16.

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Ho bisogno di una pausa.

Ho il treno tra poche ore, per un po' torno a casa mia.
Ho bisogno di fare una lunga passeggiata nel bosco, respirare un po' di aria pulita.

Infilo le ultime cose in valigia...quando tornerò, questa città avrà un aspetto diverso. Un po' più triste, un po' più grigio.
Grigio. Come il mio cuore adesso.
Continuo a ripetermi che è meglio così, ma lo è davvero? Solo il tempo potrà dirmelo, ma di una cosa sono certa, da oggi questo capitolo è definitivamente chiuso.

Meglio sbrigarmi, non vorrei perdere il treno.

Sul ciglio della porta, squilla il cellulare.
"Sarà Alvaro" penso.
Do uno sguardo veloce, già pronta a silenziarlo, ma leggo un numero sconosciuto.
Rispondo.
-"Ciao Itziar, sono Blanca, per caso hai visto Alvaro? Io sono in aereoporto, tra un'ora abbiamo il volo, mi ha detto che ci avrebbe raggiunti qui, ma il suo telefono non dà campo."
-"Blanca, mi dispiace, ma non l'ho visto, magari gli si è scaricato il cellulare e vi sta raggiungendo, stai tranquilla."
Gli si è scaricato il cellulare un corno!
A poche ore dalla partenza del mio treno, salgo in auto e mi dirigo su quel monte di quasi tre anni fa.
Mi ero promessa di non vederlo, ma ancora una volta, ha mandato a puttane i miei piani, ma questa volta mi arrabbio seriamente.

Dopo essermi persa circa 3 volte, finalmente lo vedo, in piedi, di spalle, che osserva l'acqua scorrere.
Viene qui per stare da solo, ma evidentemente ha dimenticato di avermi mostrato questo posto.

-"Cosa ci fai qui? Tua moglie ti sta aspettando, i tuoi figli ti stanno aspettando, il tuo volo parte tra poche ore, non vorrai mica perderlo?!" urlo.
Si volta.
Aveva il viso bagnato e gli occhi rossi.
-"Hai pianto?"
-"Itzi, lascia stare, vai via."
-"No che non vado via, stai mandando a puttane il tuo futuro per un capriccio. Ma me lo spieghi, cosa vuoi da me? Cosa vuoi dirmi?!" mi arrabbio ancora una volta.
-"Cosa voglio dirti? Ma perché non riesci a capire? Perché non capisci che ti amo? Te la ricordi quella mattina, di tre anni fa, quando ti ho portata qui? Mi sono svegliato alle 05:00 del mattino per prepararti le tue cose preferite e siamo stati talmente bene che ci siamo anche dimenticati di mangiare. Voglio dirti che quando sei caduta in acqua, ho avuto paura che potessi stare male, che ti ho dato una coperta per coprirti e solo Dio sa quanto avrei voluto voltarmi e fare l'amore con te. Voglio dirti che mi sono sentito tanto mortificato per averti fatta scappare via, che se non ho aperto bocca durante tutto il viaggio è perché ero arrabbiato con me stesso, perché ero riuscito ancora una volta a rovinare tutto. Non ti ho cercata, perché sei tornata da lui, che per anni ha abusato psicologicamente di te, ti ha fatto credere che la colpa fosse solamente tua, che fossi tu quella sbagliata, che fossi un'egoista, e sai...forse un po' lo sei, perché ancora una volta hai pensato solamente a te stessa. Ti ho implorata di rispondere alle mie chiamate, di parlare di quella notte, di quando abbiamo fatto davvero l'amore, perché io mi sono sentito più vivo che mai. Voglio dirti che a me non interessa prendere quell'aereo, perché sono disposto a rinunciare a tutto per stare con te. E non tirare fuori la storia dei bambini e della famiglia felice, perché la mia famiglia non sarà mai felice finché starò con lei, perché io non sono felice. E nemmeno tu lo sei. Ti conosco. Sei paranoica, sei testarda, credi di avere sempre ragione, ma per una volta, una sola volta, ti chiedo di smetterla di pensare, di ascoltare solamente il tuo cuore, perché ti sta dicendo di venire qui e baciarmi."

No tengo miedo a llorar | Alvitz Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum