Ti tuffi con me?

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15 novembre

Thessa ed io abbiamo seguito i ragazzi fino in Irlanda del Nord.
Siamo due pazze, chi si attraverserebbe un continente per fare colpo su un ragazzo?
Noi due.
Che poi lei non deve nemmeno fare colpo su Manuel, è il suo futuro marito, mentre io devo fare colpo su Matteo.
Anzi devo riguadagnarmi la sua fiducia.
Dopo il pareggio contro la Svizzera i ragazzi sono tornati a Coverciano, mentre io sono andata a Torino con Thessa.
Sarei dovuta tornare a Milano, ma volevo chiarire le cose con Matteo, ma non riuscivo a trovare un modo, così Thessa ha avuto questa malsana idea.
Si é fatta dire il nome dell'hotel in cui la nazionale italiana avrebbe alloggiato e ha prenotato una camera per due.
Io non ho nemmeno fatto in tempo a ribattere, ma in ogni caso non mi avrebbe dato retta.
Ed eccolo lì, il grande gesto da fare per riguadagnare la sua fiducia: attraversare l'Europa per andare ad assistere ad una partita in cui, probabilmente, resterà in panchina.

"Tina ci sei?" mi chiede Thessa.

"Si, ci sono" replico un po' assorta nei miei pensieri.

"Dobbiamo salire in aereo" mi informa.

Alzo la testa e guardo il tabellone con gli orari di partenza degli aerei: il nostro sarebbe partito tra circa venti minuti, quindi dobbiamo salire.
Non so quanti aerei io abbia preso nella mia vita, ma sono sicura che siano stati parecchi.
Vivendo in Sardegna per andare in vacanza in un'altra regione dovevamo prendere l'aereo o il traghetto, ma il traghetto é sempre stata una tortura per mia madre che soffre di mal di mare, cosa ironica dato che abita in un'isola.

Mi ricordo molto bene il mio primo viaggio in aereo nonostante avessi avuto solo 3 o 4.
Già all'inizio l'aeroporto mi aveva un po' preoccupato, vedere tutta quella gente che correva di qua e di là, ognuno trascinandosi dietro le proprie valigie mi metteva ansia.
Il momento del decollo invece mi è piaciuto, quella sensazione che si prova quando senti che le ruote dell'aereo hanno lasciato terra e che l'aereo si sta alzando sempre di piu verso l'alto è irripetibile, poi quando guardi fuori dal finestrino e vedi le case sempre più piccole, fino a quando non entri nelle nuvole, a quel punto non vedi più niente, attorno all'aereo c'è solo il bianco.
Il decollo era stata una bella esperienza, ma il viaggio è stato molto lungo e anche un po' noioso.
Finalmente dopo tre ore di viaggio il pilota ha annunciato l'arrivo e di mettersi le cinture, l'aereo ha iniziato a scendere e scendere e siamo finiti di nuovo in mezzo alle nuvole, poi le case, al contrario di prima, iniziarono a diventare sempre piu gradi e si vedeva la pista di atterraggio.
Quando l'aereo ha toccato terra siamo stati sballottati qua e là, ma poi ha iniziato a frenare e si é fermato.
Il mio primo viaggio in aereo mi era piaciuto e il secondo, il terzo, il quarto...e tutti gli altri che ho fatto dopo ancora di più.
Direi che non ho la minima paura dell'altezza.

Saliamo e ci accomodiamo sui nostri posti, Thessa molto gentilmente mi lascia quello vicino al finestrino.

"Sei sicura di non volerlo te?" le chiedo.

"Nono tranquilla, io voglio farmi una bella dormita. Almeno puoi goderti il panorama" replica lei sistemandosi in modo da crearsi un letto improvvisato.

Mi sistemo anche io, metto il telefono in modalità aereo e appena mi volto noto che la mia amica sta già dormendo.
Non avevo mai conosciuto qualcuno che riuscisse ad addormentarsi più velocemente di me, ma adesso ho lei.
Il silenzio che mi circonda é rilassante, gli altri passeggeri sono presi dai loro pensieri e non fanno alcun tipo di rumore.
Provo una sensazione di calma e perfino una piccola sensazione di paura quando sento avviare il motore senza che me lo aspettassi.
L'aereo comincia a fare movimenti lenti e sicuri prima dell'accelerazione decisa, improvvisa e maestosa.
Avverto un brivido quando, guardando fuori dal finestrino, mi accorgo che siamo già in fase di decollo, di sospensione e di volo.
Assistere al momento in cui ci si alza da terra con una facilità e una velocità impressionante mi fa sentire inerme, impotente alla potenza di una macchina.
Ed eccoci qui: dopo un paio di minuti sto sorvolando i cieli e immergendomi tra le nuvole, vedendo dal basso quel che solamente pochi minuti prima era la terra.
Che spettacolo godersi dal finestrino la sensazione di volare nel cielo, nel vuoto, di sembrar essere appoggiati alle nuvole, di attraversare paesi in pochi secondi, di ammirare le bellezze della natura, montagne, fiumi, città, campi, oceani, immagini e panorami indimenticabili che mai avrei potuto visitare se non sorvolandoli in aereo, e che in questo momento mi appaiono così piccoli e lontani.
Fluttuare nell'aria, essere in sospensione, sensazioni di forza, sicurezza, eccitazione, felicità mi accompagnano per tutto il viaggio fino al momento in cui il comandante ci avverte che ci stiamo avvicinando a destinazione: allacciate le cinture.
Allaccio la cintura anche a Thessa, che sta ancora dormendo.
Peccato che si sia persa questo spettacolo mozzafiato.
Percepisco una decelerazione graduale che mi sembra normale e automatica, ma che in realtà ha impiegato anni e anni di studio, di test e di esercitazioni per essere effettuata con successo.
Dopo poco atterriamo.

Tuffo nel vuoto //Matteo Pessina//Where stories live. Discover now