221b Baker Street, 04/06/12.

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Caro Sherlock,
Oggi sono 2 mesi dalla tua morte.
Ancora non riesco a smettere di pensarci, ancora non riesco a superarla, forse perché infondo non voglio farlo.
Non voglio smettere di ricordare perché il ricordo è l'unica cosa che mi è rimasta di te, a parte il tuo amico teschio, la tua poltrona, il tuo inseparabile cappotto e i tuoi cento pacchetti di sigarette che sono ancora sparsi per casa, te li nascondevo io. Ricordi?
Io ricordo, e anche se ricordare fa male non voglio smettere di farlo. Vivi ancora Sherlock, vivi ogni giorno, ogni ora, ogni dannato secondo nel mio cuore, e almeno posso essere sicuro del fatto che da lì non andrai più via.
Alcuni dicono che i sentimenti connessi alla perdita sono un miscuglio di dolorose emozioni, di pena, rabbia, vuoto e abbandono. Quello che percepisco io è senso di colpa, rimpianto. La pena la sento verso me stesso perché se hai avuto il coraggio di precipitare da quel palazzo quel maledetto giorno, è solo colpa mia.
Perché io sarei dovuto essere la tua ancora, l'unica persona che ti avrebbe dovuto far rimanere coi piedi per terra, che ti legava alla realtà, ma così non è stato.
Evidentemente, tu non ti sentivi abbastanza legato a me come io lo sono a te.
La signora Hudson non fa che piangere ogni volta che vieni nominato o che, guardando o sentendo qualcosa, pensa a te. Io invece non piango.
O almeno cerco di non farlo.
Sono solo arrabbiato con me stesso, mi prenderei a pugni da solo, se solo potessi, per quanto sono stato stupido e non ho saputo fermarti.
Ma ahimè, la mia rabbia certe volte si trasforma in lacrime, e credimi, odio quando succede.
Ho deciso di iniziare a scrivere delle lettere perché volevo sfogarmi, ma non ho nessuno, mi sento più solo che mai.
Nemmeno quando ero ferito in Afghanistan mi sentivo così solo, forse perché allora non avevo mai avuto nessuno, invece fino a poco fa avevo te, e solo ora che ti ho perso sento la vera differenza.
Sherlock Holmes. Il consulente investgativo.
Ricordo ancora quando ti domandai la differenza tra consulente investgativo e detective, tu me la spiegasti e ti definisti l'unico al mondo ad esercitare questa stramba professione.
Avevo sempre pensato che da qualche parte ci fosse qualcun altro a svolgere questo mestiere, magari lo chiamava solo in un altro modo, ma ora so per certo che sei l'unico al mondo per davvero.
Eri l'unico al mondo anche a far stare bene John Watson, un soldato che dietro quella postura rigida nascondeva un cuore che aveva solo bisogno di ricominciare a battere, non per vivere, ma per ricominciare a vivere, lasciando quella monotonia giornaliera, distraendosi e godendosi per bene la vita. Tu eri l'unico al mondo a permettermi di farlo. E ora che non ci sei, non so come andrò avanti.

Tuo per sempre,
John H. Watson.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 08, 2022 ⏰

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