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Jyn voleva bene a suo fratello. Gliene voleva davvero tanto. Ma quando interruppe il ballo poco convenzionale che stava facendo con Peter, avrebbe voluto strozzarlo. Era stato magico, per lei, e avrebbe custodito quel momento nei suoi ricordi per sempre.

Jyn non ebbe voce in capitolo: lei e Mark andarono a casa di Flash. Non chiese a Peter e Ned di partecipare per non lasciarla sola in quello che sarebbe stato un covo di adolescenti ubriachi, si congedò perciò dalla festa a scuola e salì sulla Jeep. Non protestò, era sufficientemente felice per non dispiacersi di quel prolungamento di serata.

Quando raggiunsero la non modesta casa dei genitori di Flash, Jyn decise di acquartierarsi sulla panca in veranda e lasciare che Mark si godesse quel dopo party. L'unica sua angoscia era il non aver avvisato sua madre e proprio ora che aveva deciso che farlo potesse essere una cosa da ragazza matura e responsabile, la batteria del suo cellulare decise di averne abbastanza.

Ripose il telefono nella borsetta e prese il cilindretto di plastica arancione con i farmaci. Lo rigirò tra le dita, ascoltò il ticchettio delle pastiglie. Sapeva che era meglio non prenderne ancora, aveva già superato il quantitativo giornaliero indicato dal medico. Ma la gamba continuava a pulsare e a dolerle e non credeva che sarebbe riuscita a resistere a lungo. Non se Mark avesse avuto voglia di fare le ore piccole. Jyn sbuffò, prese una pasticca di antidolorifico e non ci pensò più.

*

Zia May era tornata a prendere i due ragazzi per riportarli a casa. Scoppiava di curiosità e voleva assolutamente sapere come fosse andato quel ballo scolastico.

«Bene» le risposero all'unisono.

«Bene? Tutto qui?» protestò. «Avete ballato, almeno?»

Peter incrociò lo sguardo con Ned attraverso lo specchietto retrovisore, chiedendogli senza parlare di non dire nulla. Ma già dalla sua espressione sapeva che il suo amico non ci sarebbe riuscito. E infatti...

«Peter ha ballato!» esclamò Ned dal sedile posteriore.

May si voltò a guardare il nipote, entusiasta. «Davvero?! Con chi?!»

Peter sospirò e scivolò sul sedile sperando di fondersi con esso. «Jyn» rispose in un bisbiglio, imbarazzato e arrossendo fino alla punta delle orecchie.

«Ah! Quella Jyn?» domandò con un sorriso che le andava da un orecchio all'altro.

Il nipote le lanciò uno sguardo preoccupato. «Non ti ho mai parlato di lei» osservò.

Sua zia strinse le spalle. «Be', tu no, ma Ned sì.»

Peter si girò e rifilò all'amico un'occhiata truce. Lui in risposta strinse le spalle come May e fece un sorriso di scuse.

«Da quando parlate di me alle mie spalle?»

«Da quando sei Spider-Man e non torni a casa la sera» disse May con rimprovero. «Di solito il mio giro di chiamate comprende Happy e Ned. Se nessuno dei due sa dove sei, allora divento isterica!»

«Okay... e in tutto ciò cosa c'entra Jyn?» chiese.

May fece un risolino e sollevò una mano dal volante per gesticolare. «Senti, Peter, in vita mia ne ho viste davvero tante di cose strane. Compreso... te che indossi quella tutina ridicola!»

«N-non è ridicola!»

«È aderente!» esclamò la zia.

«Non è ridicola!» insisté.

«Vero» intervenne Ned. «È una straficata! Soprattutto quella con le zampe robotiche che gli escono dalla schiena!»

«Va bene, come volete» sbuffò May. «I giovani e le loro mode... E poi dicono che negli anni '90 ci vestivamo male!»

SPIDER-MAN - My UniverseWhere stories live. Discover now