Arancia meccanica mi disturba

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Ringrazio di avere una mente sempre piena di idee e la voglia di scrivere, che mi permette di liberarmi; ho molta tristezza.

Ho considerato così tante cose, le mie turbe che mi accompagnano in tutti gli ambiti. La mia disastrosa vita che vede tanti piccoli spiragli di luce, momenti per prendere un po' di ossigeno, ma che per il resto è nel buio, soffocando.

Sento il bisogno di grandi emozioni per andare avanti, e per qualche motivo queste non sono mai positive; o comunque, controbilanciano le positive battendole alla grande (posti su un bilancere, i momenti sereni sarebbero catapultati via).

È uno di quei momenti in cui mi sento lontanissima da tutti: come se non avessi amici, come se non avessi famiglia. Chiusa nella mia camera, da sola, nel silenzio - l'unico rumore lo sento dalla finestra, o indossando le cuffie.

Fuori c'è così tanta vita, ora che c'è la festa, che mi fa sentire ancora più alienata.

Qual è la ragione che mi fa andare avanti, se ci penso davvero? Tutto ciò che ho davanti, ora, mi sembra privo di signficato, oppure mi mette una tremenda ansia. Vorrei vivere ed esistere semplicemente. Vorrei non aver bisogno di fare nulla, non annoiarmi mai. Vorrei fosse tutto semplice.

Perché venire al mondo, se devo soffrire?

Alternare dolore e gioia mi lascia il tempo di riposare, ma alla fine della giornata mi fa odiare tutto quanto ancora di più.

La vita è un sistema problematico. È così priva di significato. Così fine a se stessa. Offre tanto e toglie il doppio.

Ho così tante cose da fare, eppure non c'è nulla che possa appagarmi, in questo momento, se non scrivere senza fine.

Oggi ho parlato a me stessa allo specchio, come una scema, per una mezz'ora buona. Ma penso abbia fatto bene, per distrarmi. Ora, invece, sono ricaduta in quei pensieri che non mi fanno mettere il cuore in pace, e mi agitano, mi perseguitano.

Vorrei aprirmi la testa e prendere il mio cervello, lanciarlo nell'acqua gelida.

Vorrei strapparmi il cuore dal petto e distruggerlo, prenderlo a mazzate e vederlo esplodere in piccoli frantumi come vetro.

Vorrei perdere entrambi. Vorrei che le schegge del cuore mi colpissero il corpo per vedere cosa fa più male.

Se smettessi di pensare e provare, starei bene. Non sarei né felice, né triste, e questo non mi porterebbe delusioni.

Non voglio rileggere ciò che ho scritto.

Cronache di una mente fuori postoWhere stories live. Discover now