The Pacifying Chocolate

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I think of you from time to time
More than I thought I would
You were just too kind
And I was too young to know
That's all that really matters
I was a fool

***

Harry é un martire.

O un Santo.

Per essere un Santo, conseguentemente dovrebbe essere anche un martire, nel novanta per cento dei casi, ma insomma, parla per legge dei grandi numeri e sentito dire. Fatto sta che sono passate appena ventiquattro ore da quando ha avuto la pessima, sconsiderata e anche vagamente suicida idea di passare l'asciugamano a Louis e segnare la sua condanna.

Crede sia anche la situazione in cui si trovano, in realtà, a renderli particolarmente consoni a sbattere uno contro l'altro. Già di norma entrambi, se sono portati di loro spontanea volontà in un pub dai loro amici, con distrazioni e una patente che gli permette di andarsene non appena ne hanno le palle piene, non possono fare a meno di attaccarsi, rispondersi male e manifestare pubblicamente che non si piacciono, ma questa, pensa ossessivamente Harry da ventiquattro ore spaccate, è l'apoteosi del peggior luogo possibile in cui potessero mai costringerli.

Non c'è letteralmente via di scampo, a un certo punto. Quella mattina, Harry si era svegliato e aveva sbuffato, perché era di nuovo poggiato a lui, ovviamente, e non poteva dire nulla, non quando Louis aveva praticamente ragione: è uno a cui il contatto piace, preferisce dormire con altre persone e sentirle vicine, e sui suoi amici, o su chiunque frequenta, ha sempre le mani addosso. Non può farci troppo, se è la sua indole e non dà fastidio a nessuno. Per questo, aveva sospirato e si era accucciato a Louis, dicendosi che ormai era stato lì per chissà quante ore, e far finta di essere scioccato e vagamente schifato da quella situazione era solamente più imbarazzante. In più, il suo docciaschiuma era molto buono.

''Be', buongiorno'' aveva detto Louis, da sopra di lui, ed Harry aveva sbuffato platealmente mentre una mano gli pettinava i capelli:

''Ti disprezzo con ogni fibra del mio essere.''

''E questa posizione lo dimostra, piccolo'' un dito aveva portato un suo ricciolo a stare bloccato dietro l'orecchio, gentilmente ''Il mio petto è abbastanza comodo?''

''Cristo, ma la finirai mai?''

''Non vedo perché dovrei. Ti piace, non è vero? Questa cosa dei capelli. Più di quanto tu possa pensare. Nel sonno sei ancora più sensibile'' aveva constatato, intrappolando alcune ciocche. Harry aveva chiuso gli occhi, pur di non guardarlo e sentire lo stimolo di dargli un pugno, e aveva sistemato l'orecchio contro il battito tranquillo di un cuore che gli pompava nella guancia. Aveva risposto:

''E' già abbastanza da commedia scadente senza che tu infierisca. Noi che ci addormentiamo separati e ci svegliamo così, intendo. Forse anche il resto.''

''Io e te siamo un po' i personaggi da romcom. Ma comunque, io mi addormento così, amore. Sei tu che ti accucci all'estremo del letto e a un certo punto ti sposti e mi vieni addosso. E sei anche pretenzioso, se provo a muovermi.''

''Questo non è vero.''

''E' molto, molto vero. Mi stringi e se mi sposto mugoli. Credo che tu non sia abituato a dormire da solo.''

''Louis'' aveva sibilato tra i denti ''Vuoi che mi alzi da qui o posso stare un'altra mezz'ora a riposarmi prima di scendere e realizzare che sono bloccato in una fottuta baita circondata da strati e strati di neve con te? L'ho fatto ieri e posso farlo anche oggi senza nessun problema.''

Stuck With You ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora