CAPITOLO 11

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Paul Connelly, il loro avvocato di famiglia, era un socio anziano dello studio legale Connelly-Backman e pur essendo molto impegnato la ricevette tra un appuntamento e l'altro. Michela aveva solo mezz'ora e avendo memorizzato tutto quanto, gli spiegò la situazione con chiarezza. Paul ascoltò il suo racconto in silenzio, facendo le sue valutazioni.

"Devo dire, Michela, che sono sbigottito da questa storia," dichiarò lui alla fine. "Una storia incredibile che è andata troppo avanti. Uno di voi due avrebbe dovuto contattare l'altro. Dunque, lui è qui ed è inglese. Questo non dovrebbe rappresentare un problema. La distanza non è più un ostacolo insormontabile come un tempo."

Michela non gli aveva detto che Ashe era il IV Barone Dunraven e un cliente della Starlite. Riferendosi a lui l'aveva chiamato solo Ashton Neville-Talbott.

"Non ci sono dubbi che sia il padre?" domandò con gentilezza, senza nessun desiderio di mancarle di rispetto.

Bell'uomo sulla sessantina, Paul aveva una folta chioma bianca e penetranti occhi scuri. Il suo costume grigio e la sua cravatta blu e argento gli davano un'aria molto elegante. Michela scosse la testa.

"Nessuno, Paul. In più, hanno gli stessi occhi particolari, blu elettrico. Mio figlio ha preso i miei capelli e gli occhi di suo padre."

Paul annuì con gravità.

"A questo punto, non puoi chiedere che lui se ne vada, che sparisca per sempre. Il fatto che tu non gli abbia mai detto che aveva avuto un figlio, getta una luce diversa su tutta la faccenda. È chiaro che se lui l'avesse saputo, avrebbe cercato di ottenerne la custodia."

"Ho cresciuto mio figlio da sola, Paul. Non rinuncerò mai al mio bambino," dichiarò Michela, cercando di controllare le sue emozioni.

Suo figlio era il suo punto debole... Ashton lo aveva capito bene.

"Forse dovrai condividere la custodia di Sasha, mia cara," replicò l'avvocato. "Preparati. Hai detto che lui ha i soldi per una battaglia legale?"

"È molto ricco," rispose lei in fretta. "Veramente non possiamo fare niente? Non si può ottenere un'ordinanza restrittiva contro di lui?"

Paul si accigliò.

"Ti ha minacciata?"

"Solo quando mi ha detto che vuole portarmi via mio figlio."

L'avvocato allargò le mani curatissime.

"Mi sembra giusto, cara. Tu non diresti la stessa cosa?"

"Certo," convenne lei, sentendosi tremare le ginocchia. "Quindi... sei dalla sua parte?"

"Come avvocato devo rimanere neutrale e distaccato," disse lui con tranquillità. "Però questo tuo Ashton Neville-Talbott ha dei diritti... Ma devo dire che questo nome mi suona familiare. Sono sicuro d'averlo sentito di recente. Insomma, mi verrà in mente ad un certo punto."

"Ti risparmio la fatica, tanto lo scopriresti comunque," decise Michela. "Lui è Lord Dunraven, il IV Barone Dunraven. In questo momento, si trova negli Stati Uniti."

A quella notizia, Paul si mise a tamburellare le dita sulla scrivania.

"Questa storia potrebbe finire sui giornali."

"Lo so bene."

"E il tuo lavoro? Vorresti che la tua storia finisca sui giornali? A Hugh Saunders non farebbe piacere che un membro del suo staff venisse portato davanti a un giudice. Soprattutto per la custodia di un figlio."

"Perderò tutto prima di perdere mio figlio," affermò lei.

"Forse potresti portarmi qui Lord Dunraven?" suggerì l'avvocato, scrutando la sua reazione. «Potremmo parlare tutti e tre e magari trovare una soluzione amichevole. Nessun tribunale affiderà solo a te la custodia, date le circostanze e il calibro del tuo opponente. Un tempo devi aver tenuto a lui, dico bene?"

UN NATALE DA RICORDAREWhere stories live. Discover now