Capitolo 7: Il Bacio

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Okay, d'accordo. È stato carino ma ciò non vuol dire affatto che io sia pronta ad affrontare un'intera ora a casa da sola con lui!

Mio fratello ed i miei genitori iniziano presto a lavorare mentre io entro a scuola un'ora più tardi, quindi sono costretta a stare con Andrew.

Fino ad adesso sono riuscita a non andare nel panico perché dovevo finire la colazione, ma adesso entrambi abbiamo finito di mangiare e la tensione in tutto questo silenzio è quasi palpabile.

Mi schiarisco la voce, mi alzo dal tavolo con il piatto della colazione in mano e vado verso il lavandino.

Pochi secondi dopo vedo con la coda dell'occhio che Andrew fa lo stesso.

«No!» gli faccio prima che possa cominciare a lavare il piatto.

Lui mi guarda confuso. «Che c'è?»

«S-sei un ospite» non riesco a guardarlo negli occhi, ogni volta che ci provo la mia mente torna all'altra sera ed è troppo imbarazzante. «Non puoi lavare tu i piatti.»

Lui resta in silenzio e si lascia sfilare il piatto dalle mani.

«Scusa»dice poi.

«Non ti devi scusare!» la mia voce deve risultare stridula, tanto sono nervosa.

«Sì, invece. Anche se già ieri mi sono scusato con te... non mi sembra abbastanza. Dimmi come posso rimediare.»

Mi asciugo le mani con lo strofinaccio della cucina. «Non è stata colpa tua, ma di mio fratello. Ti ringrazio, ma non ce n'è bisogno.» Sorrido.

«E allora perché non mi guardi quando ti parlo?» dice in tono serio.

Io resto in silenzio a guardarmi le scarpe. Cosa dovrei rispondergli?

Lui si appoggia con una mano al bancone della cucina. «Se fossi una femmina basterebbe che mi alzassi la maglietta e saremmo pari» dice, ed azzarda una risata imbarazzata.

Sorprendentemente, anche io mi metto a ridere. «Già, sarebbe tutto più facile.»

Ed in quel momento trovo il coraggio di guardarlo negli occhi.

****************

«Come mai mi hai chiamato?» chiedo.

«Ho deciso» risponde Colin.

«Deciso cosa?»

«Per il tuo articolo. Dopo la sera in cui abbiamo cenato, tre giorni fa, ho cominciato a pensare e pensare a come perfezionare la mia idea. E sarai tu a farne un articolo.» Fa una piccola pausa. «Come ti ho già detto, però, devi essere pronta a tutto.»

«Lo sono» rispondo.

«Bene. Allora cominciamo.» Si schiarisce la voce. «La mia idea è nata, come tutte, dalla domanda "che cosa potrebbe interessare agli adolescenti?", poi ho visto due ragazzi che stavano accoccolati su una panchina ed ho realizzato: una storia d'amore. Ma non una banale, di quelle già sentite e risentite centinaia di volte...» gli occhi di Colin sono illuminati di una luce completamente nuova. «...ma di storie diverse. Tante storie diverse!»

«Dove vuoi arrivare?» chiedo.

«Il mio articolo parlerà di confronti. Quale uomo è più adatto ad una donna? Qual è la storia d'amore che una ragazza sogna di più al mondo?»

«Mmm... Penso di aver capito. Vuoi che io faccia un confronto tra dei tipi di ragazzi.»

«Esatto!» Sorride. «Per precisione cinque tipi: lo sportivo, il nerd, il brillante, l'artista e il ribelle.»

«Capito. Quindi mi darai le domande, farò dei sondaggi a queste tipologie di persone e scriverò l'articolo?»

«Cielo, no!» Colin si passa una mano tra i capelli già spettinati.

«Come?»

«È qui che arriva la parte difficile. Dove devi essere disposta a tutto per realizzare l'articolo.»

Il mio cuore batte velocemente: ho un brutto presentimento. Accavallo le gambe sulla sedia e gioco con una ciocca di capelli. «Dimmi.»

«Per realizzare un vero articolo non dovrai fare dei semplici e banali sondaggi...» Esita un attimo prima di continuare. «...ma dovrai provare la sensazione di stare insieme a loro sulla tua pelle. Solo così potrai scrivere un articolo vero, vivo.»

Resto immobile a fissarlo, sbalordita. «D-dovrei uscire con tutti quei ragazzi? E starci assieme? E magari anche baciarli?!»

«Avevi detto che eri pronta a tutto purché non fosse illegale.»

«E da quando una ragazza che si prostituisce non è illegale?» dico forse a voce un po' troppo alta.

«Non ti ho chiesto di farlo. Non ci devi andare a letto.»

Mi alzo velocemente dalla sedia e comincio a camminare avanti ed indietro per la stanza, pensando seriamente alla cosa. «Colin... è una pazzia!»

Colin si avvicina a me e mi prende le mani. «Non è quello che hanno detto a tutte le persone che ora sono ricordate in libri e film? Nella vita bisogna saper rischiare per arrivare al successo.»

«Ed io dove li troverei cinque ragazzi di queste categorie che possano essere vagamente interessati a me?»

«Beh, di solito agli sportivi va bene qualsiasi cosa che respiri, i nerd vogliono solo una ragazza che parli la loro lingua, per il delinquente vestiti di scuro con una gonna corta, mentre per l'artista sarà un po' più difficile...»

«Basta» lo interrompo. «Troppe informazioni in un colpo solo.» Sospiro.

«Giusto. Scusami.» C'è un attimo di silenzio. «Comunque se avessi problemi a trovare "il brillante" io sono qui.»

«Cosa vorresti dire?» chiedo.

«Beh, non per vantarmi ma sono uno dei migliori studenti della scuola.»

Arrossisco. «I-io... uscire con te?» "Sarebbe un sogno che si avvera!" concludo nella mia mente.

«Oh, scusa. Magari... non sei d'accordo.» Anche lui pare un po' imbarazzato.

«N-no! Figurati! Mi va benissimo.» Sorrido, ma subito dopo abbasso lo sguardo. «Ma se poi quello che scrivo di te non ti piacesse?»

Colin si avvicina a me col viso. «Hai il vizio di pensare sempre prima agli altri che a te stessa. Questa è la conferma di ciò che ti ho detto qualche giorno fa: sei adorabile.»

I nostri visi sono vicinissimi. Il mio battito del cuore sempre più accelerato e nell'aria si sente l'odore di Colin.

«Se sei d'accordo...» dice lui lentamente con gli occhi quasi socchiusi. «...Inizierei le ricerche per l'articolo adesso.»

Deglutisco. Sta per succedere davvero? «Assolutamente d'accordo.»

Poi Colin si china.

E l'unione delle nostre labbra è inevitabile.

Tutta Colpa di un Pezzo di CartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora