Nota autrice: i primi due capitoli sono narrati in terza persona, dal terzo capitolo in poi verrà narrato tutto in prima. Mi scuso in anticipo per questo errore che potrebbe dare fastidio. Spero non sia un problema troppo grosso❤️

Quella mattina Harry si svegliò sudato, dopo uno dei suoi soliti incubi. Ormai non ci faceva più caso, per lui erano di routine. Anche se la guerra magica era già finita da tanto tempo le immagini di essa lo perseguitavano. La guerra per lui era un pensiero fisso. Durante il giorno non riusciva a distrarsi e, di  cancellare quei brutti ricordi dalla sua mente non se ne parlava neanche. Nemmeno durante la notte era al riparo da quei pensieri, poiché si manifestavano nei suoi sogni, o meglio, incubi. Harry era costantemente perseguitato. Notte e giorno. Giorno e notte. Ormai i brutti ricordi erano la sua ombra.
Per l'intero mondo magico Harry era il salvatore, il bambino sopravvissuto, colui che ha ucciso l'innominabile, ma lui non si sentiva così.
Si, è vero, aveva ucciso Voldemort, ma ciò gli era costato la perdita di parenti, amici o compagni di scuola.
Harry si vedeva e si sentiva un mostro.

Nonostante ciò la sua vita continuava, anche se forse dal suo punto di vista non se lo meritava, a differenza di tutti coloro che avevano perso la vita durante la battaglia.

Malgrado non volesse, anche oggi si era svegliato, era vivo per l'ennesima volta, a differenza delle persone che per aiutarlo non lo erano più.

Cercando di ignorare i brutti pensieri, si alzò dal letto, anche se contro voglia. Andò a farsi una doccia, si sistemò, preparò le valigie e in un secondo si smaterializzò per poi trovarsi, subito dopo, davanti casa dei Weasley.

Quel posto per lui era come casa, i Weasley per Harry erano la famiglia che non aveva mai avuto. Harry adorava andare alla Tana, ma dopo la guerra era cambiato anche questo. Non che non gli piacesse andare lì, ma era diventato un peso; durante la guerra, uno dei gemelli Weasley, precisamente Fred, aveva perso la vita, e Harry non faceva altro che incolparsi per ciò.
Andare alla Tana faceva riaffiorare alla mente di Harry il ricordo  della sua morte, una delle più difficili da "accettare". Ahimè Harry non poteva tirarsi indietro, ormai era lì e i Weasley lo aspettavano, così prese un respiro profondo e bussò. Ad aprirgli fu Molly, che come sempre lo riempì di domande e lo abbracciò come se fosse suo figlio.

Harry salì in camera di Ron, dove trovò anche Hermione. Già, da quando Hermione aveva tolto la memoria ai suoi genitori viveva a casa dei Weasley, e per quanto quest'ultimi le mancassero, anche lei alla Tana si sentiva a casa. Beh d'altronde c'era anche Ron, il suo ragazzo, cosa c'è di meglio di vivere insieme al proprio ragazzo?

Quando Hermione e Ron lo videro, Harry era ancora sull'uscio della porta. Non ebbe neppure il tempo di salutarli che se li ritrovò addosso ad abbracciarlo. Era ovvio che anche loro non avevano superato completamente la guerra, ma cercavano di nascondere il loro dolore per non fare stare ancora peggio lui, anche se Harry sapeva che loro stavano soffrendo quanto lui, o forse di più, perché Ron aveva perso un fratello, e Hermione si era ritrovata ad avere dei genitori che non si ricordavano di avere una figlia.

Harry non ebbe il coraggio di andare a salutare Geoege che era in camera sua, la camera che precedentemente condivideva con Fred, perciò lo salutò solamente quando fu George a venire da lui. Dopo la guerra George non era più lo stesso, nessuno dopo la guerra era più la stessa persona di prima. La perdita del suo gemello l'aveva completamente distrutto. George non era George senza Fred, Fred non era Fred senza George. Ogni persona nel mondo magico soffriva per la perdita di qualcuno, e tutto ciò era colpa sua. La cosa che lo faceva arrabbiare di più è che nonostante ciò chiunque lo elogiava, lo definiva "Il Salvatore", ma la realtà è che lui non aveva salvato nessuno, aveva solo distrutto famiglie e provocato dolore a bambini che per colpa sua non hanno più i genitori, e ad adulti, che hanno perso fratelli, sorelle o figli.
O almeno così diceva Harry.

Cercò di distrarsi, parlando con Ron, Hermione e gli altri Weasley, ma i pensieri negativi continuano a rimbombare nella sua testa.
Dopo poco Molly li chiamò per pranzare, il signor Weasley non c'era perché era a lavoro come accadeva molto spesso.

Dopo pranzo decidesero tutti assieme di andare a guardare una partita di Quidditch.
Il pomeriggio passò in fretta, e forse fu l'unico pomeriggio dopo tanto tempo in cui Harry riuscì a distrarsi un po'.

Quella sera non successe niente di speciale, cenarono e dopo poco tutti andarono a dormire.

odi et amoWhere stories live. Discover now