"Sul serio?" gli chiede, con ancora la voce impastata dal sonno.

"Sul serio. Fila a metterti il costume" la invita dandole una carezza leggera tra i capelli, prima di allontanarsi di nuovo e raggiungere Louis fuori dalla stanza. "Adesso vado a prendere qualcosa pure a te. Di che colore lo preferisci? Anzi... posso decidere io. Blu."

***

Ed è così che Louis si ritrova, nella mansarda più grande in cui sia mai stato in vita sua, a farsi un bagno in piscina con il suo capo e la bambina di cui si occupa da qualche settimana a questa parte. E pensava che sarebbe riuscito finalmente a distrarsi un po', ma la verità... è che non può distrarsi quando continua ad inseguire il motivo principale della sua confusione. Il motivo principale della sua confusione che inoltre adesso è in costume, con mille tatuaggi a colorargli un corpo che è così perfetto che a Louis viene voglia di piangere o di iscriversi in palestra. O sdraiarsi semplicemente sul sopraccitato corpo perfetto e ignorare beatamente la cosa.

È una farfalla quella che ha sullo stomaco? E... oddio, sono rondini o cosa quegli animali che volano sulle sue clavicole? È sinceramente curioso di scoprire uno ad uno tutti quei maledetti tatuaggi.

Micol riesce a farlo sentire decisamente meglio, alleggerisce la tensione che c'è tra lui e suo padre e gli fa quasi dimenticare di tutto ciò che sta succedendo nell'ultimo periodo, non saprebbe veramente come fare se non ci fosse lei... ma ovviamente è costretto a scoprirlo molto presto.

Dopo aver fatto un lungo bagno in piscina vanno nella stanza adiacente, dove c'è lo spogliatoio in cui si sono cambiati prima di buttarsi in piscina. La prima doccia spetta a Micol e ovviamente come ogni bambina di sett anni che si rispetti, comincia a perdere tempo con l'acqua e il sapone, fino a che Harry non la rimprovera.

"Mic, lo sai vero che se arriva mamma e ti trova ancora con i capelli bagnati ti mette in punizione fino ai diciott'anni?" le chiede, facendole notare che comincia a farsi veramente tardi e che tra poco è già ora di preparare la cena.

E Louis si incupisce pure più di Micol quando ricorda che tra poco arriverà Rachel. Se ne sta qui, seduto sul bordo di questa panca, con l'aria di un condannato a morte. Si sente uno sfigato e capisce pienamente Harry che non fa altro che deriderlo per questo. E ok, non lo fa davvero, magari nemmeno lo pensa, ma Louis non riesce a fare a meno di sentirsi infinitamente piccolo ogni volta che gli è davanti.

"Ho finito, ho finito" borbotta Micol, uscendo fuori dalla doccia e lasciando che Harry l'avvolga in un'accappatoio bianco.

"Adesso corri subito ad asciugarti i capelli prima che ti venga un raffreddore, la febbre..."

"No no, niente antibiotico" risponde subito Micol, infilandosi le ciabatte e correndo fuori dagli spogliatoi. Harry sorride vedendola andare via e aspetta di sentire anche la porta della mansarda chiudersi, prima di dedicarsi completamente a Louis. A Louis che sembra essersi estraniato tutto d'un tratto, e non è da lui essere tanto assente. Assolutamente.

"Quest'esame ti sta proprio dando alla testa" gli dice, schiarendosi la voce e attirando così la sua attenzione. Louis gira appena la testa e gli fa un mezzo sorriso che non lo convince per niente. Così sospira e si avvicina a lui, solleva una gamba sulla panca e si siede a cavalcioni proprio dietro di lui, bloccando le gambe tra le sue e portando le mani sulle sue spalle nude. "Te l'ho detto anche prima, Louis. Sei troppo teso" gli sussurra, mentre comincia a massaggiarlo.

Come un GirasoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora