𝑬' 𝒊𝒏 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒄𝒂𝒔𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒄𝒐𝒏𝒐𝒃𝒃𝒊 𝑪𝒊𝒄𝒐

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~ᴀʟᴇx's ᴘᴏᴠ~
Sono appena tornato a casa, oggi a lavoro è stato stancante, non vedo l'ora di farmi una bella dormita. Apro la porta di casa e subito un aria pesante, un'aria che sa di vuoto mi viene incontro. Decido di aprire le finestre e prima di riposarmi devo ripulire un pò la casa, è un vero porcile qua dentro, ma chi me l'ha fatto fare di andare a vivere da solo?
Entro nello sgabuzzino e prendo l'aspirapolvere per poi andare in soggiorno e iniziare a pulire. Il mio soggiorno è molto grande, è la stanza più grande e meno colorata della casa, solitamente il soggiorno è occupato da tende leggermente colorate con piccoli disegnini abbinati con le coperte calde per gli inverni, da mensole e libri o statue, ma il mio è molto classico: divano color panna, tende bianche, una TV a schermo piatto abbastanza grande posizionata sopra un mobile in legno bianco con accanto svariate mensole vuote del medesimo colore. Non ho cuscini, non mi piace vedere i cuscini sul divano, e le coperte le tengo in un cassettone sotto la TV. L'unica cosa che sembrerebbe dare vita a questa stanza è il tappeto grigio posizionato al centro della stanza con sopra un piccolo tavolino di vetro rotondo.
Inizio a pulire e dopo un ora ho finalmente finito anche l'ultima stanza. Ho messo a lavare i vestiti sporchi e adesso, finalmente, posso farmi una bella doccia rinfrescante. Appena sento l'acqua scorrermi in viso, bagnandomi completamente, mi perdo nei miei pensieri. Mentre penso al lavoro, a quanto sia faticoso ma anche quanto sia soddisfacente il pensiero di aiutare chi è in difficoltà, mi viene in mente quel ragazzino, Giorgio. Mi è sembrato simpatico sin dall'inizio e non mi sbagliavo, è un ragazzo molto gentile, educato ma anche timido e questo suo lato, per qualche motivo mi fa impazzire. Quando gli ho parlato la prima volta qualcosa dentro di me è scattato, era come se avessi perso un battito e senza accorgermene mi ero incantato a fissarlo. Ero attratto dal suo modo di vestire che, anche essendo il più banale tra tutti gli outfit, lui lo faceva sembrare all'ultima moda. Dai suoi capelli misti tra castano e biondo, leggermente mossi e perennemente arruffati che mi sembravano talmente morbidi da volerci affondare le mani e iniziare ad arricciarli sulle mie dita. Dalle sue lentiggini che gli ricoprono parte del viso, piccoli puntini chiari appena percettibili che lo facevano sembrare un quindicenne. Il suo sorriso, un sorriso genuino, uno di quei sorrisi che ti trasmettono felicità solo a guardarlo e poi gli occhi, quegli occhi marroni chiaro che anche se tra i più comuni mi sembrano unici.
Mi risveglio dal mio stato di trance accorgendomi poco dopo della suoneria del telefono, allora esco dalla doccia mettendomi un asciugamano attorno alla vita per poi dirigermi in camera dove avevo lasciato il telefono prima di entrare in bagno. Il telefono stava squillando, sullo schermo c'era la scritta "numero sconosciuto" allora rispondo e sento una voce molto familiare. Dopo un anno ha deciso di tornare? fa sul serio? metto il vivavoce mentre mi dirigo nuovamente nel bagno per finire di asciugarmi. Rispondo subito chiedendo con tono freddo, distaccato e indifferente: "Ma con quale coraggio dicidi di chiamarmi?" ricevendo subito un miserabile: "mi sei mancato fratellino..." ma sta dicendo sul serio? ma per favore!
A: " Senti, non mi importa se sei mio fratello o meno, sei sparito per un anno senza nemmeno preoccuparti di avvisare e tantomeno chiamare ogni tanto, adesso tu pretendi di tornare e fare la parte del fratello perfetto? Ma fammi un piacere Marco...!"
M: "So che ho sbagliato e sono veramente pentito, non pretendo il tuo perdono ma ho davvero bisogno di aiuto, bisogno della mia famiglia"
Sono confuso, per quanto io in questo momento lo stia odiando non posso fare a meno di preoccuparmi per lui, gli darò un'altra possibilità ma questo non vorrà dire che l'ho perdonato.
A: " Ok, sia chiaro, io non ti ho perdonato ma sei pur sempre mio fratello, se hai bisogno di un posto dove stare sai dove abito"
Detto questo chiusi la chiamata senza dargli il tempo di rispondermi e mi diressi in camera per giocare un po al computer. Stavo giocando a Minecraft, è tra i miei videogiochi preferiti, sono molto bravo a costruire strutture e infatti utilizzo il mio mondo in creative per esercitarmi nelle strutture che creerò in un mondo nuovo stavolta in survival. Dopo quasi mezz'ora passata a giocare sento una notifica del telefono, un messaggio da Cico?

