Nonostante questa versione terribile di Jungkook, io lo ricordavo bene il ragazzo pieno di classe che mi parlava alle feste, lo stesso prepotente e sfrontato che mi aveva invitato qui oggi, e non ero sicuro che fosse lo stesso che mi stava dicendo quelle cose adesso.

Credevo che avesse dentro di se una versione complessa di se stesso, troppo complicata per essere mostrata in ogni situazione. Pensai che invece, sulla base delle mie scarse conoscenze nei confronti di quest'uomo, lui decideva semplicemente in base al suo umore, al contesto e alla scena, di far emergere di più un lato di se rispetto ad un altro.

Ero attratto dal carattere ingarbugliato di Jungkook ma, lo ero meno dall'uomo perfido che riusciva a tirare fuori in queste situazioni.

Sospirai alzandomi e andando verso l'uscita.

Lui parve aver capito le mie intenzioni e si posizionò davanti alla porta bloccando la mia unica via di uscita da quel manicomio.

«Spostati» dissi. La mia era voce piccola e debole.

Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente e lo stesso stava facendo il mio.

«Cazzo, sei proprio come tutti gli altri. Non dici nemmeno ciò che pensi, arrivo a chiedermi se hai un cervello, oltre tutti quei vestiti, e se magari hai una lingua, degli occhi per vedere le cose dal tuo punto di vista. Vi odio così tanto, non avete il coraggio di dire niente e non so cosa diavolo io abbia potuto vedere in te, sei una ragazzino»

Sentii la rabbia montarmi su tutto il corpo ero pronto a sbroccare se avesse continuato a parlarmi in quel modo. Ma come cazzo si permetteva?

«Ce l'ho un cervello, per questo ti sto ignorando. E non osare mai più paragonarmi a quegli stronzi terribili che ti girano intorno» dissi puntandogli l'indice contro il petto.
Lui alzò gli occhi al cielo, non prese nemmeno in considerazione le mie parole e questa cosa mi fece stranamente male.

Mi sentivo schiacciato.

«Sono felice che tu mi abbia visto ubriaco, ora puoi andare» disse senza staccare un secondo gli occhi dai miei.

«Lo farei ma, mi stai bloccando tu l'uscita»

«Va bene, vattene» si spostò leggermente, i suoi occhi bruciavano su di me e le lacrime pizzicavano i miei occhi quando feci un passo avanti e mi trovai fuori dal suo ufficio.
Mi chiedevo davvero come fosse possibile, niente di quello che era successo era minimamente razionale. Perché mi aveva invitato da lui per poi ubriacarsi, dire cose cattive e mostrarsi debole? Quell'uomo era incoerente e confuso più di un bambino ed io ero così ingenuo e stupido per essere entrato in una situazione del genere.

Camminai a passo svelto evitando le lacrime accumulate sul fondo dei miei occhi, il mio stomaco brontolava. Ero pure affamato, cazzo.

Stavo per premere il pulsante per chiamare l'ascensore quando una voce mi richiamò.

La sua voce.

«Taehyung»

Mi fermai con il cuore che stava per scoppiare.
Perché quell'uomo aveva questo effetto su di me?
Non mi voltai.

«Taehyung»
La sua voce era più vicina questa volta.

Una mano mi toccò la spalla.

Respirai tre volte prima di voltarmi. I suoi occhi erano fermi nei miei.

«Cosa vuoi?» Il mio tono era freddo e acido.

Give Me Your Forever | Taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora