5. La briscola è uno strumento di difesa

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"Vorresti dire che mi sbagliavo? Sei un ottimo argomentatore quanto ascoltatore?"

"Sono il migliore argomentatore, peccato che non mi hai ancora dato modo di dimostrartelo."

"Egocentrico o narcisista?"

"Mi conosco bene. Non sono né egocentrico, né narcisista."

"Perché tua nonna è arrabbiata con te?"

"Perché pensi che io te lo dica?"

Alzai le sopracciglia.

"Perché non dovresti, invece?"

"Giochiamo a farci domande a cui non sappiamo rispondere?"

"Sei tu che hai iniziato. Volevo solo sapere se fosse successo qualcosa di orrendo, soprattutto dopo che ti ho dato uno dei miei libri preferiti."

Rispose dopo qualche minuto.

"Non è successo niente, mia nonna esagera. I tuoi libri sono al sicuro."

"Va bene. Allora ti lascio alle tue faccende. Ciao, ciao."

Riccardo non rispose. Continuai a leggere, sempre con la mente un po' persa tra pensieri vaghi, non riuscivo a stare ben concentrata.

Le ore passarono con la tranquillità ad accarezzarci piano. Il pranzo fu piacevole, ascoltai le chiacchiere dei miei e vennero a pranzare anche i miei nonni Pietro e Rosa, che sarebbero restati poco, alloggiavano in un resort tropicale su una baita del versante opposto a quello della Villa.

Decisi di farmi un bagno in piscina all'alba delle cinque e quando il Sole si fece meno caldo, uscii dall'acqua e mi andai a preparare per scendere un po' in paese, nonostante sapessi che di mercoledì nessuno usciva la sera.

Però, pensai, posso osservare Ischia in silenzio, goderne le luci e la pacatezza. Pensai che magari avrei potuto prendere un gelato, andarmene in giro per le spiagge con qualche bambino in villeggiatura che ancora giocava con la sabbia.

Indossai un vestitino bianco di lino, aperto lungo la schiena, che mi fasciava bene il seno e metteva in risalto la mia corporatura esile.

Legai i capelli in una coda ordinata, mentre i ricci oscillavano scomposti sulle spalle. Avvisai che sarei tornata presto. E così infilai le cuffiette, e il suono della musica incalzante de Il Conforto di Tiziano Ferro e Carmen Consoli mi accompagnò lungo la discesa della collina su cui vigeva la Villa.

Gli ultimi raggi del Sole mi baciarono il viso e il piacevole tocco della brezza estiva mi accarezzò la pelle delle gambe.

Mi feci una lunga camminata a piedi. Scoprii vie nuove all'insegna del verde, dei fiori nuovi. Ville enormi, confortanti e macchine che mi passavano accanto con la musica a palla, motorini guidati da innamorati che si stringevano. Dalle finestre uscivano lunghe file di costumi penzolanti, lenzuola, magliette e bermuda. Urla napoletane, risate fragorose di ragazzini e un cane che rincorreva un'ape sul marciapiede. Piccole lucertole a sfiorare i dossi tra il cemento e intersecarsi nelle mura di pietra.

Giunsi a Ischia Ponte senza sapere come. Il tramonto era una meraviglia della natura, intralciato dal Castello Aragonese nella sua grande compostezza massiccia. Dopo aver passeggiato per i negozietti del centro storico ed essermi fatta un giro alla libreria, decisi di scendere verso i lidi, così da saggiare il profumo di salsedine e lo scrosciare del mare nitido.

Domani sarò albaWhere stories live. Discover now