Non ti farei mai questo."
"Non ti ricordare di me quando tornerai."
"Non piangere ti prego. "
"Fammi andare via."
Mi alzo di scatto e in lacrime esco correndo. Questa dannata sensazione. Sento abbandono privarmi di qualsiasi altra emozione.
Pensavo che dopo la maturità saremmo riusciti a trovare un compromesso per restare insieme e invece, mi sono soltanto illusa.
Illusa che lui avrebbe messo al primo posto me, scegliendomi.
Non mi segue e mi lascia andar via, forse per orgoglio o forse perché mi ha sempre lasciata libera.
Avrei tanto voluto che l'amore vincesse sul resto e invece, mi ritrovo con la mia vita confusa in mano.
Io, il mio cuore spezzato e tutti i sogni che ho distrutto, facendoli crollare per terra come vetri frantumati in mille pezzi.
Avrei dovuto pensare all'università, a quale facoltà scegliere.
Sono sempre stata così ambiziosa, ho sempre voluto realizzare il mio futuro per poter diventare qualcuno.
E ora che questa confusione mi invade, mi sembra tutto così impossibile da ottenere.
Penso resterò ferma a pensare mentre spenta torno a casa.
L'amore che stavo coltivando come un girasole mi sta per appassire tra le mani.
E io annego nel silenzio.
Mi arriva un messaggio, leggo il suo nome:
"Che fine faremo?"

Che fine fa la malinconia quando scompare? حيث تعيش القصص. اكتشف الآن