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Zia May aveva accompagnato lui e Ned alla festa, augurandogli buon divertimento. Peter era agitato. L'ultima volta che aveva tentato di partecipare a un party della scuola era stato... be', considerando anche gli anni in cui era scomparso dalla faccia della terra, era davvero tanto tempo. E non era andata bene, dato che aveva piantato Liz per combattere contro suo padre, l'Avvoltoio.

«Credi che verrà?» La domanda gli era uscita senza che ne avesse il controllo. Era stupido chiederselo, perché Jyn sembrava una ragazza di parola.

Ned non aveva la sua stessa insicurezza. «Certo che verrà!»

Peter capì che non stava dubitando di lei, ma di se stesso. Perché lui era così: impacciato, disastrato, sfigato e una frana totale con le ragazze. Poteva anche essere l'amichevole Spider-Man di quartiere, ma restava pur sempre un adolescente imbranato. E Peter voleva evitare a tutti i costi di fare passi falsi con Jyn, perché quella ragazza gli piaceva e non voleva rovinare tutto ancor prima che ci fosse effettivamente qualcosa da rovinare. Per il momento erano amici, buoni amici, e c'erano tante cose di lei che non sapeva. Così come era vero il contrario.

Essere un supereroe a volte era davvero snervante, per quanto lo amasse. Avere dei segreti era difficile.

«Andiamo!» esclamò Ned, sfregandosi le mani e avviandosi verso la porta della palestra. Le luci e la musica arrivavano persino al parcheggio.

Peter prese un profondo respiro. «Andiamo» ripeté a se stesso, seguendo l'amico. Aveva combattuto contro Avvoltoio e Thanos, eppure i balli continuavano a spaventarlo. Questo era meno normale che essere Spider-Man.

Superata la soglia, Peter si affiancò a un entusiasta Ned e si guardò intorno. Un grosso striscione era appeso sul gradino più alto degli spalti, vi era stata stampata la scritta "Wellcome back!", bentornati; frontali l'uno all'altro, ai due lati opposti del campo, c'erano la postazione del Dj e il tavolo degli analcolici. Gli studenti erano intenti a divertirsi: chi ballando, chi chiacchierando e ridendo, chi brindando. Insomma, era tutto perfettamente nella norma.

«Che dici, aspettiamo Jyn qui?» domandò Ned.

«No» gli rispose, indicando poi con un cenno del capo gli spalti.

La ragazza era seduta là, poco sotto lo striscione, le due stampelle appoggiate al gradino e lo sguardo vacuo, sperso sulla folla dabbasso.

Era angosciata, lo si poteva capire anche da quella distanza. Ma diamine se era carina!

Ned si immerse nella calca per raggiungere le tribune e Peter si tuffò dietro di lui. Il suo amico riusciva sempre a strappargli un sorriso e in quel momento pregò che quel suo superpotere funzionasse anche su Jyn.

Quando l'hawaiano arrivò ai piedi della gradinata, sventolò un braccio per attirare l'attenzione della ragazza. «Ehi!»

Jyn si voltò e li vide. Istantaneamente sul suo viso apparve un sorriso radioso. «Ragazzi! Finalmente! Iniziavo davvero a pensare che mi aveste dato buca» ridacchiò.

«Caschi il mondo se dovesse mai accadere!» esclamò Ned.

Peter guardò con sorpresa il suo amico, mentre Jyn scoppiò a ridere.

«Meglio di no. L'ultima volta che ci siamo andati vicini, è stato un disastro» disse poi lei, sempre sorridendo, ma con un'ombra negli occhi.

Peter salì agilmente i gradini degli spalti e la raggiunse, le si sedette accanto e finalmente la salutò.

«Tutto okay?» le domandò poi.

Lei strinse le spalle, il sorriso non abbandonò mai le sue labbra. «Come sempre» gli rispose.

SPIDER-MAN - My UniverseWhere stories live. Discover now