∞ five

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"Phew," disse Chifuyu mentre entrava nell'appartamento, allungando le braccia per poterle mettere sopra la testa. Non poté fare a meno di sorridere e ridacchiare mentre si toglieva le scarpe e si dirigeva in cucina. Dentro c'era un armadietto con la sua scorta di liquori, e lui l'aprì tirando fuori la prima bottiglia che gli piaceva. Kazutora lo seguì in cucina e osservò l'imprenditore che portava il bicchiere alle labbra e lo bevve tutto in un colpo. Aveva paura della tolleranza all'alcol di questo uomo. "Ne vuoi un po'?" Chifuyu chiese dopo aver finalmente abbassato la bottiglia.
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“No,” Kazutora rifiutò scuotendo la testa. "No, sto bene così. Grazie."
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"Te lo perdi. Normalmente non condivido," aveva detto Chifuyu. Bevve ancora un po' prima di avvitare finalmente il tappo e rimettere la bottiglia al suo posto nell'armadietto. "Grazie."
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"Per cosa?"
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"Beh, mi hai salvato, per dirne una," aveva detto Chifuyu. Si alzò per sedersi sul bancone. “Potrei aver ufficialmente chiuso con le gang, ma questo non mi impedisce di essere preso di mira a volte. È raro ma succede. La Toman era una delle gang più forti di Tokyo e in un certo senso avevo contribuito a condurla. Le persone non tendono a dimenticare qualcosa di così grande."
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"Avevo aiutato a formarla," mormorò Kazutora.
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"E sono sicuro che presto sarai preso di mira anche te, ora che sei fuori prigione," disse Chifuyu a cuor leggero. Il suo sorriso si spense e arricciò le labbra. "Dovrei scusarmi," disse piano. Kazutora lo guardò, ma lui non riuscì a ricambiare lo sguardo, piuttosto fissò i suoi piedi oscillanti. “Quello che ti avevo detto prima non lo intendevo seriamente. Ti ho perdonato molto tempo fa, a dire il vero."
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"Non devi dirlo per farmi sentire meglio, Matsuno."
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"Non lo sto dicendo per quello," disse Chifuyu, gli apparve un leggero sorriso mentre finalmente alzò lo sguardo. "Pensi che mentirei per farti sentire meglio, se ti odiassi?"
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Kazutora non aveva risposto. Era molto più tranquillo di quanto Chifuyu lo ricordasse, anche se, ovviamente, Chifuyu non lo aveva mai conosciuto per bene nemmeno dieci anni prima. Tutto ciò che riusciva a ricordare era quando Keisuke lo aveva quasi picchiato a morte nella base della Valhalla e poi la notte dell'Halloween di Sangue.
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"Non avevo mai avuto la possibilità di arrabbiarmi," iniziò a dire Chifuyu. “Gli eventi dopo l'Halloween di Sangue si erano svolti troppo velocemente e prima che me ne rendessi conto, la maggior parte delle persone si era dimenticata di Baji. Lo ricordavano solo quando lo portavo in argomento, alla fine ho smesso di farlo." Fece un respiro profondo e saltò giù dal bancone. "Faceva male parlare di lui," disse piano. “Ma per ciò che è successo a Baji non era stata colpa tua. Aveva fatto le sue scelte."
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Chifuyu annuì leggermente a nulla in particolare e iniziò a camminare verso il corridoio. Si fermò, con la mano sul muro, e guardò Kazutora. "Ti ho perdonato anni fa e non perché me lo avesse detto Baji, ma perché avevo capito che non era colpa tua."
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"Matsuno," disse infine Kazutora con un tono tranquillo ma debole, era chiaro che stava già faticando per aver detto solo quella parola. La sua voce si stava spezzando come se non si fosse mai aspettato di essere perdonato in un milione di anni—e forse nessuno l'avrebbe davvero fatto.
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Everything's Good | KazufuyuWhere stories live. Discover now