"Domani abbiamo una verifica e hanno prolungato le lezioni fino alle 16 allora ho chiamato il capo e ci ha dato la giornata libera. Vedi di studiare se non vuoi perdere l'anno, scansafatiche"

Mannaggia a me, mi ero completamente scordato della verifica. Spensi velocemente il computer, andai in cucina prendendo un sacchetto di patatine a caso dalla dispensa e tornai in camera per iniziare a studiare. Queste patatine saranno la mia cena per oggi. Sono le 19:20, ho passato tutto il giorno a studiare e mangiare le mie patatine mentre facevo una delle mie "poche" pause. Mi alzo dalla scrivania e preparo lo zaino con le materie del giorno dopo. Mi sdraio sul letto scorrendo la home di instagram e sento il campanello suonare, ma chi diavolo è che va a suonare alle 19:30 di sera? Scendo le scale dirigendomi alla porta d'ingresso, mentre cammino mi guardo intorno e rimango sorpreso da quanto io sia stato capace di mettere tutto apposto, mi sa che non pulirò più casa, è stato troppo stancante. Ad ogni modo, guardo attraverso lo spioncino della porta e non vedendo nessuno decido di aprire pensando fossero dei mocciosi che si divertono a fare scherzi ma in verità, dal lato destro della porta spunta mio fratello, non ha perso un attimo per venire da me eh? Aveva il fiatone e mentre tirava respiri profondi accovacciato sulle ginocchia mi chiede di poter entrare. Lo faccio accomodare sul divano mentre lui mi spiega che la sua ragazza lo aveva cacciato di casa e adesso non aveva una casa dove andare. Gli offro un paio di mesi per potersi trovare una casa e un lavoro e nel frattempo sarebbe rimasto da me.
Mentre lui parlava mi fermai un attimo a fissarlo, era cambiato molto: aveva i capelli uguali ai miei ma senza le punte colorate, aveva un fisico ben scolpito e gli occhi erano diventati di un verde molto più scuro di quando eravamo bambini, indossava vestiti abbastanza formali, jeans neri con una catena nel lato sinistro e una camicia bianca. Era diventato proprio un bel ragazzo, devo ammetterlo. Vado in camera mia al piano di sopra, mi metto il piagiama e guardando il telefono mi addormento.
~ɪʟ ɢɪᴏʀɴᴏ ᴅᴏᴘᴏ~
Aprii gli occhi infastidito dai piccoli raggi di luce che passavano dalle piccole fessure della tapparella e ancora mezzo addormentato mi girai sul lato del comodino per guardare l'ora sul telefono. Trovai 10 chiamate perse da Cico e quasi 100 messaggi sul gruppo di classe, non capendo del perché di tutto ciò guardai l'ora: le 11:30?! Come ho fatto a non svegliarmi? mi ero assicurato di mettere le sveglie giusto? mio Dio, me ne ero scordato, sono proprio un caso perso. Pensando che ormai avessi perso la verifica decisi di saltare scuola per oggi così andai in cucina, mi preparai una tazza di latte con i biscotti e andai sul divano pronto a passare l'intera mattinata su Netflix.
Mentre guardavo la TV arrivò anche mio fratello, adesso erano le 15:40, non c'era più niente di bello da vedere così decisi di andare a fare un giro e nel mentre fermarmi a fare spesa. Mii vestii con una semplice felpa grigia e dei jeans del medesimo colore, presi il portafogli e le chiavi dirigendomi poi verso l'uscita. Stavo camminando in centro, la mia era una città bellissima, piena di decorazioni, soprattutto nei giorni di festa. Mentre camminavo mi fermai a guardare un albero con sopra costruita una casetta dove i bambini avrebbero potuto giocare. Ricordo che è esattamente li dove conobbi cico, proprio in questa casetta, avevamo 6 anni, io stavo giocando la dentro e poi entrò Cico, diventammo subito amici e dal quel giorno ci incontravamo sempre alla stessa ora in quella casetta, era il nostro rifugio. Quanto mi mancano i vecchi tempi.
Mi ero perso di nuovo a pensare, maledicendomi da solo corsi verso il negozio prima della chiusura. Appena entrai andai a sbattere contro un ragazzo, lui cadde io mi salvai e mentre gli chiedevo scusa almeno 100 volte senza nemmeno prendere fiato, lo aiutai ad alzarsi. Gli chiesi nuovamente scusa e proseguii con la spesa, girai per tutte le corsie pensando a cosa avrei potuto prendere e che a casa era finito. Ci impiegai 20 minuti, pagai alla cassa e mi indirizzai verso casa. Mentre camminavo vidi Cico parlare con un ragazzo; mi avvicinai e salutai Cico per poi chiedergli chi fosse il ragazzo. Si chiamava Stre, era un soprannome, e appena mi girai per osservarlo lo riconobbi. Era il ragazzo a cui ero andato addosso all'entrata del negozio. Cico ci chiese come facessimo a conoscerci e gli risposi che lo avevo fatto cadere perché non stavo prestando attenzione a dove camminavo. Ci scambiammo i numeri di telefono e tornai a casa.

Stavo aspettando che l'acqua bollisse mentre tentavo di contattare mio fratello dato che quando tornai a casa non lo trovai. Suonarono al campanello, convinto fosse mio fratello aprii la porta senza guardare chi fosse dallo spioncino ma appena spalancai la porta non trovai Marco.
~🄰🄽🄶🄾🄻🄾 🄼🄴~
𝐄𝐜𝐜𝐨 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨, 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐧 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢 𝐚𝐝 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐚𝐫𝐯𝐢 <3

All The Flames' Fault Where stories live. Discover now