Capitolo 3

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Le gemelle tornarono venti minuti dopo e dissero che mamma ci avrebbe pensato.

Alla fine della giornata un mago anziano venne a prenderci e ci accompagnò in giro per la scuola, io ero stanco e avrei preferito cenare e andare a dormire.

Dopo il tour ci diedero i programmi di studio, le chiavi delle nostre stanze, una mappa della scuola e ci permisero di andare a mangiare.

«Terzo fratello, andiamo a mangiare.» Mi disse Ariel prendendomi per un braccio e trascinandomi in sala mensa.

Presi un po' di cibo a caso, non ero schizzinoso, dopotutto avevo mangiato in quella bettola di ostello infestata dai pidocchi per un mese. Quando misi il cibo in bocca la fragranza mandò in estasi le mie papille gustative, era davvero delizioso.

«Terzo fratello ti piace?» Mi chiese Alana che mi guardava mangiare.

«Perché mi chiami terzo fratello?»

«Perché sei nato per ultimo. Io sono la primogenita e Ariel la secondogenita.»

Mangiammo un po' in silenzio, ma le ragazze sembravano incapaci di mantenerlo a lungo.

«Terzo fratello perché ti sei tagliato i capelli? Mamma ne sarà addolorata.» Mi chiese Ariel mentre allungava una mano per toccarmi la testa.

«Per via dei pidocchi, l'ostello dove ho vissuto era pieno.»

La ragazza ritirò subito la mano come se si fosse scottata.

«Non li ho più, non dimenticare che sono un raccoglitore di livello D, conosco le piante e le erbe che tengono i parassiti lontani, dopo aver tagliato i capelli, ho adoperato le erbe per questo scopo.»

«Deve essere stata dura per te la fuori da solo terzo fratello, lo si capisce da come sei vestito.» Mi disse Alana lasciandomi un attimo interdetto.

«Perché? Questo vestito è nuovo e pulito.»

«Fratello, quello è un vestito da maggiordomo e anche fuori moda. All'inizio pensavo che la tua perdita di memoria fosse una scusa, ma ora so che non è così.» Disse Alana con una certa rassegnazione.

E dire che avevo speso ben dieci monete d'argento per questo vestito che a me piaceva molto.

«Ho solo questo.» Dissi riferendomi al vestito, l'altro lo avevo buttato.

Uno sguardo di commiserazione passò negli occhi delle due ragazze.

Ci salutammo alla fine della cena, io volevo solo andarmene a dormire e liberarmi di questo stramaledetto vestito e sostituirlo con la divisa bianca e blu della scuola.

La mattina dopo mi feci una doccia veloce e mi vestii, la sala mensa era vuota, però aperta, così mangiai indisturbato anche dalle chiacchiere oziose delle mie due sorelle.

Ieri sera per la prima volta vidi il mio volto, in bagno c'è uno specchio, assomiglio molto alle due gemelle, anche se i miei lineamenti sono maschili, oltre ai capelli blu anche gli occhi sono dello stesso colore.

Così come le gemelle erano belle, anch'io facevo la mia figura.

Le gemelle arrivarono tardi in sala mensa, non si erano svegliate in tempo e probabilmente se non si fossero spicciate sarebbero arrivate tardi anche a lezione.

Arrivai in aula in anticipo rispetto a tutti gli altri, mi sedetti in un posto qualunque e iniziai a sfogliare il libro di testo, in ogni banco ce ne era uno.

Era un libro di scrittura magica più conosciuta come iscrizioni magiche, c'era una tabella con dei simboli chiamati rune, da quello che potevo capire leggendo era l'alfabeto di un linguaggio magico. Attraverso la scrittura di questo linguaggio si possono incantare oggetti in modo permanente. Cosa che non succede quando si lanciano incantesimi, gli incantesimi, infatti, hanno sempre una durata che dipende dalla potenza del mago, che può andare da qualche minuto a mesi, ad esempio nel libro del sistema che ho memorizzato "IL LIBRO MAGICO DEL MAGO NOVIZIO" c'è un incantesimo molto semplice detto di pulizia, se lanciato si attiva regolarmente ogni cinque ore e pulisce l'ambiente che è stato incantato, un mago potente potrebbe fare questo incantesimo e la sua durata sarebbe di un anno, un novizio deve rinnovare l'incantesimo ogni volta che vuole pulire.

Gli altri iniziarono ad arrivare; in classe eravamo solo sei, ma dopotutto era abbastanza chiaro che gli altri candidati erano stati fatti fuori volutamente, anche se non ne capivo la ragione.

L'insegnante arrivò e ci disse di fare silenzio.

«Mi chiamo Adelasia Itar, sono la vostra insegnante di iscrizioni magiche. Inizieremo a studiare l'alfabeto runico, prendete il vostro libro alla pagina nove. Iniziate a leggere il capitolo, poi ricopierete l'alfabeto runico mille volte. Iniziate.»

Fu una tediosissima lezione, purtroppo non potevo memorizzare il libro, ma iniziando a studiare le rune antiche avevo sbloccato tre libri del sistema dal nome: Rune antiche e il loro uso magico, Linguaggio runico e La magia delle rune negli incantamenti.

Il sistema mi chiese se volevo memorizzarli e mentre tutti gli altri leggevano quel pallosissimo capitolo, io memorizzavo i libri.

I libri erano più grandi e spessi di quello che avevo immaginato, contenevano molte informazioni, le iscrizioni magiche non avevano più segreti per me.

Alla fine della lezione, andammo nell'aula di elisir ed erboristeria magica. Ad aspettarci c'era il vecchio balordo che mi aveva dato la pillola scadente.

Non ebbe nemmeno il tempo di presentarsi, che quattro guardie reali vennero ad arrestarlo per tentato omicidio di un nobile e somministrazione volontaria di elisir fallati atti a nuocere alla popolazione e alla Scuola di Magia Arc.

La lezione ovviamente non si tenne, la voce di quello che era successo si sparse per tutta la scuola e anche fuori, molti giovani che erano rimasti feriti gravemente dall'elisir fornito dalla scuola così fecero causa comune per chiedere il risarcimento danni.

UNA NUOVA VITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora