IX.

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TW: Linguaggio un po' omofobo e esplicito.

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Il cuore di Patroclo perse qualche battito appena il vento gli andò sul viso e Achille correva veloce verso di lui. Si erano fatto ormai le otto di sera, controllò il suo orologio da polso e sospirò. Vide con la coda dell'occhio anche tutti gli altri corridori, riconobbe l'amico Automedonte e Odisseo. 《Patroclo. Perdonami se ho fatto tardi.》 Disse con il fiato corto Achille, e Briseide lo guardò un po' male da dietro la spalla di Patroclo. 《Non vorrei intromettermi ma..Abbiamo aspettato tanto prima che tu ti facessi vivo.》 Achille si voltò verso di lei, 《Perché mi hai aspettato anche tu?》Nel suo tono non vi era nulla. Era una domanda piatta, una domanda che si farebbe a una persona sconosciuta, come per chiedere indicazioni. Briseide però non sembrò apprezzarlo e contorse il viso. Ma Patroclo parlò prima di lei. 《Le ho chiesto io di restare e farmi compagnia, Achille. Fortunatamente l'ho fatto perché siamo rimasti ad aspettare per due ore.》《Ancora scusa...》 il suo tono si alleggerì appena Patroclo si rivolse a lui, un piccolo sorriso apparve sul volto. Achille lo fissò per qualche istante, sinceramente dispiaciuto. E sebbene Patroclo si sforzasse di non sembrare adirato, il suo tono pareva sempre acido. Ma non lo era, non ora che si era reso conto che era abbastanza infatuato di lui tanto da sognare di averlo tra le coperte. Ed era anche riuscito a guardarlo in faccia, un grande traguardo. 《Allora possiamo andare? Hai cenato?》《No in verità. Ma il refettorio dovrebbe essere ancora aperto, potremo passare lì prima di andare in biblioteca. Devo prendere davvero dei libri, a contrario tuo.》 Patroclo lo derise e lo guardò accusatorio, ma Achille rise indifferente. Quando furono più vicini il cuore di Patroclo non potè fermarsi dal battere veloce, e se solo avesse toccato la mano di Achille e presa dal polso, avrebbe sentito il medesimo ritmo. Cercò di non pensarci, di non pensare che Achille Pelide era lì di fianco a lui e a pochi millimetri dal toccarlo. Briseide era già guizzata via prima che potessero rendersene conto, non salutando nemmeno. 《La tua ragazza sta bene?》
Come?
《Aspetta, di chi stai parlando?》
《Si, Briseide. La tua ragazza. Non sembra che le piaccia molto.》Patroclo quasi si strozzò con la sua stessa saliva. Credeva che Briseide fosse la sua ragazza? Tutto il suo tono e sguardo sembrava serio, Patroclo si sforzò di non sorridere. Era così che le persone lo vedevano? Achille lo guardò confuso, fissandolo per qualche attimo.《Ah, Dei. Achille.》Sospirò breve, con ancora una risata in bocca.《Briseide non é la mia ragazza.》
《Cosa, no?》
《No ovviamente. Credevi che lo fosse? É così che la gente ci vede? E dire che abbiamo lavorato tanto per non sembrare in quel modo da fuori.》 Continuò il ragazzo, camminando lento fino alla struttura.《Ho desumato. State molto tempo insieme, e lei sembra molto gelosa di te.》Qualcosa nel tono di Achille vacillava, ricordandosi Briseide nei suoi sogni. Erano qualcosa di più nell'altro mondo? La schiava Briseide era innamorata di Patroclo?
《No, in verità. Da anni ormai abbiamo discusso che intraprendere una relazione al di fuori di un'amicizia fosse impossibile.》Patroclo lo risvegliò dai pensieri. 《No? E come mai? Sembrate molto uniti.》
Perché sono infatuato di te, stolto.
Ma si trattenne dal dirlo, e non potè fermare il rossore. Non aveva mai avuto nessun problema a palesare il suo interesse verso gli uomini, per lui non era una vergogna come per molti altri. Ma con Achille era diverso.《Io..ho altri interessi.》Sussurrò, nascondendo la sua apprensione dietro a un falso sorriso. Ci volle qualche attimo prima che Achille arrivasse alla conclusione, e Patroclo vide i suoi occhi verdi strabuzzare dalla realizzazione.《Oh- oh! Dèi, ti interessano gli uomini?》E a Patroclo si bloccò il respiro in gola. Doveva smetterla di essere così leggero ogni qualvolta che parlava di cose delicate come quella, e ancora peggio se la sua voce usciva acuta e alta. Prese un respiro, entrando finalmente tra le mura.《Si..》Patroclo sussurrò, come se li stesse ascoltando un ingente numero di persone, e fossero tutti voltati a guardarlo. E poi la paura di essere giudicato da Achille lo attraversava da parte a parte. Se Achille si fosse ripugnato? Eppure lui non sembrava una persona tale, era pieno di gioielli delicati e sottili che quasi lo facevano sembrare una donna, ma la paura crebbe a dismisura ogni secondo del silenzio di Achille.《Oh, nessun problema.》Achille si strinse nelle spalle, entrando nel refettorio al suo fianco. Passarono sotto i ballatoi ancora illuminati da piccoli lucernari caldi, entrando da una grande porta e finendo poi al refettorio. Era però questo che aveva da dire, dopo che il suo presunto amico gli aveva confessato il suo interesse per gli uomini? Tuttavia il suo tono non pareva disturbato, nemmeno sorpreso.《Oh, in ogni caso sono già le otto e trenta. Credo che il nostro appuntamento alla biblioteca debba essere rimandato.》Disse Achille, mentre si sedeva su uno dei tavoli vuoti e Patroclo lo seguiva. Quest'ultimo annuì semplice. Aspetta, come? Aveva appena detto appuntamento? Appuntamento. Patroclo non potè far di meno se non arrossire mentre si schiariva la gola. Troppe emozioni , troppi colpi bassi. Sentiva che lo avrebbe ucciso se avesse continuato in quella maniera. Ma era davvero troppo tardi per il loro incontro e Patroclo pareva essere sollevato. Non si sentiva di parlare dei suoi sogni e delle parole, e poi, dopo quello che era accaduto la sera prima non avrebbe potuto farlo. Non c'era modo, non dopo quella visione.

"𝕮𝖆𝖑𝖑 𝖒𝖊, 𝕻𝖆𝖙𝖗𝖔𝖈𝖑𝖚𝖘."Where stories live. Discover now