𝑵𝒐𝒏 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒐𝒎𝒐𝒇𝒐𝒃𝒐

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~Giorgio's pov~
Scesi dall'autobus dirigendomi all'entrata, mi tolsi cappuccio e auricolari bloccandomi al cancello per osservare l'imponente e grigia struttura che mi ospitava ogni mattina già da qualche mese, infatti la scuola era iniziata da poco, vi starete chiedendo, 17 anni e vai in seconda? non dovresti essere in prima? Bhe, sono stato bocciato al mio secondo anno delle medie per le troppe assenze, avevo infatti saltato più di 5 mesi di scuola perché mi ero ammalato gravemente.
Girai la testa e mi accorsi di essere a pochi passi da Alex che era impegnato a guardare qualcosa sul telefono.
Non pensavo che andasse anche lui nella mia stessa scuola e senza accorgermene urlai il suo nome con tono sorpreso, come se non mi aspettassi che ci fosse anche lui, ed era vero. Metà di tutti gli studenti che c'erano in quel momento in cortile si girò verso di noi, Alex girò la testa di 90° verso la mia direzione e mi raggiunse con passo svelto mettendomi una mano sulla spalla a l'altra sulla bocca per farmi tacere. Con voce calma e leggermente imbarazzata mi disse: "ma che cazzo urli?" e scoppiò in una fragorosa risata attirando l'attenzione di altri studenti. Dopo 2 minuti buoni sembrava non avesse intenzione di levare la mano dalla mia faccia così, seppur imbarazzato e un po' schifato, gli leccai il palmo della mano facendo sì che lui la ritrasse velocemente. Mi guardò stranito mentre un lieve rossore sempre più visibile spuntava sul suo viso, probabilmente era imbarazzato, lo sapevo, rendo tutte le situazioni imbarazzanti, sono proprio un disastro, iniziai a scusarmi con lui almeno una ventina di volte venendo interrotto da Alex stesso che alzando leggermente il tono di voce mi disse: "Tranquillo, è colpa mia, smetti di scusarti!" Abbassai la testa leggermente a disagio e a quel punto iniziò a parlare Alex: "allora...in che classe vai?" "2D" "bhe dai, abbiamo le aule vicine, vieni ti accompagno però ci rivediamo all'intervallo fuori dalla tua aula" accettai l'invito e mi accompagnò davanti alla mia classe, mentre camminavamo un ragazzo che aveva l'aria da "mister so tutto io e sono il più figo" fece finta di venirmi addosso per sbaglio spintonandomi facendomi quasi cadere, mi girai e gli feci il terzo dito tornando a camminare verso l'aula seguito a ruota da Alex che sembrava divertito per questa scena che si era creata.
Arrivati davanti la mia aula mi indicò la sua e mi salutò dirigendosi poi verso Cico, a quanto pare anche lui viene in questa scuola.
Entrai in classe, non ero l'unico ad essere arrivato prima del suono della campanella ma il mio posto preferito era ancora libero così mi diressi, quasi correndo, verso l'angolo accanto alla finestra, potrò anche sembrare un nerd ma in realtà sono uno che studia poco e raramente. Quello è sempre stato il mio posto preferito perché potevo tranquillamente perdermi nei miei pensieri senza mai venire richiamato dall'insegnante essendo coperto dai ragazzi alti della classe.
Dopo pochi minuti tutta la classe era entrata e il professore stava iniziando la lezione, tirai fuori il mio solito quaderno e mi misi a guardare fuori, scrivendo qualche volta una o due parole che sentivo dire dal professore.
Non ho mai avuto molti amici ma ci ho fatto l'abitudine e sin da bambino ho pensato che avere delle relazioni non faccia al caso mio anzi, preferirei restare single che avere una relazione con qualcuno di troppo sdolcinato.
So che se non mi impegno adesso nello studio non avrò mai un futuro e non realizzerò mai il mio sogno: diventare giornalista, non mi piace studiare ma amo molto scrivere, trovare notizie e poter esprimere la mia curiosità per questo credo che sia il lavoro adatto per me.
Passano le prime 3 ore tra Latino, Geografia e Letteratura. Suona la campanella che segna l'inizio dell'intervallo, mentre tutti corrono fuori io mi preparo lentamente per incontrarmi con Alex, sembra un ragazzo apposto, non mi ha giudicato ed è subito diventato mio amico, non ho molta capacità per quanto riguarda mantenere un'amicizia ma credo che quella con Alex durerà parecchio, non so perché me lo sento e basta.
Mentre penso questo sento bussare sulla porta dell'aula, mi giro e trovo Alex intento a fissarmi dalla soglia della porta con un sorrisetto divertito in viso.
A: "Non uscivi e sono venuto a controllare, ma possibile che ci impieghi così tanto??"
G: "Scusa se mi piace andare con calma" dico alzando gli occhi al cielo divertito.
Alex viene verso di me, prende in mano il mio zaino, mi spinge in avanti e mi lancia lo zaino in mano dicendomi di sbrigarmi.
Mentre camminavamo mi spiegò che saremmo andati fuori in cortile, su un muretto sempre isolato per incontrare i suoi amici, Cico e Stre, un ragazzo che ha conosciuto fuori da un negozio del centro mentre parlava con Cico.
Arrivammo ma li trovammo solo Stre, ci spiegò che Cico era andato alle macchinette per prendere una merendina e Alex allora ci disse di aspettarli li, lui sarebbe andato a prenderlo perché probabilmente Cico stava cercando di scassinare di nuovo la macchinetta dato che non aveva soldi sufficienti per una merendina.
Rimanemmo li solo io e Stre, all'inizio era un po' strano, imbarazzante ma poi abbiamo iniziato a parlare e abbiamo scoperto di avere molte cose in comune, ci scambiammo i numeri di telefono e io gli feci vedere un video divertente che avevo trovato su Instagram facendo ridere sia me stesso che lui, mentre ridevano arrivarono anche Cico e Stre, osservai attentamente Cico, sembrava arrabbiato, mi stava quasi fulminando con lo sguardo e così capii che era geloso perché stavo vicino a Stre. Appena ci raggiunsero, Cico, tirò Stre per il braccio verso di lui, si appoggiò con la schiena al muretto mettendo le braccia attorno alla vita di Stre che si era messo in mezzo alle sue gambe con la testa appoggiata alle sue spalle. Devo ammettere che sono proprio carini!
Restammo a parlare per altri 10 minuti, suonò la campanella e ci dirigemmo tutti nelle nostre aule.

