Capitolo 3: Un giretto in cittá

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Suonò la sveglia« 11:20» «Cavolo!» dissi «Sarà dura abituarsi a questi orari orientali».  Mi alzai dal letto con ancora i vestiti del viaggio... La mia T-shirt di Avril Lavigne e dei blue jeans strappati come se fossi un punk da strapazzo. Apriì la valigia e in circa in dieci minuti riusci a mettere tutto nell' armadio: T-shirt, giubbotti, pantaloni e biancheria intima , tirai un sospiro di sollievo e mi accorsi che la natura chiamò e corsi nella toilette e vidi un bellissimo bagno con una lavatrice  all' interno della stanza e decisi immediatamente di lavare i vestiti del viaggio e di farmi un bel bagno caldo dato che "puzzavo" di aero. Ahaha gli insegnamenti di mamma, ripensandoci morivo dal ridere, mi buttai nella vasca e rimasi una mezza oretta circa a rilassarmi e pianificando il giretto che dovrò farmi oggi. Usci dalla vasca mi misi l'acappatoio e presi i vestiti ormai ben lavati e puliti e li appesi nell' armadio, dopo essermi messo la biancheria pulita decisi con molta calma cosa indossare ma siccome si erano fatte le 12:30 presi al volo la mia T- shirt di "What a hell" e dei blue jeans, presi il telefono e usci di casa. Avevo fame quindi decisi di fermarmi a un ristorante vicino, cosa molto rapida dato che in Osaka i ristoranti si trovano addirittura uno accanto all' altro. Cinque minuti di passeggiata sorridendo e salutando tutti i bambini che mi passarono davanti, non so nemmeno io il perchè ma vedendo vedere quei bambini salutandomi con i loro genitori con quei sorrisi che potevano modificare una giornata anche della persona piu depressa del mondo mi venne da piangere e cercando di coprirmi gli occhi per non fare una brutta figura, urtò una persona che dal gemito sembrava una ragazza molto giovane. Apriì gli occhi e con le lacrime agli occhi mi scusai profondamente con la ragazza la quale mi disse timidamente «Mi scusi colpa mia non la avevo vista»  rimasi basito dalla bellezza inaudita di questa donna: i suoi occhi, il suo fisico ma notai che i suoi capelli erano del tipo "speciali" erano rossi come una fiamma  che mi incantò all'instante, rimasi molto a guardarla quando mi interuppe dicendomi «Ehy perchè piangi?» io risposi «Come dici? Ah! Niente ero solo felice di essere arrivato qui in questo paese stupendo»  lei ridendo disse « Ah sei nuovo quindi!? Scusa se non mi sono presentata mi chiamo Ayumi Takahara piacere di conoscerti» con le guance arrossite risposi balbettando «A-alex Miceli piacere m-mio». Ayumi non rimase molto tempo, la aiutati ad alzarla e toccando la sua mano sentì una sensazione di felicità, ma notai che anche Ayumi si arrossì il che mi rendeva nervoso e pauroso di non sembrare maleducato. Mi salutò sorridendo e pensammo tutti e due che ci saremo rivisti ancora ma nella mia mente pensavo  ai suoi capelli rossi che erano cosi accesi. Si erano fatte le 12:45 e il mio stomaco brontolava molto violentemente e ancora una volta fui fortunato, trovai un ristorante specializzato in ramen. Entrai in questo ristorante chiamato "Il ramen Aruka" dietro al bancone c' era una donna di circa 40 anni che serviva ramen a destra e a manca, acquistai una porzione di ramen semplice per circa trecentocinquanta yen e me la divorai in 5 minuti, ogni boccone era una medicina che entrava in corpo. Si fecero le 18:55  tutte quelle ore le passai in piazza a festeggiare come fanno ogni sera gli abitanti di Osaka, la festa mi divertì molto, conobbi molte persone,  feci molte foto con il cellulare e infine stremato dalla stanchezza mi misi il pigiama e mi buttai nel futon pensando ad Ayumi... Dall' altro canto quella giovane ragazze mi piaceva un pò ma dovevo saperne di più.

La Ragazza Di OsakaWhere stories live. Discover now