XVII

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Alice si trovava seduta al bar della Continassa insieme a Nick, mentre aspettavano che l'allenamento finisse. Nel frattempo la ragazza tentava di far capire al ragazzo qualcosa di filosofia, e il ragazzo invece cercava di far entrare qualche regola di fisica nel cervello di lei. Entrambi stavano facendo un lavoro a dir poco pessimo.

"Non ci capisco un cazzo di fisica, lascia perdere, che poi ora ho l'ansia che mi divora quindi..." disse Alice.

La ragazza doveva parlare con Alvaro e Berna di ciò che era successo ed aveva fin troppa ansia. Anche se forse il peggio era andato con Paulo. Ma calcolando che gli altri due erano decisamente più pesanti da quando erano diventati genitori, non si poteva mai sapere come avrebbero reagito.

"Ma dai stai tranquilla, poi ci sono anche Alice e Veronica." cercò di tranquillizzarla Nick.

Il fatto che ci fossero le mogli dei due calciatori la rincuorava un po', ma comunque doveva aspettare di arrivare a casa Morata per avere il loro supporto. Durante il viaggio in macchina se la sarebbe dovuta cavare da sola.

"Dai prepariamoci che stanno arrivando." disse sempre il ragazzo.

"Ciao ragazzi, Ali hai tentato di far capire qualcosa di filosofia a questa capra?" chiese il padre di Nick, mentre quasi tutti i giocatori dietro di lui ridevano.

"Ci ho provato ma niente, mi dispiace." rispose lei scherzando.

"Non mi aspettavo che ce la facessi, tranquilla non è colpa tua, è lui che non capisce niente." disse Andrea mettendole un braccio intorno alle spalle.

"Beh ma io so che invece Ali non riesce a capirci nulla di fisica nemmeno con le spiegazioni di Nick." disse Federico. Il suo Federico. Che poi suo non era.

"Chiesa non fare tanto lo spiritoso." disse qualcuno con tono tutt'altro che scherzoso. Paulo.

"Bene, noi ora dobbiamo andare perché ci aspetta una seratona con cinque bambini sotto lo stesso tetto." disse Berna.

E così i tre si incamminarono verso la macchina dello spagnolo. Ad un tratto però Alice si sentì prendere per il polso. Federico.

"Sei incazzata con me?"

"No, poi ti scrivo e parliamo, ora devo andare." e si allontanò.

I tre entrarono in macchina.

"Allora...spiegaci con tranquillità, ti ascoltiamo." disse Alvaro.

"Sentite io ve lo dico direttamente, quindi promettete di non arrabbiarvi."

"Dillo e basta." disse Federico.

"Io e Federico andiamo a letto insieme."

I due spalancarono gli occhi contemporaneamente, poi rimasero in silenzio per un po'.

"Potete dire qualcosa? Mi state mettendo più ansia di quanta io non ne abbia già."

"Tu sei impazzita? Anzi voi due siete impazziti? Non trovo altra spiegazione." disse Federico.

"Non è uno scherzo vero?" chiese Alvaro.

"No Alva, non è uno scherzo."

"Bene allora manteniamo la calma, non è poi così grave." disse lo spagnolo.

"Ma che stai fuori pure te? Cristo hai diciassette anni, lui ne ha quasi ventiquattro." disse l'italiano.

"Io ne faccio diciotto tra pochi mesi però dai..."

"Non è questo il punto, alla tua età devi farti le tue esperienze, devi viverti l'amore leggero, non una scopamicizia. E se ti innamori di lui, che facciamo? Soffri, perché è una relazione impossibile per tantissimi fattori, non solo l'età, ma anche il fatto che lui sia un giocatore della società di tuo padre. E io non voglio che tu soffra per uno più grande." disse Federico.

"Hai ragione, lo so che ho fatto una cazzata..."

"Vabbè ma non sei innamorata di lui no?" chiese sempre l'italiano, parecchio preoccupato.

"Forse si."

"Cazzo è un coglione." disse sempre lui.

"Sono stati stupidi entrambi perché si sa che in queste cose c'è sempre questo rischio, adesso però è successo e non ci si può fare nulla." disse Alvaro portando un po' di razionalità nel discorso. "Ora andiamo a casa dai." aggiunse.

\\\\\\\

I tre erano arrivati a casa Morata già da un po' ormai.

Alice stava giocando con i bambini in salotto, mentre i più grandi erano in cucina a "cucinare". In realtà Alice sapeva benissimo che stavano parlando di ciò che aveva detto ai due calciatori, ma le andava bene così.

"È pronto!"

Dopo aver mangiato, Veronica, la moglie di Federico era andata a casa dato che le bambine si erano addormentate, gli altri invece si erano seduti sul divano e avevano continuato la serata parlando del più e del meno. Alice sapeva però che sarebbe arrivato il momento di parlare di nuovo di quell'argomento.

"Allora sei innamorata?" chiese Alice, la più grande delle due.

"Forse..."

"È una bella cosa lo sai?"

"Se potessimo stare insieme si, magari lo sarebbe, ma non può succedere, quindi me la farò passare." disse la più piccola facendo spallucce.

"Magari noi due vi lasciamo alle vostre chiacchiere tra donne, Alice può capirti sicuramente meglio di noi." disse Berna, alzandosi e dando un bacio sulla fronte alla più piccola, seguito poi da Alvaro.

"E perché non ne parli con lui? Magari trovate una soluzione insieme, se è vero amore una soluzione si trova."

"Purtroppo non sono in una favola Ali, lo chiamerei più un incubo in cui mi sono impelagata io."

"In che senso?"

"Nel senso che doveva essere solo sesso, che non dovevo innamorarmi di lui e che sono stata una grandissima stupida a pensare che non sarebbe successo." disse scoppiando a piangere.

Alice in cuore suo lo sapeva che nonostante volesse, non si era pentita di aver iniziato quella pseudo-relazione con Federico. Non si pentiva dei momenti passati insieme, non poteva, era stata davvero felice. Avrebbe solo voluto che le cose fossero più facili per lei, per quella relazione. 

afterglow - federico chiesaWhere stories live. Discover now