Ti aspetto a casa

Start from the beginning
                                    

"Be', mi sembra di capire che tu sappia decisamente cosa vuoi fare da grande."

"Senta, non vorrei essere indiscreto, ma... non ha caldo?" gli chiede Louis, sentendosi immediatamente uno stupido per essersi fatto scappare davvero una domanda del genere. Solo che davvero non è riuscito a farne a meno. È appena fine settembre, fa così caldo che si potrebbe andare al mare ed Harry va in giro con un completo elegante che sì, per quanto possa sembrare leggero e adatto alla stagione, si tratta comunque di una camicia e di una giacca. Lui invece per questo colloquio oggi ha scelto una t-shirt nera per essere un tantino più elegante e in confronto al suo nuovo capo sembra un senzatetto.

"Con te in macchina? Molto" risponde Harry a tono, approfittando del semaforo per sfilarsi la giacca di dosso e poggiarla sui sedili posteriori. Si sistema i polsini e guarda l'ora sul suo rolex, probabilmente per assicurarsi di non essere in ritardo. Louis in tutta onestà si sente di svenire quando guarda le sue braccia coperte solo da una misera camicia, forse è il caso che torni a mettersi la giacca nonostante i venticinque gradi. "Quindi ti piacciono i bambini?" gli domanda Harry, tornando al discorso di prima appena il semaforo diventa verde.

"Molto" sussurra Louis, anche se in realtà non sta rispondendo alla sua domanda. Lo sta imitando. Sta ripetendo la parola che gli ha detto un secondo fa. Perché? Perché mai Harry dovrebbe fare delle simili insinuazioni?

"Sono convinto che a Micol piacerai tantissimo" riflette Harry tra sé e sé, dopodiché seguono almeno cinque minuti di silenzio e Louis si ritrova praticamente a sospirare di sollievo quando Harry ferma la macchina in prossimità della scuola di sua figlia, perché stava impazzendo a stare da solo con lui.

Si slaccia la cintura con la mano che gli trema per l'ansia e cerca di fare un respiro profondo, mentre scende dalla macchina e si dice di stare calmo, di non pensare ad Harry come l'uomo che gli ha mandato in tilt il cervello ma come il suo nuovo datore di lavoro. Il padre della bambina con cui dovrà passare le sue giornate da ora in poi.

Arrivano all'uscita della scuola proprio nel momento in cui suona la campanella, le porte si aprono e una marea di bambini invadono il cortile, cercando e correndo dai loro genitori. Louis resta in silenzio a guardare Harry che allunga il collo mentre cerca sua figlia, quando all'improvviso lo vede sorridere appena una voce nelle loro vicinanze lo chiama. "Papà!"

Louis si gira di scatto a guardare nella stessa direzione in cui sta guardando Harry e vede una bambina che corre verso di loro, e Louis rimane sconvolto, scioccato dalla sua somiglianza con Harry. Con i suoi capelli castani e mossi, il sorriso dolcissimo e gli occhioni verdi, è praticamente suo padre in miniatura. "Amore mio, eccoti qui!" esclama Harry, piegandosi quel tanto che basta per abbracciare forte sua figlia.

"Non pensavo di vederti, papà" confessa Micol, stringendolo forte con le sue braccia minuscole. Poi lancia un'occhiata a Louis da sopra la sua spalla e si stacca lentamente da suo padre, continuando a tenere lo sguardo fisso su di lui. "Ciao, scusa se non ti ho salutato. Tu sei un nuovo collega di papà? Sei molto carino."

"Micol" la rimprovera suo padre, divertito. "No, non è un mio collega."

"Sono Louis, piacere di conoscerti Micol" si presenta il più giovane, sorridendo e allungando una mano verso di lei. Micol rimane piacevolmente colpita dall'attenzione che Louis le riserva, e dopo aver stretto la sua mano guarda curiosa suo padre che alza gli occhi al cielo, sospirando.

"Amore, Louis starà con noi a casa. Si occuperà di te quando io e la mamma saremo a lavoro, sei contenta? Avevi detto che non ti piacciono le femmine."

"No, in effetti no" risponde Micol, continuando a guardare Louis come se fissarlo bastasse a scoprire in un secondo tutto di lui. "Non mi piacciono le ragazze, pensano sempre a giocare con le barbie, ai cartoni delle principesse, ai trucchi e ai vestiti. Sono una noia tremenda."

Come un GirasoleWhere stories live. Discover now