Freed

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chïasmo (o chïasma) s. m. [dal lat. tardo chiasmus, gr. χιασμός, tratto dal nome della lettera χ, per la sua forma incrociata] (pl. -i). – 1. Figura retorica, consistente nell'accostamento di due membri concettualmente paralleli, in modo però che i termini del secondo siano disposti nell'ordine inverso a quelli del primo (...) [Treccani.it]



É la sensazione lieve ed impercettibile del movimento delle lenzuola che scosta Caitlyn dal sonno - breve ed irrequieto - in cui era caduta. É notte fonda; lo percepisce dalla strana sensazione di intorpidimento che le avvolge le membra, la testa che fa fatica a riconciliare i fili dei pochi pensieri che riesce ad acciuffare, le gambe e le braccia intorpidite e pesanti. La sensazione di calore che sembra emanare il corpo che la affianca non le é del tutto familiare.

Eppure, d'un tratto, come ridestandosi dal sogno in cui sentiva ancora di potersi affacciare, la realtà degli avvenimenti della serata - lei, Vi, le loro confessioni, la loro vicinanza - tornano ad infrangersi come onde, cariche di risacca, sul suo inconscio.

Ha dormito pochi minuti, ed abbracciata, posata, avvolta a lei, c'é Vi; ne percorre con lo sguardo - ora che può farlo liberamente senza farsi notare, ora che l'oscurità della notte può celarne il desiderio - la curva rigida della mascella, il profilo ritto che ne denota la compostezza e la forza, ed al contempo ne nasconde la gentilezza della fanciulla che é stata e che forse ancora é.

Caitlyn pensa che di quella gentilezza e di quella dolcezza e di quella rabbia lei vuole e può farsi carico; Caitlyn riconosce con assoluta certezza che nulla sarà più come prima - che tutto può accadere e nulla può cancellare la sensazione di sbalordimento e meraviglia che quel corpo poggiato al fianco al suo le dona. Che tutto può cambiare e tutto può crollare eppure Caitlyn sa che mai potrà dimenticare questa vita che si dipana, i respiri mozzati che si rincorrono a causa di un brutto sogno, i movimenti bruschi, le attese ed il silenzio che si riempie di sussurri.

Eppure, Caitlyn pensa, lascia che io mi prenda cura di te. Lo pensa intensamente, lo imprime nel suo sguardo che si perde nell'oscurità ed è pure immediatamente attratto da quella massa di capelli rosa - ha i capelli rosa, Vi, come pensava lei di poterle resistere? 

Vi é sveglia; Caitlyn se ne accorge perché ha il respiro più regolare, ed i suoi movimenti si sono fatti più controllati - non vuole che Caitlyn sappia. Lo ha fatto di proposito? L'ha tesa nella sua trappola ed ora aspetta nella tana - ha trasformato la sua camera nella sua tana. Come se fosse un test. Come se potesse mai accadere che dopo il primo passo, e dopo il primo sguardo, ed il primo momento, ed il primo tocco, come se potesse mai esistere un mondo in cui Caitlyn possa dimenticarla.

"Mi stai fissando."

La matassa sconnessa di pensieri che continua a minacciare di sovrastarla é ovviamente interrotta dalla laconica osservazione di Vi. E Caitlyn, sorridendo tra sé e sé, si domanda, genuinamente curiosa: lo fa di proposito? Oppure é incosciente nel mostrarsi così fragile e così forte, così aperta e così irraggiungibile nella sua torre d avorio, così vicina eppure così lontana, ancora un chiasmo, sempre un chiasmo, infinitamente.

Caitlyn tenta di contare fino a dieci. Caitlyn tenta di apparire più tranquilla, più rilassata, più padrona della situazione. É il suo letto, la sua investigazione, é lei ad avere liberato Vi, e non viceversa. Eppure,  a Caitlyn sembra di essere lei, quella liberata. Di essere lei, quella che era prigioniera.

Non riesce a voltarsi e neppure a contare. Tenta di abbozzare una risposta, di calmare il respiro: sente il cuore che le scoppia in gola.

È questo quello che fanno le persone normali?

Si voltano, percorrono con lo sguardo i confini che si stagliano nell'oscurità, scostano lentamente e leggermente le lenzuola, avvicinano un po' i corpi, prima i piedi poi le ginocchia ed infine le mani; una mano sul fianco, una sul viso. Con l'indice che preme su quel tatuaggio che continua a pronunciare nel modo sbagliato, che si sofferma poi sulle sopracciglia lievemente arcuate. Caitlyn immagina e rivive l'espressione di Vi; ringrazia l'oscurità che non le permette di leggerle il volto - la luce del giorno le avrebbe già bloccato i movimenti, tarpandole le ali.

È questo che provano le persone normali?

Perché Caitlyn non l'ha mai provato. È un peso che la avvolge dall'interno, dai talloni fino alle punte delle dita, dalle gambe piegate fino all'ombelico, alla parte bassa dello stomaco che sosta irrequieta; è qualcosa di così inaspettato che ha passato le scorse ore a ripetersi che poteva farcela - era solo una notte, dopotutto - e poi tutto sarebbe tornato come prima. Ma nulla sta tornando al suo posto, e la sensazione persevera e si fa ancora più innervante e totalizzante ed estranea.

Sente il lenzuolo scostarsi, impercettibilmente; i piedi e poi le ginocchia e poi le mani. Sono le mani di Vi, sul suo viso. Ne tracciano la curva del sorriso, si fermano sulle labbra. Si fermano. Caitlyn pensa che non vorrebbe si fermassero. Ma non pensa davvero perché il suo corpo è ridotto ad un ammasso di sensazioni discordanti e la sua mente è andata in cortocircuito dal primo momento in cui ha sentito il primo "you're hot, cupcake."

Vi pensa che lei sia attraente. Lo pensa davvero - lo ha detto. Caitlyn ripercorre quelle poche parole sulla punta delle lingua, il respiro mozzato. Lo pensa davvero - lo ha detto; eppure, a Caitlyn, sembra impossibile.

Inspira, espira. Le dita sono ancora lì. C'è un silenzio che si fa sempre più profondo. È il loro respirare a spezzare la quiete.

Chi è che fa il primo passo?

Il mondo si è fermato, la terra non gira più sul suo asse.

Caitlyn ringrazia l'oscurità della notte, e le lenzuola che le avvolgono. Sembrano quasi creare un regno in cui solo a loro è dato il permesso di sostare.

È caduta nella trappola; è quello che pensa quando sente il respiro di Vi avvicinarsi al suo, sempre più vicino, sempre più caldo. È caduta nella tana - eppure si sente a casa.

Sente le labbra di Vi premere dolcemente, delicatamente, con apprensione - e Caitlyn percepisce che vorrebbe scuoterla e dirle che vuole tutto -, sente il suo corpo abbandonarsi a quel calore che non proviene dall'esterno. Sente ogni terminazione che si accende al tocco delicato, le ginocchia che si avvicinano ed il corpo che si inarca e si risveglia e senza alcun controllo si riscuote. Ricambia il bacio; percepisce, con acuta tensione, il corpo di Vi farsi più leggero. Percepisce, con caparbietà, testardaggine, che il suo saprà dirle cosa fare.

Una sicurezza sconosciuta le afferra i lembi, le scuote la testa offuscata ed il respiro affannoso; punta gli occhi su Vi e solo in quello sguardo vuole dire e comunicare quello che a parole non sarebbe in grado di accettare.

Occhi contro occhi e viso contro viso; il tempo di abituarsi al corpo altrui e percorrerne le lunghezze, con precisione chirurgica ed imbarazzo malcelato, con tenerezza e cura smodate. Le dita che percorrono quella mascella così a lungo osservata, il naso, le orecchie, il tatuaggio il tatuaggio il tatuaggio.

Caitlyn si perde ed è consapevole di essere caduta nella trappola, che il meteorite l'ha colpita ed affondata, che quello che sente non è un punto di arrivo ma un punto di partenza.

E sbocciano i fiori, lentamente le corolle si aprono e si dispiegano verso il cielo, e tutto riparte da zero e tutto diventa nulla; e Caitlyn sente che fino al momento in cui ha posato gli occhi su Vi, non aveva conosciuto ancora una vita degna di essere chiamata tale.

È caduta nella trappola; eppure, con rinnovata costanza, con desiderio inspiegabile, sa e percepisce. Ed in quella trappola, si sente libera.



Note finali: 

@laurelleghuleh viva i treni

From a prison, Freed (#CaitVi)Where stories live. Discover now