Fortunatamente dormì abbastanza da svegliarsi riposata il giorno dopo, non quanto desiderava, ma era già qualcosa. Quando si alzò, la prima cosa che fece fu entrare nel box doccia e lasciare che l'acqua facesse scivolare via una piccola parte della sua tensione. Funzionò giusto per qualche secondo, poi i pensieri tornarono più ossessivi di prima.

Pranzò, poi attese che Marcus si addormentasse per il suo pisolino pomeridiano prima di mettersi a contare tutti i soldi che aveva guadagnato in quei tre giorni. A malapena 2.200 dollari. Avrebbe dovuto dare il meglio di sé sia sul palco che nel privé per riuscire a guadagnare almeno 2.000 dollari a serata e risolvere definitivamente quel problema.

Quella sera uscì mezz'ora prima di casa per andare a lavoro. Si sarebbe incontrata con Monika all'Ethereal, la quale le avrebbe dato qualche consiglio per cavarsela al meglio nel privé.
Quando arrivò davanti all'entrata del locale, la bionda era già li fuori ad aspettarla, intenta a picchiettare i pollici sullo schermo del cellulare.

«'Sera, Monika.» Valerie la salutò.

«Valerie, eccoti! Tutto bene?» le chiese, posando il cellulare nello zaino.

«Sì, tu?»

«Tutto apposto. Vieni, ho io le chiavi stasera.» le fece cenno di seguirla, per poi aprire le porte d'ingresso e accendere subito le luci. Percorsero tutta la sala fino ad arrivare in un corridoio dove di solito sostava una guardia. Lungo il corridoio si trovavano quattro stanze, tutte coperte da spessi tendoni bordeaux. Monika guidò Valerie in una di queste, anch'essa elegante come il resto del locale. Lungo le tre pareti visibili dopo essere entrati c'era un divano bianco in pelle tutto unito e in mezzo alla stanza una piattaforma quadrata con un palo al centro.

«Allora. All'interno di ogni privé sono ammessi al massimo due uomini per volta. Tu potrai fare ciò che ritieni più opportuno, ma solitamente per essere pagate più che sul palco, i clienti si aspettano che tu ti spogli. Le prime volte non sarà affatto semplice, ma non preoccuparti, tu pensa soltanto a te stessa e non a loro. Io a malapena li guardavo le prime volte.» Monika cominciò a spiegare mentre Valerie camminava per la stanza, studiandone ogni centimetro. Le vennero i brividi.

«A parte questo non è molto differente da quando sei sul palco. Chiacchieri un po' con il cliente magari, ci bevi qualcosa insieme se ti va. L'unica differenze è che se tu dai loro il permesso, potranno toccarti. Solo se tu darai il permesso, ovviamente, ma se lo faranno senza il tuo consenso potrai chiamare subito la guardia che prenderà provvedimenti.» Valerie annuì, pensando tra sé e sé che non sarebbe mai successa una cosa del genere.

«Per il resto...devi stare tranquilla. Prendi i clienti per come sono, persone che hanno bisogno di compagnia o di divertirsi un po'. Non dar loro alcun peso e fai il tuo. Domande?»

«Non per adesso, no.»

«Ottimo» tirò fuori il cellulare per guardare l'ora, poi lo sistemò nuovamente nella tasca, «É l'ora di aprire. Vai a cambiarti, dai.»

E così fece, mentre Hector faceva il suo ingresso seguito da una copiosa quantità di clienti. Il titolare aveva pianificato di seguire Valerie tutta la sera, persino di sostare nel corridoio dei privé insieme alla guardia se fosse stato necessario. Era una ragazza giovane e alle prime armi con un lavoro così particolare, doveva e voleva assicurarsi che andasse tutto bene quella sera.

La castana attirò il suo primo cliente nel privé verso l'una. Dopo aver ballato alcune canzoni, aveva deciso di donare un po' più di attenzione a uno dei tanti uomini che non smetteva di infilare banconote nella sua giarrettiera. Scese dal palco, si avvicinò al suo orecchio per dirgli qualcosa che Hector ovviamente non capì, poi lo prese per mano e lo portò con lei verso i privé. Aspettò che fossero entrati in una delle stanze, poi raggiunse il corridoio, in una mano il suo solito whiskey a fargli compagnia.

𝐈𝐍 𝐓𝐇𝐄 𝐌𝐈𝐃𝐃𝐋𝐄 𝐎𝐅 𝐓𝐇𝐄 𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓 ⋆ Tom HiddlestonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora