CAPITOLO 4 "Giudizio" (Kel)

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Mi alzo sulle braccia, fiato corto, muscoli tremanti. Le quattro pareti che mi circondano appaiono come una visione sfocata. Prendo lunghe boccate d'aria, come se non avessi mai respirato in vita mia. Passo rapidamente una mano sulle braccia ricoperte di più lividi di quanti ricordassi ripetendo il movimento diverse volte alla ricerca delle ustioni. Incappo in un filo su per un avambraccio. Lo afferro con le dita tirando così forte da spezzarlo facendo fuoriuscire copiosamente un liquido azzurro che si versa sul terreno imbrattandomi i vestiti.
I suoni, ovattati e sostituiti con fischi acuti, guizzano da una parte all'altra della camera. Ogni parte del corpo sembra muoversi di vita propria. Sento la pelle bruciare, le orecchie fischiare e il cranio pronto ad implodere per l'esagerato afflusso di pensieri. Il tutto si fonde in una miscela esplosiva impossibile da disinnescare.

Strappo il camice a quadretti verdi che mi ritrovo addosso senza alcun ricordo di come sia finito lì a cingermi i fianchi. Getto le mani sul petto come se fosse la condizione unica e sufficiente per lenire quel dolore spasmodico che si estende per ogni nervo del corpo. Prima sfioro, poi tasto e infine gratto la pelle come per strapparla di netto.

Un droide entra nella stanza riproducendo suoni meccanici ad un ritmo ansioso e martellante, tiene incollata al braccio una siringa, piena dello stesso fluido giacente sul pavimento. Prima che la sonda possa avvicinarsi, senza pensarci due volte, alzo un palmo verso la porta. Il piccolo droide non ha neanche il tempo di emettere un ultimo bip prima di schiantarsi contro il muro sprizzando scintille da ogni pezzo precipitato sul terreno.

Entrano subito dopo tre figure dalla forma antropomorfa.
"Kel!". Urla una delle silhouette al varco.
La voce oscilla nella camera facendosi strada nello spirito in fiamme.
Vedo come un miraggio la mia maestra Ketni affiancata da Zayed e Neeve sulla porta.
Quest'ultima corre verso di me stringendomi con una forza che non pensavo fosse capace di applicare, per un momento il dubbio di star ancora sognando mi impedisce di godere del momento. Mi aspetto da un momento all'altro che le sue braccia potrebbero richiudersi nello sterno così come fece quell'essere. Il dolore, prima lancinante, sembra però mitigare ogni secondo di più.
"Sono felice di rivederti". Bisbiglia sfiorandomi l'orecchio col labbro superiore.
Stacco la testa dalla sua spalla.
"Il tuo collo...". Rasento con i polpastrelli il rossore sotto la mandibola. Fa un passo indietro allontanandosi.
"Non è niente...".
La magistra rimane ai piedi del letto con aria solenne. Le pupille vitree assorbono la luce nella stanza ridistribuendola nel corpo pallido che sembra risplendere come una stella. La bellezza eterea della maestra Ketni, tipica della specie degli Echani, ha sempre affascinato qualsiasi persona si sia mai trovata al suo cospetto, compresi gli stessi nemici.
Zayed si poggia al muro col solo sostegno della spalla.

"Kel, come stai?". La voce della magistra trasmette apprensione.
"Domanda di riserva?". Provo a ridere ma il tentativo sfocia in una tosse soffocata.
"Guarda cosa ti ha fatto...". Continua scrutando da cima a fondo il corpo tumefatto.
Da quando ho memoria il suo viso mi ha sempre conferito sicurezza, ma ora vedo confusione e timore. Un timore che non scaturisce da un semplice rapporto padawan-maestro, lei è la persona che mi ha cresciuto, addestrato e curato come se fosse un suo dovere. Ricordo i momenti in cui arrivammo al tempio, quello stupore che provai vedendo la prima spada laser e la miracolosa sensazione di libertà che sentii quando usai la forza, ognuno dei quali collegati in qualche modo alla donna di fronte a me.

"Dove siamo?".
"Siamo nella sezione ospedaliera del Tempio. La squadra di paramedici che hai chiamato vi ha trovati appena in tempo. Sembra tu sia svenuto subito dopo la collutazione".
Le parole di Ketni continuano a risuonare nella camera.
"Vorrei davvero lasciarti riposare credimi, ma il consiglio preme per avere risposte e devo riferire i fatti. Quindi ho bisogno di sapere tutto, Kel".
Ruota le pupille chiare all'interno delle mie.
"Intendo tutto, nei minimi particolari e senza esagerare".
"Maestra, pensa davvero che possa inventarmi qualcosa per far apparire le mie azioni più importanti di quel che già sono?".
Mi sento gli occhi di tutti puntati addosso in un silenzioso giudizio universale.
"Ero ironico, tranquilli".
Non riesco a fare a meno di sentire Zayed all'altro capo della camera ridacchiare imitando la mia voce.
"'Di quel che già sono'".
Decido di ignorarlo congedando il suo intervento con un accenno divertito del sopracciglio e tornando al discorso.
"Un Aqualish, il Sith, si è infiltrato nella mia camera all'incirca dopo il tramonto".
"Tutte le serrature delle cabine si aprono dall'interno fatta eccezione per la porta d'ingresso e non vi erano segni di effrazione, come è riuscito ad entrare?". Ketni si siede su una poltrona blu pastello ai piedi del letto.
"Arrivato davanti all'uscio scoprì di aver perso la chiave ma non so ancora come sia riuscito a prenderla".
Zayed prende la parola.
"Parliamo di questo fantomatico 'Sith', lo era davvero? O era uno dei soliti criminali con complessi dell'attenzione armato di Spada Laser dal mercato nero? Non vi stupite, succede più volte di quel che crediate".
"Magistra". Interviene Neeve seduta al mio fianco.
"Ho provato una sensazione mai sentita prima. Sentivo solo odio e rabbia. Nei suoi attacchi e nelle sue stesse pupille non scorgevo altro che orrore". Poggio un palmo sulla sua mano notando un leggero tremore.
Annuisco confermandone ogni parola.

Figli di un impero caduto (Star Wars)Where stories live. Discover now