Una dura verità

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Sono circa le 8 del mattino, e mia madre entra in camera mia gridando:
"Preparati! Oggi c'é la parata!"
Già. La parata. L'avevo dimenticata. Quando ero piccola volevo sempre andarci, ma ora non sono molto entusiasta.
Si svolge su una grande strada, ai lati della quale vi sono grandi scalinate dove le persone più importanti e le loro famiglie si siedono ammirando per mezz'ora di seguito soldati che sfilano per loro. Mio padre mi ha detto che oggi si vedrà un filmato sui campi e alla fine ci sarà un banchetto.
Mi preparo: decido di indossare una lunga gonna blu, una camicietta celeste, guanti bianchi e un cappello ornato di rose blu.
Siamo tutti pronti. Saliamo in macchina, come sempre guidata dal Tenente, e in poco tempo arriviamo.
"Oggi è un gran giorno per noi, figliolo."  Dice mio padre rivolgendosi al Tenente e dandogli una pacca sulla spalla.
"Oggi ci faremo conoscere".
Comincia la parata. Ci accomodiamo sulle scalinate, io sono vicino al Tenente.
"È la prima volta ad una parata, Elsa?" Mi chiede.
"Si", rispondo, "e pensavo fosse più eccitante".
"La prima impressione è sempre questa".
Sono circa 2.000 i soldati che, oggi, sfilano in divisa e con il fucile in spalla per le persone come mio padre. Persone importanti, intendo.
Quando finalmente finisce la parata, vedo mio padre e mia madre tutti eccitati perchè stanno per incontrare una specie di "segretario" di Hitler, il quale ha parlato molto bene della nostra famiglia.
Io e il Tenente ci spostiamo in un angolo per far passare tutta quella gente.
"I tuoi genitori devono essere molto contenti" mi dice, portando le mani dietro la schiena.
"Sembrano essere felici davvero solo quando uccidono, quegli assassini" penso tra me e me.
Ora, le 4 famiglie più importanti (tra cui la mia) si recano nell'auditorium per la visione di un filmato. Vengo accompagnata dal Tenente. Il mio favoloso Tenente.
Ci sediamo in quarta fila, più o meno a metà.
Il filmato comincia.
Il campo ripreso è quello vicino a casa nostra, lo riconosco a causa della muraglia di filo spinato che lo avvolge.
Scene scioccanti: Ebrei che vengono torturati, bambini strappati alle loro mamme, camion e camion di quella gente che viene scaricata alla stazione come fossero porci, sono magri, sporchi dei propri escrementi, alcuni sono morti durante il viaggio.
Poi inquadrano i crematori;
"Cosa c'entrano? Tanto lì ci buttano il cibo" sussurro nell'orecchio del Tenente. Lui mi guarda come meravigliato dalla mia affermazione.
Poi mi dice:
"Ma come, tu non...?"  Invece di continuare la frase, mi indica la tela con l'indice.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime, che però non colano.
Migliaia di Ebrei vengono condotti ai crematori e uccisi bruciati.
O mio Dio... E il fumo nero che esce dai lunghi camini.
Finalmente il filmato finisce.
Sto respirando con la bocca, la gola brucia e gli occhi si appannano a causa delle lacrime.
Corro fuori per prendere un po' d'aria e mi appoggio con un braccio ad un albero lí vicino.
Ormai siamo diventati degli animali. Nessuna pietà per coloro che sono come noi. Nessuna.
Vedo il Tenente correre verso di me.
"Ti sembra il modo di scappare? Ci hai fatti sfigurare davanti a tutti...!"
"Era proprio quello che volevo, razza di animali. Non vi vergognate? State uccidendo persone, non porci!!"
"Se questo non ti va bene, non dovevi nascere figlia di un tedesco." Torniamo a casa, e durante il tragitto nessuno osa aprir bocca. Mio padre dev'essere indignato dal mio comportamento. Dal viso di mia madre posso intuire che sia dispiaciuta. Mia madre.... la mia povera madre... Ormai lei si è rassegnata all'idea di cambiare le cose.
Appena varcata la soglia della porta di casa comincio a litigare con mio padre. Lui urla, e io urlo ancora di più. È una gara di urli. Mi sento malissimo; vado i camera.
Poi sento bussare alla porta...

Una Ragazza RibelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora