"Chi se ne frega della legge morale."

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"Un chiosco di panini? Sei serio?"

Nonostante apprezzi le luci colorate appese alle fiancate, chiamare chiosco questo furgoncino parcheggiato in una delle strade più desolate della città, è un complimento enorme.
Praticamente ci siamo io, Manuel, pochi nottambuli affamati, un paio di coppie e un odore nauseabondo di cipolle fritte, eppure mi sembra il posto più romantico che esista.

"Ao Simò c'ho fame, poi non è un chiosco qualunque, è il chiosco, tra le tante specialità fanno i panini con la porchetta più boni de Roma."

"Questo è il posto dove mi dovevi portà quindi? ‘Na porchetteria?"

Non sono assolutamente deluso che tanto mi avrebbe potuto portare in qualsiasi luogo del mondo e mi sarebbe esploso il cuore di gioia lo stesso, semplicemente mi diverte vederlo innervosirsi.

"No coglione, è una tappa prima di arrivare in quel posto, ce vuoi arrivà morto de fame? Se ce vuoi arrivà morto de fame non magnà, però poi non lamentarti con me, non è che te ne esci con Manuel andiamocene che c’ho fame perché ti mando a quel paese. Ma poi scusa anche se fosse questo il posto che ce sarebbe de male? Non te andrebbe bene?"

Sembra si siano invertiti i ruoli, solitamente straparlare è una mia peculiarità e la sua è ridere silenziosamente del mio cervello impappinato, in quei momenti ho sperato ardentemente che mi fermasse con un bacio, stanotte l’occasione per farlo la possiedo io.
Un bacio breve, stampato sulle sue labbra per secondi, giusto il tempo di scatenare nuovamente la pelle con brividi di elettricità pura.

“Manuel guarda che stavo scherzando, ho fame anche io.”

"Allora non rompere e compra ‘sti due panini." torna a sorridere.

"Ah devo pagare pure io?"

"E chi sennò? Su dai annamo.”

La proprietaria, nonché cuoca, nonchè cameriera è una signora sulla sessantina, una romana verace, di quelle che lo capisci subito che amano la propria terra più di qualsiasi altra cosa. Non appena riconosce Manuel si illumina, capisco che un po' ama anche lui ma d’altronde nessuno ne è immune.

“Bello de zia, da quanto tempo, come stai? Fatte stritolà ‘sta guanciotta su.”

Si lascia accarezzare il viso da questa presumibilmente zia, che poi Anita è figlia unica e la famiglia del padre non l’ha mai conosciuta, senza opposizione, con tutta la naturalezza di una consuetudine.

“Marì sto bene, ma se me fai due panini dei tuoi me fai proprio contento.”

“Certo, t’ho mai lasciato a stomaco asciutto? Ma prima famme impiccià un po', chi è sto giovanotto, il ragazzo tuo? No negà che v’ho visto mentre ve baciavate. Come te chiami a zia?”

“Simone, molto piacere.”

“Li mortacci tua Manuel non me lo avevi mica detto che era così bello. O’ sai che sto disgraziato me parla ‘na continuazione de te? Amore de zia  mò che te conosco finalmente t’ha posso chiede ‘na cortesia? No litigate sempre che se fa troppo nervoso.”

Zia Maria si classifica al primo posto delle mie persone preferite e si merita di essere invitata ad ogni festività di casa Balestra, con mio padre poi andrebbe d’accordissimo, già li immagino a mettere a disagio chiunque, soprattutto Manuel che adesso si è tinto di un rosso più acceso di quello di un pomodoro.

“Zia Marì e daje però che questo se monta la testa, non è il ragazzo mio, è n’amico mio lo sai, poi la prossima volta che vengo te racconto meglio.”

“Te me racconti quello che me vuoi raccontà da quando eri ‘na creatura, pijiate sti panini và, Simò trattamelo bene e non litigate.”

Seduti su un muretto Manuel mi parla di come conosca la signora Maria da quando aveva sette anni, sua mamma lavorava in un negozio d’abbigliamento nei dintorni del chiosco e lui che a casa da solo non poteva rimanere era costretto a seguirla tutti i giorni. Quelle ore per lui erano interminabili, trascorse perlopiù nel magazzino a svolgere i compiti e l’unica cosa che riusciva a rallegrarlo era il pensiero di poter recarsi presso quel furgoncino sgangherato per comprare le patatine fritte e farsi stritolare la guancia da quella donna che ormai per lui era diventata la zia che non aveva mai avuto. Questo rituale poi è continuato per dieci anni, nonostante il cambio di lavoro della mamma e la sua adolescenza lui almeno due volte alla settimana viene qua e ritorna ad essere bambino, non ci ha mai portato nessuno, nessuno tranne me stanotte.
Io mi rendo conto nuovamente di quanti siano e quanto siano intensi i capitoli della vita di Manuel e non voglio perdermi nemmeno un punto in mezzo a tanti errori di punteggiatura, armato solo di tenerezza, un po' come ha fatto la zia Maria.

Quello sguardoWhere stories live. Discover now