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Arya non avrebbe voluto soffermarsi troppo sulle sue emozioni; voleva restare concentrata nel trovare una soluzione ai suoi problemi fisici, non aggiungerne di sentimentali. Eppure le parole di Fandral non facevano che vorticarle in testa e nei giorni seguenti fu costantemente distratta da essi.

Quando parlava con Thor, si chiedeva cosa facesse di diverso rispetto che con Loki. Perché, pur essendo cresciuta con entrambi, non li amava allo stesso modo? Perché considerava il Dio del Tuono davvero suo fratello e quello dell'Inganno qualcos'altro? Era veramente così, o era solo un'idea che le aveva messo in testa il guerriero? Non poteva negare che Loki si era sempre comportato con lei in maniera nettamente diversa che con chiunque altro; poteva voler dire che neanche lui la considerasse una sorella? Sotto quella nuova luce, molte sue affermazioni assumevano un colore diverso.

Fu dopo giorni di elucubrazioni che ad Arya tornò in mente una cosa dettale da Frigga, ovvero che lei conosceva i suoi figli molto meglio di quanto non facessero loro stessi. Se c'era una persona che poteva dirle se i sospetti di Fandral fossero ben risposti, era la Madre degli Dei.

Incapace di mettere da parte quei pensieri e desiderosa di metterci una pietra sopra per poter tornare a studiare la fiamma, Arya decise di rompere il tabù e parlare a Frigga di suo figlio.

Indossò uno degli abiti eleganti che aveva nel guardaroba, un vestito di taffetà lilla con balze sulla gonna, decorazioni argentate sugli orli e perline sul corpetto. Si acconciò i capelli con due trecce cornrows ai lati della testa, fissandone le estremità nella nuca, sopra alle altre ciocche lasciate sciolte. Se c'era una cosa che l'aiutava a rilassarsi era intrecciare i capelli nei modi più disparati. Infine indossò una collana torque e orecchini che si avviluppavano nel suo lungo padiglione a punta.

Non era necessario agghindarsi a quel modo per conferire con la regina, ma dopotutto Arya disponeva di quegli abiti e gioielli e non poteva negare che le piaceva indossarli, per quanto poco pratici.

Una volta pronta, uscì dalle sue stanze e andò in quelle del re. Le guardie la annunciarono e Frigga la accolse con un sorriso mesto, come sempre ultimamente. Il suo re e marito era in letargo e uno dei suoi figli era scappato chissà dove; era comprensibile che non sprizzasse gioia.

«Le tue visite sono un toccasana» le disse prendendole le mani e baciandola sulle guance.

Arya la ringraziò e insieme uscirono nella terrazza che dava su tutta Asgard.

«Temo che oggi dovrò rompere il nostro tacito accordo.» La ragazza le rivolse uno sguardo di scuse. «Vorrei... Ho bisogno di parlare di Loki.»

Un guizzo di dolore attraversò gli occhi di Frigga e l'elfa si pentì subito per il suo comportamento egoista. Il fatto che le servisse chiarire i pensieri e dare pace al suo cuore, non le dava diritto a infierire sul dolore della regina.

«Ma possiamo anche parlare di altro» aggiunse perciò.

La Madre degli Dei scosse la testa. «No. Anche io ne ho bisogno. Non farlo, ha solo acuito il mio malessere e la mia preoccupazione.» Sospirò e vagò con lo sguardo sulle strade e le case dabbasso, dove il popolo asgardiano viveva tranquillo e pacifico. «Se solo fossi stata una madre migliore...»

«Voi siete stata una madre perfetta» le disse Arya. «E sono sicura che lo pensi anche Loki.»

Frigga scosse la testa. «Se fosse così, sarebbe qui.»

«La rabbia gli offusca la mente. Non appena si sarà calmato, si renderà conto che è la verità.» La ragazza si appoggiò al parapetto e diede le spalle al panorama. I suoi occhi si posarono un istante sul re, dormiente oltre le tende che ondeggiavano alla leggera brezza di quella mattina. «Mi dispiace di non esservi stata utile come vi avevo promesso. Mi avevate chiesto di aiutare Loki quando la verità sarebbe venuta a galla e io non sono stata in grado di farlo. Se solo sapessi dov'è andato, potrei provare a riportarlo a casa.»

LOKI - Set me on fireWhere stories live. Discover now