Avrei solo voluto cancellare le settimane in cui non gli ero stato accanto per riviverle con lui. Però non era possibile, l'unica cosa che potevo fare in quel momento era amarlo e farlo riposare tra le mie braccia. Volevo essere per lui un posto sicuro, io ci sarei sempre stato con lui.

"Jungkook mi stai stai ascoltando?"

"Cosa? Sì, certo amore."

Non era vero. Mi ero così perso nei dettagli del suo viso e nei miei pensieri che avevo smesso di ascoltarlo almeno dieci minuti prima. Mi ero appena mentalmente ripromesso di esserci per lui e stavo già fallendo.

"E sei d'accordo?"

Eccola la domanda trabocchetto. Dalla mia risposta avrebbe capito se avessi mentito o meno. Dovevo giocarmela bene.

"...la penso...come te?"

"Lo stai chiedendo a me?"

Per una frazione di secondo sudai freddo. Poi lui si mise a ridere.

"Kook ti sto prendendo in giro dai" continuò a ridere coprendosi la bocca con una mano. "Sto parlando da dieci minuti di quanto sarebbe bello mettere un papillon a tutte le papere del laghetto del parco. Volevo vedere quando te ne saresti accorto, ma a quanto pare stavi dormendo ad occhi aperti."

"Tae dai uffa" misi il broncio. "Non l'ho fatto apposta."

Non riuscii a tenergli il broncio troppo a lungo però, la sua risata era così bella e contagiosa.

"E poi che cos'è questa storia delle papere, come ti è venuta in mente?"

"Credo di aver passato un po' troppo tempo con JianPu negli ultimi mesi."

"Che idiota che sei."

Passammo il resto della serata a ridere e a scherzare. Per un secondo mi dimenticai di tutto il resto, ma presto tutto ciò che stavo ignorando mi sarebbe crollato addosso senza preavviso.








L'esame era ormai finito da una settimana, ma le occhiaie di Taehyung sembravano aver preso la residenza fissa sul suo volto. Nonostante ciò mi sembrava più rilassato di prima. Avevamo ripreso a vederci più frequentemente e spesso passavo la notte da lui approfittando del fatto che Jimin fosse quasi sempre ad allenarsi.

Le cose sembravano tornate a qualche mese prima, quando passavo tutti i miei pomeriggi nella minuscola cucina di quell'appartamento. Ne erano successe di cose da quelle giornate ed ero felice che fosse così, altrimenti in quel momento non sarei stato lì, su quel divano blu di velluto, a tenere la mano di Tae nella mia, mentre guardavamo uno stupido film d'amore dalla trama non poi così tanto interessante.

"A proposito" dissi parlando sopra a quel film dalla pessima recitazione. "Ti ricordi che mi avevi parlato di dover prendere un cagnolino? Che fine ha fatto?"

Tae si voltò a guardarmi non prima di aver messo in pausa quell'orrore che speravo di non dover terminare una volta finita la conversazione.

"Sì, i miei mi avevano detto che avrei potuto prenderlo una volta terminati gli esami...per cui direi che è arrivato il momento."

"Non mi sembri molto felice però. Non lo desideravi da tanto?"

"Sì" sospirò. "Però conosco i miei genitori e sicuramente troveranno una scusa per non farmelo prendere neanche questa volta. Fanno sempre così. Da bambino mi dicevano che ero allergico ai cani pur di non prendermene uno. Poi quando mi sono reso conto che non stavo male a giocare con i cani degli altri ho ricominciato ad insistere e da lì si sono susseguite una serie di scuse."

"E quando hai scoperto di non essere veramente allergico ai cani?" Lo chiesi con un sorriso furbo stampato sul volto perché, in realtà, avevo già capito dalla sua espressione mentre raccontava, che se ne vergognava.

Cherry tea - TAEKOOKWhere stories live. Discover now