Five

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"smettila di guardarmi così" dissi ad Alice che non mi staccava gli occhi di dosso incredula.

"Tu?"

"Io?" 

"Tu hai risposto a tono a CAROLINE?!" disse marcando il nome.

"si? cosa c'è di strano?"

"a bhe per te niente, ma per gli altri, me compresa, è strano"

"e perché"

"perché Caroline è capace di tutto e nessuno era mai stato in grado di parlarle in questo modo"

"dovrei avere "paura" di una che non riesce nemmeno a capire di trovarsi in una scuola e non in un film porno?"

"no, tu non capisci, è letteralmente capace di tutto, l'anno scorso ha rinchiuso una ragazza in uno sgabuzzino, ed era claustrofobica" disse spaventata.

"ma che stronza!"

"già" disse Alice facendo spallucce.

Sembrava davvero spaventata, davvero hanno paura di Caroline, di una che riesce solo a perculare la gente credendosi chissà chi?

***

Appena esco da scuola mi sento sollevata, è stata una giornata pesante e non vedo l'ora di tornare a casa e mangiare. Il mio entusiasmo svanisce in 30 secondi, perché mi sono appena ricordata di dover andare a casa da sola, perché sia mia madre che mio padre lavarono, mi avevano avvisato sta mattina, ma lo avevo totalmente rimosso dalla testa. Cioè mi tocca fare due kilometri a piedi?! 

Per quanto stessi imprecando non mi ero nemmeno accorta del clacson.

"serve un passaggio?"

No ti prego, non mi dire che è...

"parlo con te nana da giardino" Dylan. Accosta proprio di fianco a me, accelero il passo, ma mi segue con la macchina, niente da fare, mi sta ancora dietro.

"non è quello il mio nome" dissi senza espressione in volto.

"per me lo è" che sbruffone, decido di non dargli retta, e vado avanti, ma ovviamente vi pare che mi lascia stare così facilmente? 

"dai sali, ti accompagno" pf preferirei arrivare a casa distrutta piuttosto che andare in macchina con lui.

"no" 

"non mi costringere ad usare le cattive maniere"

"quali sarebbero le cattive maniere, mh?"

"se ci tieni proprio te le mostro" sa fare solo lo sbruffone?

"no grazie non ci tengo" quel che accadde dopo fu veloce, vidi Mister muscolo scendere dalla macchina e un batter d'occhio mi sono ritrovata a testa in giù sulla sua schiena, ma per chi mi ha preso, un sacco di patate? Provai a tirargli dei pugni sulla schiena, dubito gli facciano male.

"questo si chiama sequestro di persona" dissi arrabbiata appena mi mise sul sedile.

"io questo lo chiamo aiutare invece"

"non so nemmeno chi sei"

"oh invece tu sai chi sono" disse Dylan con un sorriso sul volto strafottente, mi viene voglia di prenderlo a schiaffi.

"un serial killer?" ironizzai, o no, magari lo è davvero, e quella che ha è solo una copertura, pensandoci effettivamente ha senso.

"se lo fossi saresti già morta" mi lanciò uno sguardo veloce.

"magari mi stai portando in un posto isolato, così puoi uccidermi facilmente. Gira a destra" dissi indicandogli la strada di casa.

"arrivati" la tortura è terminata.

"grazie" dissi talmente piano, che dubitai mi avesse sentito.

Vidi un sorrisetto spuntare sul suo volto, il che mi provocò una strana sensazione.

"ci si vede in giro...nana" misi su una faccia arrabbiata, almeno fin quando non entrai in casa, lì mi uscì un sorriso spontaneo.

Non c'era nessuno a casa, stavo sola, ed era strano che i miei genitori non fossero ancora rientrati, eh infatti trovai un bigliettino sul tavolo "tesoro io e papà abbiamo una riunione di lavoro quindi torneremo tardi", posai il bigliettino e aprii il frigo in cerca di qualcosa. Ma da quando non viene fatta una spesa?! Il frigo è vuoto! 

***

20.00

Stavo sdraiata sul letto quando sentii un rumore, mi sono venuti ad uccidere, è la volta buona che muoio. Presi la mia pistola a giocattolo rosa, sperando di incutere timore, anche se nemmeno un bambino di cinque anni si spaventerebbe. Non vidi nessuno, si sentivano rumori provenire dall'esterno, mi affacciai e rividi quella sagoma nera dell'altra volta.

Ammetto di avere paura adesso, sono due volte che la vedo. 

Sento la porta aprirsi e riprendo la mia pistola inutile, quando vedo dalla porta entrare i miei genitori mi tranquillizzo. Che infarto!

"siamo tornati" esclama mia madre. Appena mi vede il suo volto assume un'espressione confusa "che fai con una pistola rosa?" 

"la power ranger" esclamai con ironia.

Di quel che vidi non raccontai niente, non volevo dare altre preoccupazioni ai miei genitori, sicuro sarà uno scherzo poco gradito.


UnforgettableWhere stories live. Discover now