VI. CONSUMARSI

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"If you horny let's do it,
ride it my pony.
My saddle's waiting
come and jump on it."
Pony - Ginuwine

<<Magic Lewis>>.

I loro occhi si erano incrociati nel riflesso dello specchio nell'esatto istante in cui Lewis aveva aperto bocca.

Aveva pronunciato quelle due parole con la voce roca, bassa, ma in modo così intenso da far tremare le gambe di Mia, che sentì quasi mancare il pavimento sotto i piedi.

Si appoggiò al suo petto con la schiena e chiuse nuovamente gli occhi, prendendo un respiro, cercando di realizzare che ciò fosse tutto vero e non solamente frutto della propria immaginazione.

Anche perché Mia lo aveva desiderato così tanto, sia nei suoi sogni che ad occhi aperti, che quasi aveva paura di impazzire da un momento all'altro.

<<Lew>> sussurrò, trovando finalmente le forze per girarsi e guardarlo in faccia. <<Dio mio, non sai quanto->> cercò di dire, mettendogli una mano sul viso, ma lui la bloccò facendole segno di non parlare, portandosi l'indice davanti alle labbra carnose.

Lo guardò fisso negli occhi per qualche secondo e deglutì rumorosamente.

<<Mi sei mancato da morire>> gli confessò e lo vide abbassare le palpebre per un secondo, prendendo poi un gran respiro.

<<Mia, non devi parlare>> le ordinò con espressione seria.

<<Avremmo molto da dirci, invece>> insisté lei, portandogli anche l'altra mano sul viso ed accarezzandogli la barba che portava leggermente più lunga del suo solito.

Lewis sbuffò ancora, spazientito dalla sua ostinazione.

<<Devi ascoltarmi Lew, per favore. È inutile che sbuffi>> disse ancora, e mentre lei riprese a parlare Lewis si mise una mano nella tasca dei pantaloni neri dal taglio elegante che indossava, provocando un rumore metallico che attirò l'attenzione di Mia.

<<Perché non mi ascolti?>> le domandò, prendendola per i polsi con una sola mano e facendole spostare le sue dal suo viso.

E tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un paio di manette.

Mia fissò ogni suo movimento, e venne travolta da un misto di eccitazione e timore.

<<Non ho alcuna intenzione di sentirmi dire stronzate anche stasera>> affermò mentre le bloccava il polso sinistro e la guardava negli occhi.

<<Lew, guarda che io non ti ho mai detto cazzate>> si difese lei, mentre lui finiva di chiuderle anche l'altro polso.

Fece un ghigno ironico.

<<Forse dovrei anche imbavagliarti, magari chiudi la bocca>> disse pungente.
<<Tu sai come farmi stare zitta>> ribatté lei provocandolo e Lewis scosse la testa.

<<Forse mi confondi con il tuo futuro marito, Mia. Io so come farti urlare>>.

E le tirò un colpo sulla natica.

Mia si lasciò sfuggire un gemito dalle labbra e Lewis la guardò compiaciuto.

<<Ora, se sei d'accordo, ti farei rimettere sulla sedia>> le disse, portandola nuovamente vicino alla seduta, ma fermandola prima di farla accomodare.

MOTH TO A FLAME || Lewis Hamilton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora