La Trappola

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Il mercenario

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Il mercenario

«E smettila di guardarmi con quella faccia colpevole. Come se non sapessi in che modo ci guadagnamo da vivere.»

Marc porta alle labbra la bottiglia di wiskey attingendone un sorso avido. Il braccio sollevato a fatica pesa come un macigno e mentre il sapore asciutto e legnoso della bevanda che trangugia gli inonda il palato, pizzicandogli prepotentemente le narici e facendogli strizzare le palpebre. L'alta gradazione alcolica sortisce l'effetto sperato: la trachea arde di un fuoco che lo brama dalle carni allo spirito, seppellendolo all'inferno. Ed è lì che Marc Spector si nasconde, sotto il cumulo di cenere sulfurea dei suoi molti misfatti, a soffocare i residui di una coscienza che bussa alla porta dell'anima, ma che un mercenario non può permettersi.

«Ti ho detto di smetterla di guardarmi, commesso del negozio di souvenir.»

Stavolta c'è riuscito, Marc. Ha zittito il debole, l'insicuro. I ruoli sono finalmente rovesciati, il logorroico impiegato del negozio di articoli da regalo è imprigionato nello specchio. Marc ha ripreso il controllo del proprio corpo. Tuttavia non riesce a reggere lo sguardo abbacinato del pusillanime che lo fissa spaurito dal vetro riflesso. Colui che finge di meravigliarsi del fare di Spector, delle sue scelte. Maledetto giudice perbenista e ipocrita. Come un bravo religioso che adempie alla lettera la dottrina, Steven Grant è la voce scomoda. Un pungolo nel fianco che Marc vuole estirpare fino alla radice. Il ragazzo remissivo è la parte debole e fanciullesca di un passato che deve soccombere.

Anestetizzato dai postumi che gli lasciano gli affari compiuti per conto di Khonshu e dal troppo wiskey, l'uomo si rialza. Si trascina, barcollando sotto il peso del proprio corpo, come una carcassa vuota, fino alle tende che tengono la stanza in penombra, al riparo da un sole rovente. Le discosta con decisione. La veduta dal Marriot Mena si apre sulla necropoli di Giza. Le dita scorrono sullo spesso e pregiato broccato delle cortine fonoassorbenti. La fissità di un piglio sardonico guizza nelle pupille di pece, scure come l'animo dell'ex marine, Marc Spector, mentre osserva il colore del sangue che, aggrumendosi sulla punta dei polpastrelli, traccia dense scie amaranto tra gli arabeschi d'oro tratteggiati a rilievo sul tessuto.

The Spector of The Moon [MOON KNIGHT] IN REVISIONE Where stories live. Discover now