"𝑵𝒐𝒏 𝒔𝒆𝒊 𝒈𝒂𝒚, 𝒗𝒆𝒓𝒐 𝑮𝒊𝒐𝒓𝒈𝒊𝒐?"

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Torniamo un po' indietro...
~ɢɪᴏʀɢɪᴏ's ᴘᴏᴠ~
Eravamo seduti sul divano in casa di jeryck, Piace era appena tornato con 4 tazze di thè caldo quando Jeryck iniziò a parlare.
J: "Non so se già lo sapete, Mercoledí ci sarà una gara di pattinaggio, parteciperemo anche io e Piace, abbiamo la possibilità di invitare qualche persona e quando abbiamo ricevuto la tua chiamata abbiamo pensato fosse una buona idea portare voi con noi, cosí siamo andati e abbiamo preso 3 biglietti -allungò il braccio porgendoci 3 pezzi di carta- che ne dite? volete venire?"
Mi girai verso Ettore che era immobile mentre pensava, si girò verso di me e annuì, allora capii che voleva accettare ma aspettava comunque un mio parere.
Personalmente credo sia una buona idea, non sarà tanto male, in fondo sono solo uno spettatore però...ho paura che possano riaffiorare i ricordi ma....non mi importa, io ci andrò, sono stati così gentili ad invitarci perché non ci dovrei andare, sarei anche maleducato se non lo facessi no?
Potrei anche divertirmi sul serio!
Dovrò solo pensare positivo e godermi la gara.
G: "Per me va bene, non è un problema.."
Lyon mi guardò qualche secondo per poi dare la nostra risposta definitiva.
L: "Ok allora, grazie per l'invito, veniamo con piacere -allungó il braccio e prese i 3 biglietti, poi aggiunse- Anna sarà felicissima di andarci"
P: "Siamo contenti abbiate accettato voi sennò avremmo dovuto chiedere ai nostri genitori ma non siamo in buoni rapporti con loro"
J: "Ma adesso è tutto apposto -continuó Jeryck al posto di Piace- restate da noi per cena?"
L: "No, scusaci, devo incontrarmi con delle persone e portare questo ragazzino -disse riferendosi a me- a casa prima di cena"
J: "Ok allora, ci sentiamo per telefono"
P: "Ciaoo!"
G e L: "Certamente, grazie, ciao!"
Salimmo in macchina, Lyon era preoccupato per me, lo capisco, rimase ad osservare il volante a pensare per 5 minuti, stavo per iniziare a parlare quando accese la macchina e partì dirigendosi verso casa.

Durante il tragitto nessuno di noi aprì bocca, appena arrivati mi fece scendere e partì da solo, senza salutare, verso il centro, entrai in casa dove vidi Anna che leggeva un libro in salotto, la salutai con un gesto della mano e andai in camera a testa bassa.

Stavo giocando a Minecraft da ormai 20 minuti, su un mondo in creative mio dove mi esercito a fare delle costruzioni, avevo creato una villa moderna ma con anche tocchi che ricordano un po' il vecchio stile, Minecraft è il mio gioco preferito, ci giocherei per ore peró ho un difetto, mi fanno male gli occhi, ho sempre avuto questo problema, quando sto per troppo tempo puntato a guardare uno schermo mi bruciano gli occhi.

Chiusi Minecraft e andai a farmi una doccia calda. Mentre l'acqua tiepida scorreva sul mio corpo nudo mi persi nei miei pensieri, pensavo ad Alex...! Quel pompiere in prova che mi ha salvato... è così gentile, quando ci parlo sento un leggero calore sulle mie guance, perdo qualche battito e non capisco...non era mai successo ma non ci faccio mai troppo caso, Alex è così carino, gentile, lo ammetto è figo pure chissà come sarebbe se stessimo insieme...nonono aspetta, stessimo assieme un corno, non sono gay e non lo sarò mai, come può venirmi in mente una cosa del genere.
Uscii dalla doccia turbato dai miei stessi pensieri, quasi come se fossi di fretta, misi un asciugamano attorno alla vita e andai vicino allo specchio, guardai prima le mie mani appoggiate al bordo del lavandino per poi alzare lo sguardo fissando la mia figura in ogni suo dettaglio riflessa su quella lastra di vetro...guardai intensamente dentro i miei occhi e mi posi quella domanda..."Non sei gay vero Giorgio?"

Rimasi per 5 minuti davanti allo specchio a pensare ma venni disturbato dal fastidioso campanello che suonava a spam e da una voce che urlava fuori dalla porta il nome di Anna, stavo per uscire quando sentii la porta aprirsi e il casino cessare. Lasciai perdere, "saranno amici di Lyon e Anna", pensai, e ormai distratto dai miei pensieri mi diressi in camera, mi asciugai il corpo e misi il pigiama: una semplice felpa larga grigia e dei pantaloncini corti.
Andai davanti allo specchio, avevo ancora i capelli bagnati, mi fissai a lungo e vidi ogni singola imperfezione che a me piaceva, avevo molta autostima anche se la mia timidezza non andava molto d'accordo con questa e spesso mi ritrovavo a dubitare di me stesso.
Mi squadrai dalla testa ai piedi soffermandomi sugli occhi, normalissimi ma allo stesso tempo quasi unici, guardai l'altezza, ok, c'è da migliorare in questa heh, presi in mano il telefono che avevo precedentemente posizionato sulla fine del letto e approfittai di questo momento di alta autostima per farmi una foto da pubblicare, era venuta davvero bene.

All The Flames' Fault Where stories live. Discover now