Si fermò anche lei a guardarmi incredula per poi portare una mano a coprirsi la bocca mentre gli occhi sempre più lucidi scrutavano il mio corpo. 

«Zay, oh mio dio sei qui!»

Mi abbracciò di slancio senza darmi il tempo di dire nulla, facendo attenzione a non disturbare il sonno della piccola bambina che teneva in braccio.

La strinsi più forte che potevo inspirando di nuovo quel profumo tipico dei vestiti dopo che uscivano dalla lavatrice di mia madre, profumo di casa.

Quando ci staccammo a prendere la parola per salvarmi da quell'imbarazzante silenzio fu Louis.

«Ciao Don, è un piacere rivederti, sei cresciuta un sacco!»

Lei sorrise teneramente.

«Ciao Lou. Sono contenta anche io di vederti! Non è che me la potresti tenere un momento?»

Dopo aver adagiato la bimba tra le braccia del mio migliore amico mi abbracciò di nuovo, stavolta un vero abbraccio.

Le sue braccia attorno al mio collo in una presa stretta, mi ricordava un po' gli abbracci di Karen.

«Mi sei mancata tantissimo Doniya.»

Le lasciai un bacio sulla fronte e poi sentii qualcosa di morbido strofinarsi sulla mia gamba. 

«Boris!» Il mio amato cagnolone si era accorto del mio ritorno, si ricordava di me anche lui. 

«Doniya chi era alla porta?» La voce di mia madre mi fece immobilizzare.

Sarei voluto correre via in quell'esatto momento ma mia sorella mi stava già trascinando verso la cucina.

Lei era di schiena indaffarata nel preparare qualche sua strepitosa ricetta: era arrivato il momento, ora che ero li sapevo di aver fatto la scelta giusta. 

«Mamma!»

A sentire la mia voce si irrigidì e il piatto che teneva tra le mani si schiantò sul pavimento frantumandosi in mille pezzi.

Poco le importava, dopo essersi girata i suoi occhi si velarono di lacrime e le sue mani avevano iniziato a tremare.

«Non piangere ti prego.»

Dissi prima che lei mi chiudesse tra le sue braccia cominciando a piangere più forte.

Entrambi piangevamo come due bambini

«Non vi lo merito, lo so ma avevo bisogno di vedervi.» Dissi singhiozzando sempre di più. 

«Bambino mio.»

La sua voce era debole e le sue mani stringevano le mie incapaci di credere a cosa stavano toccando.

«Temevo di non rivederti più!»

Provai a darmi un contegno e allontanandomi un po' da quella stretta capii che era arrivato il momento della resa dei conti.

«Sono stato uno stupido, non meriterei nemmeno il vostro perdono. Ma avevo diciotto anni e stavo passando un periodo orribile e voi ne avete subito le conseguenze.»

Lei sembrò incupirsi ancora di più a queste parole.

«Zayn è stata solo colpa nostra, ogni volta che io e tuo padre ne abbiamo parlato siamo giunti alla conclusione che avremmo dovuto insistere di più, tu avevi bisogno di aiuto e noi non siamo stati in grado di dartelo.»

Piangeva di nuovo, si era appoggiata alla cucina e mi guardava con aria di chi voleva scusarsi.

Io volevo scusarmi, dovevo scusarmi con loro.

All for you  ||Z.M|| (Wattys 2022)Where stories live. Discover now