Capitolo 1

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"Harry!"

Nella stanza regnava il silenzio assoluto. Si sentivano solo i sussurri di Anne che tentava di svegliare il figlio, bisognoso solo di un po' di riposo e del caldo che lo aveva dolcemente accompagnato fino a due settimane prima.

"Dai, Harry. Non vorrai far tardi il tuo primo giorno di scuola", alzò la voce Anne cercando di essere un po' severa, ma ottenne solo un altro mugolio da parte del figlio, che ora si era coperto l'intero corpo con il piumone.

Anne scostò in fretta la coperta del figlio che si chiuse a riccio per il freddo insopportabile.

Harry aveva la brutta - per la madre - abitudine di dormire solamente con i boxer, anche quando fuori si gelava. Diceva che così dormiva meglio e che ci metteva di meno alla mattina per vestirsi.

Infatti, appena alzato Harry correva sempre in cucina e faceva colazione in fretta, quasi fosse sempre in ritardo. Quando però correva su per le scale, spendeva più di trenta minuti davanti all'armadio a scegliere cosa indossare e, mai contento di come potersi vestire, prendeva la prima maglia e pantaloni che trovava.

Harry era sempre stato un ragazzo vivace agli occhi della madre, del tutto ignara di come realmente si sentisse suo figlio. Harry infatti era tutto il contrario di quello che faceva sembrare a casa, alla madre e alla sorella Gemma, anche se quest'ultima sapeva cosa succedeva ad Harry a scuola. Con loro aveva rapporti stretti e non si tirava indietro nel dire la propria opinione ed, eccezionalmente, ad alzare la voce quando era arrabbiato - anche se capitava raramente.

Era il contrario di come si comportava quando vedeva degli estranei o anche semplicemente i suoi compagni di scuola.

Con sua sorella però era diverso. Erano molto legati, non solo come fratello e sorella, ma anche come veri amici, migliori amici. Gemma proteggeva sempre il suo piccolo fratellino ed Harry difendeva sempre la sorella più grande. Sembravano la stessa persona. A scuola erano sempre insieme, condividevano tutto: paura e allegria, tristezza e gioia, dolore e felicità, solitudine e timidezza.

Harry non aveva nessuno con cui potersi confidare al di fuori della sorella, alla quale aveva raccontato della sua prima e attuale cotta per un ragazzo dagli occhi azzurro ghiaccio. Le parlava continuamente di come lo faceva sentire bene con un semplice sorriso, anche nei momenti peggiori della sua vita, anche quando i suoi compagni si prendevano gioco di lui e lo chiamavano con qualche nomignolo assurdo e ridicolo.

Al contrario, però, quel ragazzo, di cui Harry conosceva solo il suo nome e qualche dettaglio sulla sua vita scolastica, non aveva mai avuto occhi nei suoi confronti. Non lo aveva mai visto nello stesso modo in cui Harry lo guardava ogni mattina, appena uscito dalla prima lezione. Per qualche motivo sconosciuto, era sempre in ritardo e riusciva a vederlo solo quando, passando davanti al suo armadietto, incontrava quegli occhi gelanti che non lo avevano mai guardato.

Harry si chiedeva ancora per quale motivo quel ragazzo non fosse mai stato nominato capitano della squadra di football, visto che era il più bravo, o almeno lo era agli occhi del riccio che non si perdeva nessuna partita. Lo aveva visto segnare i suoi goal più incredibili e voleva che almeno uno di quelli fosse dedicato a lui - cosa impossibile, ma il riccio piaceva farsi qualche piccola illusione. Tutti quei goal, o almeno la maggior parte, erano dedicati alla sua fidanzata.

Stavano insieme da ormai un anno e mezzo e solo Dio sa quanto abbia sofferto Harry, vedendolo passare per i corridoi mano nella mano con quella bellissima ragazza.

Quei ghiacciai non si sarebbero mai innamorati di lui, si convinceva Harry ogni volta che vedeva sfrecciare i due davanti a sé ignorandolo completamente e lasciando una scia del profumo della castana, che faceva sempre arricciare il naso del piccolo Harry, indifeso e vulnerabile. E cosa si doveva aspettare? Che da un momento all'altro Louis lo avrebbe notato e si sia innamorato di lui? Impossibile, diceva Harry, lui è etero, non gli piacciono i maschi e soprattutto non gli piaci tu, aggiungeva la sua vocina interiore.

Freedom || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now