Finalmente sentii il suono della campanella che segnava la fine delle ore di lezioni, tutti, compreso il prof corsero fuori dall'aula, io invece andai con calma e come prima arrivò Alex a farmi la predica per la mia lentezza.
Arrivati al cancello vidi la macchina di Ettore parcheggiata poco più avanti. Salutai Alex, lui mi abbracciò e seppur sorpreso e stranito da questo gesto ricambiai, non era ancora troppo presto per salutare un amico con un abbraccio? Bho vabbè.
Salii in macchina da Ettore che subito iniziò a fare battutine su me e Alex avendoci visti abbracciati.

Dopo mezz'ora di viaggio arrivammo al luogo d'incontro, voleva farmi conoscere dei suoi amici, ci trovavamo davanti ad una casa con giardino, era molto carina. Suonammo il campanello e un ragazzo alto, capelli lisci e marroni con un tatuaggio lungo il braccio, ci aprì.
E: "Hey vecchietto, come va?"
?: "Lo sai che non sono vecchio.. comunque tutto apposto, siete arrivati proprio al momento giusto per un caffè caldo"
L: "Prima però devo presentarvi una persona... -allungò un braccio per poi afferrare il mio e tirarmi davanti a lui- ...lui è Giorgio, il ragazzo di cui ti ho parlato al telefono ieri" ero imbarazzato e molto agitato, per questo abbassai la testa tenendo lo sguardo fisso sulle mie mani impegnate e strappare delle pellicine l'una dell'altra mentre la mia mente si impegnava per cercare di formulare una frase di senso compiuto per non fare una brutta figura come spesso succedeva. Continuavo a parlare a monosillabi senza dire nulla che possa assomigliare ad una frase, sentivo il mio viso andare a fuoco dall'imbarazzo e maledicendomi mentalmente per il mio essere estremamente timido allungai una mano verso il ragazzo che subito strinse sorridendomi.
?: "Piacere, mi chiamo Jerick e ho 21 anni, lui invece è il mio ragazzo Piace, ha 19 anni, credo che voi due possiate andare molto d'accordo".
Ero stranito, di solito le persone appartenenti alla comunità LGBT fanno molta fatica a rivelarsi per quello che sono agli occhi delle altre persone per paura di poter venire insultati e/o picchiati ma loro due me ne hanno parlato apertamente come se sapessero già che io non li avrei mai giudicati, ovviamente non lo farò, non sono omofobo, credo che possiamo amare chi vogliamo e sono un sostenitore "acceso" semplicemente non me lo sarei mai aspettato detto così. Stavo fissando il vuoto con la bocca leggermente aperta mentre pensavo e il mio silenzio venne frainteso da Piace che si avvicinò al suo ragazzo nascondendosi leggermente dietro la sua spalla facendogli capire che si sentiva a disagio. Andai nel panico, mi ero fermato così tanto a pensare che non mi ero accorto di non aver spiccicato parola per un bel po'. Agitai velocemente le mani in aria mentre iniziai nuovamente a dire parole scollegate tra loro e a dire a raffica una serie di "no".
G: "No, no, nonononono, mi dispiace tanto, non è come pensate, ero solo che voi e non pensavo....o mio Dio -tirai un sospiro calmandomi un attimo prima di ricominciare a parlare- non sono omofobo, anzi, io supporto tutti, semplicemente non pensavo fosse così facile per voi dirlo ad un completo sconosciuto...ecco..."
Mi grattai la nuca guardandoli con sguardo dispiaciuto e agitato e loro mi guardarono con un sorriso stampato in faccia a quel punto Lyon mise una mano sulla mia spalla e a bassa voce disse: "Cerca di stare più calmo eh" per poi dirigersi all'interno della casa seguendo Jerick in salotto mentre Piace andò in cucina.
Ci sedemmo sul divano e Jerick iniziò a parlare...

~🄰🄽🄶🄾🄻🄾 🄼🄴~
𝐒𝐩𝐞𝐫𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐢 𝐬𝐢𝐚 𝐩𝐢𝐚𝐜𝐢𝐮𝐭𝐨, 𝐜𝐢 𝐡𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐢𝐞𝐠𝐚𝐭𝐨 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐦𝐨𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐬𝐚𝐦𝐢 𝐦𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐨 𝐯𝐢 𝐩𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 <3

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