Non sentivo nulla. Proprio nulla.
Ed era così bello. Era proprio ciò che desideravo. Era il paradiso, e io credevo di stare per raggiungerlo.
Dio, quanto ero idiota.
La porta della mia camera si spalanca subito dopo, lasciando entrare Alicia. Eravamo già in crisi a quei tempi, e tutta quella situazione non fece che allontanarci ancora di più.
-Mikey! – urla subito, correndo verso il me sdraiato sul letto, ignorandomi totalmente. Capisco che sono completamente invisibile, e in un certo senso non so se esserne grato o infastidito.
Vorrei dire ad Alicia che mi dispiace. Vorrei abbracciarla e dirle che mi dispiace, mi dispiace tantissimo.
Ma non posso fare nulla di tutto questo, perciò mi limito a guardarla mentre cerca di sollevarmi dal letto, piangendo e urlando e cercando a tentoni il cellulare sul comodino. La guardo digitare il 911 con dita tremanti e aspettare una risposta.
-Pronto... sì, mio marito... credo... credo che lui... è sul letto, non riesco a svegliarlo, sembra... sì, credo... c'è della cocaina sul tavolo, credo sia in overdose, non lo so, io... d'accordo, la ringrazio – Alicia chiude la chiamata e si lascia cadere sul letto accanto a me, sospirando e portandosi le mani al viso per asciugarsi le lacrime.
La vedo inspirare ed espirare a fatica, cercando di calmarsi. La vedo voltarsi verso di me e scostarmi una ciocca di capelli dagli occhi, e poi provare a rianimarmi invano spingendo ritmicamente con le mani sul mio petto.
Oh, Alicia.
Quanto ti ho fatto soffrire.
So che i soccorsi arriveranno a minuti, e che verrò trasportato in una stanza d'ospedale dove miracolosamente riusciranno a rianimarmi. Non voglio rivedere tutto questo.
Non voglio.
Chiudo gli occhi, scacciando via il dolore, ed esco da questa stanza degli orrori.
So che non voglio assolutamente, so che non devo e che al contrario la cosa da fare è cercare una dannata uscita, perché è ovvio che queste porte non conducono da nessuna parte, se non negli angoli bui del mio passato.
Ma lo faccio.
Apro un'altra porta e mi ci infilo dentro.
Questa volta, la stanza in cui mi trovo non la riconosco a prima vista. Poi, man mano che mi guardo intorno e mi abituo all'ambiente circostante, inizio a capire.
Sono nella clinica di disintossicazione, e questa è la stanza dove ho passato il mese più orrendo della mia vita.
C'è un letto al centro, con le lenzuola pulite e immacolate e un paio di fumetti impilati sul comodino affianco ad esso. C'è una valigia nell'angolo, il che significa che questo è il giorno in cui sono arrivato.
Lo ricordo, lo ricordo molto bene.
Il vecchio me è alla finestra, a guardare il giardino ben curato che circonda la clinica, quel giardino che ho odiato inizialmente e che poi è diventato pian piano l'unico luogo in cui potessi sentirmi ancora libero.
Ricordo tutto così bene. In fondo sono passati soltanto due miseri anni.
E poi entra Gerard, il Gerard di due anni fa, e attraversa la stanza lentamente, quasi con timore che io mi accorga della sua presenza.
Eppure, me ne accorgo.
-Come avete potuto farmi questo?
Gerard si immobilizza di colpo, poi sospira. Ricomincia a camminare e mi raggiunge alla finestra, posandomi una mano sulla spalla.
YOU ARE READING
Entropy
FanfictionI My Chemical Romance, due anni dopo la fine. Nessuno avrebbe mai pensato che si sarebbero ritrovati, in un assurdo scherzo del destino, nel posto più impensabile al mondo. Separati. Soli. Alla ricerca di una via d'uscita nel caos più totale. Un lab...
Chapter 5 - Part1
Start from the beginning
