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Kirishima sedeva all'ombra di un pino, albero alto e dalla chioma irraggiungibile. Gli piacevano i pini. Gli davano l'idea di poter sopravvivere a tutto, gli trasmettevano una forza che lui certe volte si sentiva scivolar via dalle braccia. Non importava quanto potente potesse essere un terremoto, comunque non riusciva a sradicare i pini.

Ogni tanto strappava un filo d'erba, passandoselo tra le dita percependone il bordo leggermente tagliente, rendendosi poi conto che non era necessario rovinare la natura solo perché aveva mille pensieri che gli frullavano per la testa.

"Posso farti compagnia?" la voce gentile di Denki gli fece venir voglia di sorridere e illudersi che tutto stesse andando nel migliore dei modi. Quel ragazzo gli faceva quell'effetto, era impossibile non sentirsi sollevato nell'udire la sua voce.

"Non dovresti nemmeno chiederlo" batté un paio di volte la mano sul prato accanto a lui e sollevò il viso. Il sole illuminava il contorno del suo amico e gli nascondeva nell'ombra il viso. Gli occhi però erano visibili, come anche nel buio della notte. Le iridi ambra sfuggivano all'oscurità.

"Facciamo un gioco" parlò ancora il biondo, stavolta sollevando il viso verso la chioma del pino. Lui preferiva gli alberi da frutto. Raggiungibili e generosi.

"Che genere di gioco?" sentire la presenza di Denki seduto al suo fianco era rassicurante. Quel ragazzo non lo avrebbe mai lasciato andare, lui lo sapeva, poteva contare sulla sua fiducia.

"Chiudiamo gli occhi e immaginiamo il futuro che vogliamo" Kaminari calò le palpebre senza nemmeno attendere una conferma da parte del rosso. Era un gioco, o meglio una routine che lui eseguiva la sera quando si recava a letto e aspettava di addormentarsi.

"A che scopo?" il tono di Kirishima risultò più duro del dovuto e si morse subito la lingua per aver posto quella domanda crudele. Anche se, doveva ammettere, non ne vedeva l'utilità di immaginare qualcosa che probabilmente non avrebbe raggiunto.

"Per preparaci a essere felici, per avere un motivo in più per farcela e per combattere per quel futuro. Se lo immagini a occhi chiusi, diventa quasi reale, non credi?"

Kirishima chiuse gli occhi imitando il biondo e poggiò la testa contro il tronco alle sue spalle. I capelli si impigliarono alla corteccia, non vi badò, non gli importava. Rimase in silenzio, ma non provò a creare nella mente un possibile scenario futuro. Non finché Denki non aprì di nuovo bocca e lo obbligò quasi a mettere in moto la fantasia.

"Li vedi?" chiese il biondo allungando la mano e cercando il braccio del rosso come per richiamare la sua attenzione. Era un gesto che faceva normalmente quando doveva mostrargli qualcosa che lo aveva stupito. Solo che in quel momento era ad occhi chiusi e ci mise qualche secondo di più, ma non fece aspettare troppo il rosso per quel contatto di cui avevano bisogno probabilmente entrambi.

"Cosa?" Eijiro rimase con gli occhi chiusi consapevole che nemmeno Kaminari li aveva ancora riaperti. Era come se percepisse l'ambra del suo amico nascosta dietro le palpebre. Lui lo sentiva sotto la pelle quando quelle iridi scrutavano il mondo. In quel momento stavano osservando qualcosa di distante dalla realtà, lo sapeva.

"I girasoli"

"Non ce ne sono più" rispose d'impulso. Di fiori ne erano rimasti pochi al mondo e i girasoli erano probabilmente spariti dalla faccia della terra.

"Come no? Guarda bene di fronte a te" continuò Denki. Non sembrò turbato nemmeno un po' dalla risposta del rosso, anzi, era ancora più motivato a mostrargli la bellezza del futuro che lui immaginava. "Non vedi quanti sono? Sono decine, anzi, no, sono migliaia di fiori con le corone d'oro. Sono rivolti verso di noi, strano, perché di solito guardano il sole. Sembrano sorriderci e i petali ondeggiano a ritmo del vento, lo stesso vento che ti accarezza le braccia. Lo senti il vento, Kiri?"

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