25. La prima sconfitta degli aspiranti eroi | Present;

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"Se dovessi indicare il momento in cui io e Kacchan ci siamo legati, probabilmente sceglierei quella notte funesta

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"Se dovessi indicare il momento in cui io e Kacchan ci siamo legati, 
probabilmente sceglierei quella notte funesta. 
La notte in cui abbiamo perso."

Rinchiusa in una biglia di vetro azzurra, batto i palmi delle mani contro la superficie ricurva, senza che questo serva a qualcosa. Grido, ma le urla rimbalzano contro le pareti e tornano indietro in echi infiniti, che mi fanno girare la testa. Guardo verso l'alto, scorgendo i dettagli delle cuciture del guanto della mano gigante che mi tiene tra le sue dita. No, non è la mano a essere gigante, sono io a essere minuscola.

Che razza di quirk possiede questo Villain?

Mi ha catturata con una facilità esorbitante: un secondo prima correvo a perdifiato dietro mio padre, quello dopo mi sono sentita risucchiare come da una forza invisibile e mi sono ritrovata dentro una biglia. È stata un'operazione così veloce e così silenziosa che Aizawa non se ne è nemmeno accorto. Così come non se ne sono accorti Izuku, Shoji e Todoroki, che proseguono nella foresta, del tutto ignari che Bakugo e Tokoyami non sono più alle loro spalle.

Mi giro: Kacchan è a un mero centimetro da me, eppure la distanza che ci separa mi sembra insormontabile. Anche lui sta gridando con tutto il fiato che ha in corpo, pur se non riesco a sentirlo. Dal fumo che rende l'atmosfera all'interno della sua biglia brumosa, capisco che ha cercato di frantumarla con un'esplosione, ma che questa gli sia semplicemente rimbalzata contro.

Cerco di catturare la sua attenzione, sbracciandomi e gridando, per quanto inutile, ma lui sembra scorgere il movimento con la coda dell'occhio, perché finalmente si gira in mia direzione. I suoi occhi si sgranano lentamente, mentre prende consapevolezza di quello è successo davvero. Dopo avermi vista sparire in un mucchio di fango, deve aver creduto che fossi morta o chissà cosa, quindi la sua espressione è ora un misto tra stordimento e sollievo. La sua furia si placa e poggia le mani contro il vetro, come se volesse raggiungermi. Faccio lo stesso e i nostri palmi si toccano virtualmente nella distanza che ci separa.

Stai bene? - mi domanda con lo sguardo.

Annuisco e lo indico, come a chiedergli lo stesso. Lui scrolla una spalla. Poi, vedo i suoi palmi accendersi di una luminescenza violenta e comprendo che sta cercando di nuovo di far esplodere la biglia.

«Non funzionerà, fermati» grido, ma ancora una volta la mia voce stridula e disperata rimbalza contro le pareti, senza uscirne.

Lo vedo concentrarsi al massimo, ma quando una voce rimbomba sopra le nostre teste, costringendomi a tapparmi le orecchie, anche lui si deconcentra e i suoi palmi si spengono. In ogni caso, la biglia non ha riportato neanche la minima lesione e non serve il calcio arrabbiato che Bakugo tira contro il vetro per farmelo comprendere.

«Se state parlando di lui...» dice la voce sopra di noi, «ho usato la mia magia per prenderlo.» È il Villain che ci ha catturati.

Sollevo lo sguardo verso la maschera bianca e nera che gli cela il volto, quindi lo porto ai miei piedi, dove in lontananza scorgo il gruppo che stava scortando Bakugo fino al dormitorio: a Izuku, Shoto e Shoji si sono unite anche Uraraka e Tsuyu. Devono essersi infine accorti della sua assenza.

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