Capitolo 28

45 7 0
                                    

La mattina dopo Veronica divenne strana, taciturna e non sorrideva più.

Ci incamminammo, ma lei non sembrava interessata a nulla.

Alla fine esasperato la presi in braccio, mi sedetti su di una roccia con lei seduta sulle mi gambe.

«Lasciami andare.» Mi ordinò arrabbiata.

«No, se non mi dici cosa ti turba.»

«Anche se te lo dicessi, non capiresti.»

«Provaci almeno.»

«Non voglio avere bambini, non più. Ho amato i miei figli, ma erano un altro fardello che mi legavano al palazzo reale, non voglio dovermi occupare di altri bambini e non poter vivere la mia libertà, ora che sono uscita da quello stramaledetto posto, non voglio ritornarci.»

«Prima di tutto non rimarrai incinta, secondo se non vuoi tornare a palazzo non ti ci rimanderò.»

«Dimenticavo che hai perso la memoria. Allora lascia che ti spieghi. Dopo quello che abbiamo fatto la scorsa notte rimarrò sicuramente incinta, è così che nascono i bambini.»

«Non è necessario che tu mi spieghi come nascono i bambini, ci ha pensato mia mamma prima che partissimo per questa spedizione, ed io ho preso provvedimenti.»

«E cioè?» Chiese Veronica incuriosita suo malgrado.

«Ho preso un elisir che mi rende sterile per un anno intero.»

«Esiste qualcosa di così prodigioso?» La meraviglia nei suoi occhi era abbastanza buffa, però non risi di lei, sapevo quanto fosse turbata fino a poco fa e quanto questa scoperta la stava rendendo felice.

«Se esistono elisir per la fertilità, perché non dovrebbe esistere il contrario?»

«Hai ragione.» Convenne con me Veronica.

«Allora, sei ancora arrabbiata?»

«Non le ero nemmeno prima, solo depressa. A noi donne non viene mai permesso divertici, perché dobbiamo sempre pensare alle conseguenze delle nostre azioni, è stato molto carino da parte tua pensarci.»

«Come tuo fidanzato è ovvio che mi debba prendere cura di te.»

«Devo parlare con tua mamma.»

«Per cosa?»

«Di come abbia fatto ad educarti così bene.»

«Non sono affatto stato educato bene.»

«Perché dici questo?»

«Non penserai che ora ci alzeremo come se non fosse successo niente?»

«Che cosa vuoi fare?» Chiese dubbiosa Veronica, a volta la sua ingenuità era davvero carina.

«Prendermi la mia ricompensa e farti urlare di piacere finché non svieni.»

«Non oserai! Non è nemmeno notte!» Mi disse sconvolta e rossa come un peperone mentre tentava la fuga, invano. Ma io la tenevo stretta a me, non troppo da farle male, solo abbastanza da non darle spazio di manovra. Potevo farlo solo perché sentivo che non voleva veramente fuggire, si sentiva solo imbarazzata, non l'avrei forzata e infatti non lo stavo facendo, non dovevamo fare nulla se lei non voleva.

«Chi ha messo la regola che dobbiamo fare l'amore solo di notte. Non sarà qualcosa che ho dimenticato con l'amnesia?» Chiesi scherzando.

«Esattamente, è una legge del regno.» Cercò di bleffare Veronica e di sfuggirmi, ma io l'abbraccia più forte, lanciai una serie di incantesimi per rendere il prato asciutto, morbido e privo di un qualsiasi sasso o ramo sporgente che potrebbe ferirci, distesi una coperta e vi adagia Veronica.

«Correrò il rischio di infrangere la legge, voglio vedere come presenterai il caso in tribunale.» E poi scoppiammo a ridere fino alle lacrime, entrambi ci eravamo immaginati la scena con il re impazzire dall'imbarazzo per dover gestire la vita sessuale di sua madre.

Quando smettemmo di ridere fu Veronica a prendere l'iniziativa, ovviamente non mi sarei mai imposto su di lei, ma lei sembrava molto entusiasta all'idea e lo ero anch'io.

Ci addormentammo nudi e abbracciati, fino a quando non sentimmo delle voci avvicinarsi, balzai in piedi e lanciai un incantesimo di invisibilità su di noi e sugli abiti, non avremmo mai fatto in tempo a rivestirci in tempo.

Un gruppo di cacciatori con le insegne della gilda passò di lì, non ci videro e tirarono dritto, io e Veronica trattenemmo il respiro fino a quando non li sentimmo più, tolsi l'incantesimo dell'invisibilità e ci rivestimmo tra una risata e un'altra, l'avevamo scampata bella.

Non tanto per me quanto per Veronica, dopotutto è la regina madre e se qualcuno l'avesse riconosciuta avrebbe macchiato l'onore della famiglia reale.

Rimanemmo lì, avevo promesso a Veronica che le avrei insegnato ad usare la magia senza bacchetta e lanciando più incantesimi contemporaneamente, quello era un bel posto così decidemmo di fermarci.

UNA NUOVA VITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora