Small Talk

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Ero già stata a Parigi ma non avrei mai immaginato che tornarci con Zayn sarebbe stato come visitarla per la prima volta. 

Ci eravamo riservati un altro pomeriggio per chiarire definitivamente e mettere da parte ciò che c'era stato in quei mesi, avevamo fatto rewind a qualche giorno dopo il suo ritorno dal tour, come se dopo non fosse successo più nulla: nessun litigio, nessun mese lontani, nessun pianto o altro.

Ora sentire il suo profumo avvolgermi mentre mi rigiravo nel piumone bianco della nostra stanza con vista diretta sulla Tour Eiffel mi faceva provare un senso di felicità e una pace interiore impagabile.

Era il nostro terzo giorno nella metropoli Francese e in quel momento erano le nove di mattina. 

La luce del sole aveva già illuminato il piccolo appartamento e il mio ragazzo era già in piedi da un po'. Lo avevo sentito alzarsi circa un'ora prima e ancora non aveva fatto ritorno dal bagno o ovunque fosse andato, forse a fumare sul terrazzo.

Mi strinsi nel piumone quando una ventata d'aria gelida entrò nella stanza, segno che Zayn stava rientrando. Pochi secondi dopo sentii il materasso piegarsi sotto il mio corpo e le sue labbra soffici sfiorarmi i capelli per poi lasciarmi un bacio sulla tempia. 

Emisi un mugolio e con gli occhi ancora chiusi sorrisi nella sua direzione. 

«Buongiorno stellina.» Si adagiò accanto a me e io in tutta risposta mi strinsi al suo petto mentre con le mani tracciavo il contorno dei suoi addominali scolpiti provocandogli piccoli brividi. 

Non sarei mai riuscita a capire come il suo corpo seminudo potesse emanare calore anche in pieno inverno ma di certo non mi lamentavo perché avevo un motivo in più per accoccolarmi a lui quando sentivo freddo.

«Dormito bene?» Annuii lentamente per poi alzare la testa verso di lui e fissare i suoi occhi caramello ancora un po' addormentati. 

Le sue labbra si posarono qualche secondo sulle mie lasciando un piccolo bacio a stampo e poi uno sulla fronte stringendomi di nuovo per avvicinarmi di più a lui. 

«Dove mi porti oggi?» Chiesi quasi sussurrando per non rompere quell'atmosfera così intima.

«Non ci ho ancora pensato in realtà. Possiamo decidere insieme più tardi, dopo colazione magari.»

Annuii iniziando a pregustare un'ottima colazione con l'uomo che amavo sulla terrazza soleggiata e il mio stomaco iniziò a brontolare solo al pensiero di un buon croissant caldo alla marmellata e il solito cappuccino schiumato. A sentire quel brontolio Zayn rise.

«Sai forse solo per stamattina potremmo fare colazione a letto.» Appena finì la frase le sue labbra si posarono avidamente sul mio collo iniziando a lavorarne la pelle soffice che divenne sempre più arrossata. 

«Per quanto la proposta mi alletti ho voglia di prendere un po' d'aria, continuiamo dopo tranquillo!»

 Lo stuzzicato facendogli l'occhiolino per poi alzarmi dal letto e sculettare fino al divano per recuperare una vestaglia e avvolgermela intorno al corpo per scaldarmi.

Quando Zayn mi raggiunse sul terrazzo e si sedette di fronte a me con un sorriso mozzafiato non potei fare a meno che pensare ancora una volta a quanto fossi fortunata. 

«Cosa ne pensi di un giro in mongolfiera, sai ho letto che puoi vedere tutta Parigi volando al di sopra delle mille stradine e palazzi. È alternativo e molto intimo.» Sapevo mi servisse qualcos'altro per convincerlo. 

«Oggi ti voglio tutto per me!» 

Alla fine c'è la feci e lui acconsentì ma ad una condizione: saremmo rimasti a letto tutta la mattina. Non contestai e mi lasciai trasportare dalle sue braccia muscolose fino alla stanza da letto e poi direttamente sotto il piumone.

Il moro non amava particolarmente le altezze ma il paesaggio che si presentò una volta raggiunta la massima altezza fu talmente bello che non prestò più attenzione a quella sua fobia.

«È così, è bellissimo, grazie Kar!» Non capii esattamente perché mi stesse ringraziando, forse perché ero stata io a pagare anche se dubitavo. 

«Ti amo Zee.» Gli lasciai un bacio sul bicipite poggiando la fronte sulla spalla e chiudendo gli occhi. 

Mi sembrava di vivere in un film, il più bello mai sceneggiato e prodotto in tutta la storia del cinema.

«Ci sediamo? Sai forse aiuta il mio cervello a pensare di meno a quanto siamo lontani da terra.» 

Annuii e dopo esserci seduti nella grande cesta, tirai fuori dallo zaino lo champagne e i due calici per brindare al nostro amore.
Dopo un bicchiere mi sentii di chiedere a Zayn qualcosa che mi frullava in testa da un po' di tempo.

«Amore.» Richiamami la sua attenzione.

«A casa dei tuoi genitori non ho potuto fare a meno di orecchiare una conversazione tra te e tuo padre, lui parlava di una tua scelta. Mi devo preoccupare Zayn?» Un lampo attraversò le sue iridi e lui sembrò capire subito di cosa stessi parlando. 

«Okay ascolta.» Il mio cuore prese a battere più velocemente dopo il tono usato da lui. 

«Non devi preoccuparti, si tratta di una cosa successa in questi mesi. C'è questa ragazza...» I miei occhi si sgranarono e voltai lo sguardo lontano dal suo, incapace di guardarlo mentre la paura mi mangiava lentamente. 

Presi un respiro profondo per poi riconcentrarmi sulle sue parole. 

«Io e Louis la abbiamo incontrata un giorno al parco dove portiamo sempre Freddie a giocare. Si chiama  Maddie ed è davvero dolce.» 

Lo fermai prima che potesse dire qualche altra cosa carina che mi avrebbe fatto definitivamente esplodere. 

«Cosa dici Zayn?» Mi prese le mani tra le sue costringendomi a guardarlo.

«Fammi finire Kar, non è ciò che pensi. Maddie ha quattrodici anni, era al parco perché è l'unico posto che conosce abbastanza lontano dall'orfanatrofio in cui vive da quando aveva due anni. 

Si è avvicinata a noi per chiedere se avevamo una sigaretta, la prima cosa che ho notato è che tremava dal freddo a causa della felpa leggerissima che indossava.»

Fece una pausa per assicurarsi che stessi ancora ascoltando e poi riprese a raccontare.

«Ovviamente non le abbiamo dato la sigaretta ma Lou le ha dato la sua giacca. Le abbiamo fatto alcune domande e solo dopo un bel po' ha iniziato a raccontarci la verità. 

Ha dormito da Harry dato che non voleva tornare in orfanatrofio, non potevamo lasciarla certo dormire nel parco!» Annuii facendogli segno di continuare.

«La abbiamo riportata noi dalla direttrice e le abbiamo lasciato un numero di telefono. Da allora almeno una volta a settimana andiamo a trovarla e la portiamo a fare un giro a volte si ferma anche a dormire. Solo se è stata una settimana particolarmente stressante per lei.» 

Ci fu un momento di silenzio, aspettavo che lui andasse avanti, io non avrei saputo cosa dire. 

«Le ho parlato tanto di te, non vede l'ora di conoscerti. Tutti le hanno parlato di te, soprattutto Freddie!» Sorrisi.

«Così io scappo un attimo e voi cinque vi mettete a fare i papà?» Ovviamente ero ironica e infatti non riuscii a non ridere. 

«E' stata fortunata a incontrarvi, sono certa che la abbiate aiutata tanto.» Lui annuì pensieroso e poi tirò fuori il cellulare mostrandomi una sua foto. 

Era magrissima, con i capelli molto lunghi, forse più dei miei, di un nero pesto. Gli occhi erano enormi, i cosiddetti occhi da cerbiatto anch'essi scuri. Sembrava una ragazza timida ma simpatica.

«Me la farai conoscere?» Zayn sembrò sciogliersi completamente e in un lampo mi girò schiacciando la mia schiena contro il suo petto. 

«Sarà la prima cosa che faremo appena tornati. Lei non vede l'ora, non ha mai avuto amiche. Lì è la più grande, ha girato un sacco di famiglie ma tutte la riportavano indietro dopo poco. Non lo so Kar, non riesco a rimanere indifferente. Sento di doverla aiutare, la voglio aiutare ma non so come.»

Lo baciai dolcemente per poi sussurrargli qualche parola di conforto.

«Hai un cuore grande Zayn, la aiuteremo insieme. Se non vuole stare sempre tra quelle quattro mura potrà fermarsi da noi qualche volta, vedrai che troveremo una soluzione.»

All for you  ||Z.M|| (Wattys 2022)Where stories live. Discover now