2. RILEY

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Il suono rimbombò attraverso le solide pareti della casa, Charlotte si guardò ancora un attimo allo specchio in cerca della propria approvazione, si fece forza e percorse il lungo corridoio che la condusse dritta verso il salotto. Vide tre figure all'entrata della porta, due più adulte e una più giovane, la ragazza aveva i capelli di media lunghezza che arrivavano sulle spalle di colore castano, indossava una gonna nera che le arrivava sopra il ginocchio e una maglietta con dei ricami di pizzo sul décolleté. Mentre gli altri due erano probabilmente i suoi due genitori, la donna aveva i capelli rossi racchiusi in uno chignon, teneva in mano un mazzo di fiori rosa che porgeva ai genitori di Charlotte, era per mano con un uomo alto più di lei con una camicia bianca e un paio di jeans blu, portava degli occhiali da vista tondi e al polso un orologio argento. Charlotte arrivò dai presenti sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori, i suoi genitori la presentarono agli ospiti, soprattutto all'altra ragazza, Riley era il suo nome. Aggiunsero che non era la prima volta che si vedevano ma bensì erano amiche d'infanzia, ma le due ragazze non avevano memoria di nulla legato ai loro rapporti in tenera età. La madre di Charlotte le disse che il pranzo sarebbe stato pronto tra una ventina di minuti, quindi le due decisero che era meglio andare in camera e lasciare gli adulti immersi nei loro discorsi. Giunte in camera, Riley si affacciò fuori dalla finestra ad ammirare il panorama. Charlotte fece lo stesso, insieme contemplarono la splendida veduta verso l'esterno.

- Quello là in fondo é un castello? - Domandò Riley. Charlotte le fece di sì con la testa e le mostrò le foto fatte durante la mattinata, erano splendide disse Riley, Charlotte arrossì leggermente.

- Ti piace la musica? - Chiese Charlotte all'amica. Riley adorava la musica, era il suo mezzo per uscire dalla tristezza e dalla paura nei momenti più difficoltosi. La bionda prese dal suo ripostiglio un giradischi e dalla sua libreria tirò fuori tre dischi in vinile e fece decidere a Riley quale preferisse, lei prese quello più al centro e lo inserì nel giradischi. Incominciò a risuonare in tutta la stanza una musica classica accompagnata da un canto di rondini fuori dalla finestra. Iniziarono a danzare come se fossero due ballerine, erano assorte nei loro pensieri e si dimenticarono di dover andare a pranzo, dopo un po' bussarono alla porta era la madre di Charlotte, Grace. Disse che il pranzo era già in tavola da un pezzo, le due ragazze fecero a gara per accaparrarsi il posto migliore, ma alla fine dovettero prendere gli unici due posti liberi, entrambi capotavola. Tutte e due le famiglie si deliziarono con le succulenti portate fatte da Grace con l'aiuto di suo marito, finito di pranzare le due fanciulle uscirono fuori all'aperto a respirare l'aria che emanava Asgard. Vicino a casa sua Charlotte aveva un'amaca ed entrambe si fecero cullare a vicenda dall'amica. Erano avvolte dalla natura, il ciliegio sopra le loro teste faceva scendere i propri rami quasi a toccarle il viso, uno dei fiori cadde dalla pianta sino ai capelli di Riley. L'amica le fece notare che aveva qualcosa tra i capelli e lei subito si preoccupò pensando fosse un insetto, Charlotte stava ridendo e le prese il bocciolo dalla testa e glielo mise dietro l'orecchio, la mora fece lo stesso raccogliendo due margherite e porgendole entrambe nello stesso posto. 

- Come mai ti sei trasferita qui? - Chiese Charlotte. Riley prese un bel respiro ed iniziò il suo discorso a cui ormai era abituata sentirsi domandare.

- Prima abitavamo sulla Terra, di preciso a Sokovia, solo che un giorno la città si svegliò in preda al panico per via di un attacco da parte di un robot insieme a tutti i suoi scagnozzi, vedevo tutti gli edifici andare in fiamme, gente per terra che non riusciva più a muoversi e chiedeva aiuto. Purtroppo in questa battaglia i miei due nonni morirono, avevamo in programma il giorno dopo di andare a fare un pic-nic ma solo che quel giorno non venne più. - 

CHARLOTTE'S POV

Vedevo gli occhi di Riley diventare sempre più lucidi, non avrei dovuto porle quella domanda, non mi aspettavo un finale di questo tipo, ora le sue braccia mi cingevano il petto ed io intanto cercavo di consolarla mettendole una mano sulla sua schiena facendo movimenti circolari, sentivo il suo respiro affannoso e il battito accelerato, dopo un po' si staccò da me vedevo che si era calmata e ora stava finendo il suo discorso. 

into your arms || Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now