Capitolo 3

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L'immagine mostrata nell'ultimo quadro era ben diversa rispetto alle altre. Era sempre il dipinto di un uomo sul prato intento a fare un picnic, ma questa volta... lui era totalmente solo e lo mostrava. Il cielo alle sue spalle era grigio, brutto tempo, nuvoloso e l'uomo era ranicchiato a se, triste. 

Rimasi incantanta dalla sua espressione, fino a quando non sentì una mano sulla spalla, girandomi così di scatto. Un uomo sulla sessantina, un po' curvo e spelacchiato, mi parlò con tono arrabbiato,rimproverandomi, mostrando però sul suo sguardo un'espressione spaventata.

<< Signorina, deve andarsene da qui! Non ne ha il diritto! Dimentichi tutto quello che ha visto e se ne vada! O si pentirà di aver messo piede in questa casa!>> 

Intimidita da queste parole, scappai da quel corridoio senza uscita ritornando nella Sala Grande, dove mi aspettavano le mie amiche. All'entrata del corridoio, con grande affanno, mi voltai nuovamente alla ricerca di quell'uomo, ma appena girai il capo, era già scomparso. Subito dopo le luci iniziarono a spegnersi una dopo l'altra, riportando al buio ogni singolo quadro.

Il mio nervosismo venne interrotto da una voce metallica molto allegra, la quale si rivelò essere quella del capo.

<< Buonasera a tutti e benvenuti a questo magnifico, spettacolare e vistoso Party di Beneficenza! Come tutti voi sapete, oramai sono troppo vecchio per portare avanti questa baracca, lavoro che svolgo dalla bellezza di 50 anni. Così colgo oggi l'occasione di questo party dove tutti i miei più vecchi colleghi sono presenti, per poter scegliere un mio degno successore. Ma per farlo, è necessario che mostri le giuste capacità di prendere il mio posto.>>

Anche le luci della sala si erano spente, per farne spazio ad una singola che lo illuminava.
Il capo era seduto su una sedia a rotelle, era molto magro ed era vestito di tutto punto. Come tutto il resto della sala, anche il suo smoking era di un giallo molto acceso. Sembrava, in effetti, essere un uomo eccentrico e ciò si poteva ben intuire dalla sua entrata ed effetto. 

Dopo aver fatto quel discorso di presentazione, le luci si riaccesero e, aiutato da due donne, l'uomo scese per le scale, raggiungendo così il resto delle persone. 

Ancora in preda allo shock, mi guardai intorno con aria molto agitata, alla ricerca di un qualcosa, un qualsiasi cosa che potesse risaltare all'occhio, non trovando nulla di insolito e così iniziai a chiedermi se ciò che avevo appena vissuto fosse solamente frutto della mia immaginazione. Persino il corridoio sembrava essere scomparso.

 Sentì una mano poggiarsi sulla mia spalla e di scatto mi girai, ritrovandomi dinanzi, diversamente dall'ultima volta, l'avvocato che ci aveva invitate.

<< Scusatemi per il ritardo, ragazze. C'era molto traffico>> Sembrava essere una scusa e anche il suo tono non era molto convincente. Era un venerdì sera e solitamente le strade sono molto affollate, questo era vero, ma quella che portava alla tenuta era ben isolata dal resto della città. E ciò significava che era abbastanza difficile trovare traffico. 

L'aspetto dell'avvocato era ben differente da quello che aveva quella mattina. E non solo per l'abbigliamento, ma anche e soprattutto per l'espressione che aveva sul viso. Sembrava essere inspiegabilmente preoccupato e continuava a guardarsi intorno come se si aspettasse qualcosa di brutto. 

Probabilmente si rese conto del mio sguardo attento e interrogatorio, in quanto cercò di rassicurarmi con un sorriso, ma il mio analizzarlo non si sarebbe concluso solo per questo. Ma la voce del Capo catturrò nuovamente la mia attenzione, distraendomi dal resto.

<< Vi starete chiedendo il modo in cui analizzerò queste vostre capacità e la risposta non tarderà ad arrivare. Cari vecchi compagni, il modo sarà molto semplice. Farete quello che siete bravi a fare: gli avvocati!>> tutti gli invitati iniziarono a parlottare tra di loro, probabilmente questa introduzione non aveva fatto altro che confoderli ancora di più. Ma il Capo non si arrese e continuò il suo grande discorso, con molto entusiasmo, aggiungerei.

<< Farete finta di essere in tribunale e vi dividerete in due parti: l'accusa e la difesa. Io sarò il giudice e dovrete risolvere un caso di omicidio. Il gruppo che vincerà supererà una nuova prova e in quel caso sarà un ''tutti contro tutti'' . Colui che vincerà avrà il mio posto>> 

Sembrava molto contento mentre esponeva questo suo piano, al contrario però di tutti gli invitati. C'era chi urlava ''è ridicolo'' e chi invece gli dava del pazzo. Un'uomo invece si fece avanti, era vestito di un celeste acceso, cosa che faceva risaltare i suoi capelli biondo platino.

<< Come può prendere una decisione tanto importante con un ridicolo gioco di ruolo come questo? E' ingiusto verso tutti i collaboratori che, come me, sono stati al suo fianco per più di vent'anni!>> 

Il Capo iniziò ad irritarsi e zittì tutti con un rapido gesto della mano. Era incredibile come un uomo strambo come lui, riuscisse ad avere anche un lato così dominante e serio.

<< Questa è la mia decisione. Farete come dico, niente storie.>>

Calò così un gelido silenzio e tutti tennero la testa bassa, tranne una donna. Aveva un abito lungo e di un rosso acceso, ricoperto di brillantini, ed era avvolta da uno scialle a pelliccia di un bianco panna. Aveva i capelli raccolti e dei lunghi orecchini argentati che si muovevano anche al piccolo distorcersi delle labbra.

 Applaudì per poi scuotere la testa e incamminarsi verso l'uscita. L'uomo dai capelli biondo platino, che era posizionato accanto a lei, tentò di fermarla non riuscendo, però, a catturarla in tempo.

Non appena le ante si chiusero alle sue spalle, le luci si spensero e poco dopo si sentì un urlo provenire dall'esterno. 

A luci nuovamente accese, l'uomo dai capelli biondi corse verso l'esterno e a poco più di due metri dalla porta vi era un ragazzo con poco più di vent'anni, che tentava di risvegliare la donna in rosso. E lei, stesa a terra con un coltello in petto, non muoveva neanche un muscolo.

Il Capo applaudì, attirando l'attenzione di tutti. 

<< Che cosa significa questo?!>> domandò il biondo.

Il Capo sorrise.

<< Il gioco è partito. >> sussurrò l'avvocato che ci aveva invitato, proprio dietro di me.


La ragazza di raso biancoWhere stories live. Discover now