Torino

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Pov Federico:

Vado a bussare alla sua porta, come ogni sera da quando è arrivata ormai.
Lei mi apre e mi accoglie con il suo solito sorriso splendete, ma quanto bella è.

Mi dispiace dover partire in anticipo, ma a Torino mi reclamano e non posso tardare.

"Hey, siediti pure" mi invita ad accomodarmi sul letto.

"Ti devo dire una cosa" le dico.

La sua espressione si rabbuia e riesco a percepire tutti i pensieri negativi che le stanno passando per la testa.

"Non è ciò che pensi tu" esordisco per poi aggiungere: "Volevo dirti che quando mi sveglio partirò perché mi reclamano a Torino".

"Ah...mi mancherai" bisbiglia.

"Se vuoi puoi venire con me..." provo a proporle.

"Mi piacerebbe, ma Nicolò se la prenderebbe a morte e non mi va. È per merito suo che ora sono qui, mi sembrerebbe di voltargli le spalle se me ne andassi" risponde con voce flebile.

"Non preoccuparti, ti capisco" la rassicuro sorridendole.

Tocco la sua bocca.
Con un dito traccio il bordo della sua bocca, comincio a disegnarla come se uscisse dalla mia mano, come se per la prima volta la sua bocca si aprisse, e mi basta chiudere gli occhi per disfare tutto e ricominciare.

Faccio nascere ogni volta la bocca che desidero, la bocca che la mia mano ha scelto e che sta disegnando sulla sua faccia.

Una bocca scelta tra tutte e che coincide esattamente con la bocca di Martina che sorride sotto quella che la mia mano le sta disegnando.

Mi guarda, da vicino mi osserva, sempre più da vicino e allora ci guardiamo a distanza così ravvicinata che i nostri occhi si allargano, si attaccano tra di loro, si sovrappongono.

Respiriamo confusi, le nostre bocche s'incontrano e lottano nel tepore, si mordono con le labbra, appoggiano appena la lingua tra i denti.

Allora le mie mani cercano di immergersi nei suoi capelli mentre noi ci baciamo come se avessimo la bocca piena di fiori e di fragranze.

E se ci addentiamo, il sapore è dolce, e se affoghiamo in un breve e terribile assorbirsi dell'alito, quell'istantanea morte è bella e la sento tremare su di me come la luna nell'acqua.

Ci stacchiamo per qualche istante e mi accorgo che sorride ancora.

Ci guardiamo di nuovo negli occhi, avvicinando nuovamente le nostre labbra fino a farle toccare, per poi ritrarci un attimo e rincontrarci ancora, e così via per alcuni secondi, una sequenza di baci casti e ravvicinati.

Con il braccio destro le cingo la vita e con la mano sinistra le accarezzo dolcemente il viso, schiacciandolo sul mio.

Ci stacchiamo nuovamente e comincio a baciare leggermente le zone del viso in prossimità delle sue labbra, poi le bacio gli angoli della bocca ed infine il labbro superiore.

Socchiudo le labbra e le faccio aderire alle sue, fondendo le nostre bocche fino farle diventare una sola.
Le nostre lingue si intrecciano e sento l'eccitazione farsi più forte.

Lei si stende sul letto tirandomi a sé, la mia mano vaga nei suoi capelli toccandoli, prima con delicatezza, poi con un po' più di forza.
Lei fa altrettanto, mette una mano nel mio ciuffo e me lo scompiglia.

"Sei bellissima" le sussurro all'orecchio.

"Anche tu" bisbiglia lei.

Rimaniamo a fissarci sorridendo per interminabili minuti finché qualcuno non bussa alla porta.

Tuffo nel vuoto //Matteo Pessina//जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें