Capitolo 20.

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Jisung si voltò verso Minho e spalancò gli occhi. Spinse Jooyeon da sé e si alzò in piedi.
-"Minho, non è come-" E senza che potesse dire altro, il castano uscì da quella caffetteria il più velocemente possibile.

Camminò a passo svelto senza una meta precisa, mentre si torturava il labbro inferiore per cercare di calmarsi e non scoppiare a piangere.
Mi sta tradendo? Non è possibile... lo conosco da 4 anni, lui non è così. Eppure i fatti sembrano essere questi...
Poco dopo sospirò e si fermò, riprendendo fiato.

Per la strada avvistò una panchina e decise di sedercisi. Il suo sguardo era diretto su un punto indefinito di quella via, mentre quell'immagine di Jooyeon e Jisung continuava a comparire nella sua mente.

Vorrei che fosse uno scherzo. E se Jooyeon l'avesse obbligato?.. Sarà quel che sarà, ma non credo che le gambe di Jisung si siano mosse fino a lì insieme a lui da sole.
-"Aish..." Minho sospirò e buttò la testa all'indietro, chiudendo gli occhi a causa di tutta quella confusione che aveva nella testa.

Nel frattempo, il cielo si stava facendo sempre più scuro. Jisung, dopo quell'incontro con Minho, corse via, senza dire nulla a Jooyeon. Né un insulto, né nulla. Semplicemente corse via da quella caffetteria con le lacrime agli occhi.
Sono stato un cazzo di stupido, mi sono fidato di lui. Mi ha davvero rovinato la vita. Non sopporto l'idea di perdere Minho.

Tentò di calmarsi; magari c'era ancora qualche speranza. Sì, avrebbe solamente dovuto raccontare la verità a Minho.
E quale sarebbe la verità? Che mi vedevo di nascosto con Jooyeon da ormai settimane? Aish.
Ormai era andata così, non si può tornare indietro e cambiare il passato.

Tornato a casa, il corvino si chiuse a chiave in camera e scivolò per terra con la schiena appoggiata contro la porta, mentre numerose lacrime rigavano le sue guance.

Avrebbe voluto che Minho fosse stato lì, con il suo pollice, a mandarle via, mentre gli sorrideva. Non poteva perderlo. Non poteva proprio.

Quindi, si asciugò il viso con la manica del suo maglione ed afferrò il telefono. Vide una decina di chiamate perse da parte di Felix, Hyunjin e Jooyeon, ma in quel momento non gliene importava più di tanto. In quel momento era Minho la cosa che più gli interessava.

Me
Minho, possiamo parlare?
So che cosa è potuto sembrare quello che hai visto, ma c'è una spiegazione.
Minho, ti prego, non ti voglio perdere.
Parlami, perfavore.
Seen

Minho aveva letto i suoi messaggi, ma non se la sentiva di rispondere. Spense il telefono e lo ripose in tasca, stringendosi nella sua giacca per il vento freddo, per poi ritornare a casa.

-"Minho, finalmente! Ti abbiamo aspettato tutto il-"
-"Mamma, ti prego. Non è il momento." Il castano passò la busta delle poche cose che era riuscito a comprare alla donna di fronte a sé, per poi dirigersi velocemente in camera sua e chiudere la porta a chiave.

Si sedette sul letto e strinse le ginocchia al petto. Una lacrima scese sulla sua guancia ed un sospiro abbandonò le sue labbra. Tornò alla realtà e si asciugò velocemente quella lacrima, tirando su col naso. Odiava piangere, per lui era un segno di debolezza, anche se sapeva che gli avrebbe fatto bene. Ma proprio non ci riusciva.

La mattina seguente Jisung arrivò a scuola e, per la prima volta, non trovò Minho all'entrata ad aspettarlo, come era solito a fare. Sospirò e procedette per i corridoi con la testa bassa, finché non andò a sbattere contro qualcuno.
-"Jooyeon, giuro che se sei tu ti tiro uno di quegli schiaffi che non te li dimentichi più."

Alzò lentamente la testa e, fortunatamente, quello di fronte a sé non era Jooyeon, bensì era Felix.
-"Jisung, è successo qualcosa con Minho?" Domandò un po' preoccupato l'amico.
-"È successo un casino." Ribatté quindi il corvino con gli occhi lucidi.

Gli raccontò tutto.
-"Cazzo, è uno stronzo... mi dispiace tanto Sungie, spero che si risolverà tutto." Disse il biondino stringendo l'altro in un forte abbraccio.
-"Grazie Lix. Ci vediamo in classe." Lo salutò il corvino con un sorriso forzato sulle labbra.

Dirigendosi per la sua classe, vide qualcuno di fianco a sé che non poté ignorare. Era proprio lui: Jooyeon. Anche quest'ultimo lo aveva riconosciuto, e non poté fare a meno di abbassare lo sguardo e fermarsi in attesa di un insulto o una qualsiasi parola da parte di Jisung.

-"Jooyeon... perché?" Disse improvvisamente il corvino guardando l'altro. "Perché l'hai fatto? Me lo spieghi?" Continuò, con gli occhi lucidi.
-"Io..." Mormorò il più alto non sapendo cosa rispondere, con lo sguardo fisso per terra.

-"Rispondimi Jooyeon. Per quale cazzo di motivo l'hai fatto? Sai che cos'ha pensato Minho!? Perché l'hai fatto!?" Continuò Jisung con le lacrime che iniziavano a scendere per la sua guancia.

-"Perché mi piaci."

E a quelle parole, il corvino sentì il suo cuore smettere di battere. Jooyeon finalmente trovò il coraggio di portare lo sguardo sulla figura di Jisung, pietrificata.

-"Mi piaci, Jisung. E ho saputo dimostrarlo come un vero e proprio coglione fin dal primo giorno in cui ti ho visto. Sono stato uno stronzo, lo so. E delle scuse non saranno mai abbastanza. Ma ti prego di capire che sono davvero dispiaciuto." Ribatté quindi con la voce tremante il più alto.

-"Jooyeon... mi hai rovinato la vita, davvero. Minho non mi risponde, e temo che continuerà così per colpa tua." Disse Jisung senza fregarsene di ferire i sentimenti dell'altro. Tirò su col naso e si asciugò le lacrime, camminando verso la sua classe.

Si sedette al suo solito posto.
Minho non era lì.

Le cose andarono avanti così per una settimana circa. Jisung passava le giornate disteso sul letto senza parlare con nessuno, anche se i suoi amici tentavano sempre di tirargli su il morale.

Sembrava andare tutto per il verso sbagliato, quando, inaspettatamente, una notifica catturò la sua attenzione: era Minho.

Il corvino aprì velocemente la loro chat e lesse il messaggio che gli aveva mandato.

Minho<3
Va bene. Domani dammi delle spiegazioni. Alle 16 in caffetteria.

Jisung riconobbe come l'altro stava male, dalle sue fredde risposte. Eppure, sorrise. Entrambi avevano delle speranze nell'altro. Sembrava che nessuno dei due volesse lasciarsi andare davvero.

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Niente gays, altro capitolo e la fine si avvicina.

ᖴᒪIᖇT -|ᴍɪɴsᴜɴɢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora