XVI. AMARSI

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"You call the shots, babe.
I just wanna be yours."
I Wanna Be Yours - Arctic Monkeys

-Bimba, sono sotto-.

Mia continuava a fissare quel messaggio da almeno cinque minuti.

Bimba.

Era già fottuta ancora prima di scendere.
Il cuore già correva fortissimo senza sosta nel suo petto.

Si affacciò dalla veranda del terrazzino per cercare di scorgere la figura di Lewis, ma di lui non c'era traccia, così come non vi era alcuna traccia di nessuna delle sue auto.

Voleva capire se lui avesse rispettato ciò che le aveva detto, indossando semplicemente una tuta, come aveva fatto lei.

Un completo semplice, grigio, sneakers bianche ai piedi e un bomber per le fresche serate monegasche.

Correttore per coprire quanto più riuscisse il livido sul viso, un filo di mascara e abbondò con il suo solito profumo dolciastro, che sapeva Lewis adorasse.

Il telefono vibrò nuovamente, illuminandosi e Mia buttò un occhio sul display mentre passava la spazzola sui suoi lunghi capelli mori.

-Stai scendendo o ti devo venire a prendere portandoti giù in braccio?-.

Lasciò tutto così com'era.

Non le sarebbe dispiaciuto lasciarsi andare tra le braccia di Lewis, ma era decisamente troppo presto, e il solo pensiero le faceva sentire dolore alle costole non ancora tornate perfettamente a posto.

Si guardò insistentemente nello specchio dell'ascensore, trovandosi quasi banale, non riuscendo nemmeno lei a capacitarsi come potesse avere ancora lui ad aspettarla sotto casa, nonostante tutto.

Anche perché lui ai suoi occhi era sempre il più bello dell'intero universo.

E lo pensò ancor di più quando se lo ritrovò a due passi dal cancello che già la guardava.

<<Pensavo avessi cambiato idea>> esclamò con un sorriso appena la vide.

Quel sorriso che fece ammutolire Mia.

Lewis era a cavallo della sua moto, il casco tra le mani.

Le sue mani tatuate.

Aveva mantenuto la parola indossando anche lui una tuta sui toni del verde pastello.

I capelli, liberi dalle treccine e da qualsiasi elastico che li tenessero uniti, gli ricadevano morbidi sulle spalle in ricci definiti e Mia non riuscì a non pensare quanto potessero essere soffici da accarezzare.

<<Scusami, non pensavo di essere in ritardo>>.
<<Ero io ad essere impaziente di vederti>>.

Mia si schiarì la voce e sorrise imbarazzata senza dire nulla, e lui di riflesso fece lo stesso, continuando a fissarla anche quando lei abbassò lo sguardo.

Gli piaceva così tanto vederla arrossire che pensò di concentrarsi nel fare quello per tutto il resto della serata che avrebbero trascorso insieme.

MOTH TO A FLAME || Lewis Hamilton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora